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In viaggio sulla via dell'incenso

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In viaggio sulla via dell'incenso

Oman, il deserto di Rub Al Khali (foto Aldo Pavan)
Oman, il deserto di Rub Al Khali (foto Aldo Pavan)

È la via sacra dei profumi. Un'antica autostrada che attraversa deserti e montagne, tracciata per commerciare una resina speciale: l'incenso. Con tanto di pedaggi e dazi. E disavventure quasi sempre garantite a causa della presenza di predoni e briganti, senza contare le maledette tempeste di sabbia, la mancanza di acqua e le difficoltà di orientamento.

La via dell'incenso partiva dagli attuali Oman e Yemen per arrivare sul Mediterraneo. Teoricamente si percorreva in due mesi. C'erano da coprire circa 2400 chilometri. Attraverso essa sono venuti in contatto mondi lontanissimi e diversi. Si sono toccate Europa e India, oltre che Arabia e Africa. Sono transitate merci, ma anche scienza, cultura e leggenda. Richiestissima, la preziosa resina veniva pagata in oro. Era usata come medicinale, nella cosmesi, per le imbalsamazioni ma soprattutto nelle funzioni sacre. Ovunque serviva a fini devozionali. E infatti il suo nome scientifico è Bosweilla sacra.

AL-BALEED E SAMHURAM, LE ANTICHE CITTÀ DELL'INCENSO
Oggi l'incenso si raccoglie quasi esclusivamente nel Wadi Dowkah in Oman, dopo che i il mercato è stato invaso da quello sintetico. All'inizio dell'estate, quando la temperatura inizia a salire, la corteccia dell'albero della Bosweilla sacra viene incisa con tagli lunghi circa dieci centimetri dai quali esce una linfa lattiginosa bianca. Una volta essiccata, la resina viene raccolta. Come un tempo, il profumo dell'incenso è nell'aria nel souq di Salalah, la principale città del Dhofar (governatorato nel sud dell'Oman, al confine con lo Yemen). La sua fragranza pervade l'aria e conquista l'anima. La resina brucia in piccoli bracieri. Le venditrici sono tutte donne dal volto coperto e dagli occhi nerissimi truccati con kajal. Appena fuori Salalah gli archeologi hanno trovato i resti di due città legate a doppio filo con la via dell'incenso: al-Baleed e, sulla costa verso est, Samhuram o Khor Rori. Entrambe furono importanti empori e snodi commerciali.

Una larga strada asfaltata corre verso nord, sale velocemente di quota ed entra nel cuore dei monti del Dhofar. Anche le carovane seguivano questa direzione verso la città di Ubar, descritta dagli storici arabi come grande e florida. Oggi di Ubar non rimangono che pochi muri alle porte del deserto in località Shisur.

IL LEGGENDARIO REGNO DI SABA
Un grande impulso ai commerci dell'incenso venne dato dalla leggendaria Arabia Felix che si presume corrispondesse all'attuale Yemen. Qui il popolo dei Sabei tracciò e sistematizzò le piste carovaniere. Furono grandi ingegneri, civili e idraulici. Il loro leggendario regno di Saba o Sheba fiorì nel II secolo a.C. Ne sono la testimonianza i resti della città di Marib, la loro antica capitale. Qui rimangono le possenti mura della grande diga di cui parlano gli storici antichi e alcuni templi legati a doppio filo alla leggenda del regno di Saba. Da Marib, seguendo la rotta dell'incenso, si arriva nella splendida San'a, la più affascinante città della Penisola Arabica.

Le carovane che salivano dallo Yemen puntavano verso nord ed entravano nell'attuale Arabia Saudita, facevano tappa prima a Medina e poi a Dedan. Un tempo, tribù di nomadi e cammellieri si ergevano a guida delle carovane. Tra questi popoli vi furono i Nabatei che per primi imposero un ferreo controllo sui commerci della Penisola Arabica e fondarono la splendida Hegra (e con essa la più nota Petra, oggi in Giordania), importante snodo di traffico mercantile come testimoniano le impressionanti rovine che si innalzano tra le basse dune del deserto dell'Hegiaz. Le solitarie tombe rupestri, magnificamente decorate, sono citate anche nella XV Sura del Corano. Abbandonata verso il 70 d.C, Hegra ha seguito il ciclo di decadenza della via dell'incenso quando i commerci iniziarono a preferire la via marittima lungo il Mar Rosso ai rischi del deserto.

LA STRADA DEI RE
In Giordania, superata Petra e pagati i salati dazi, le carovane proseguivano verso nord lungo quella che è stata chiamata la Strada dei Re. Seguendo questo stesso itinerario, si incontrano le vestigia dei primi anni del cristianesimo. Prima di arrivare ad Amman, il tratto principale della via dell'incenso proseguiva in direzione del Mediterraneo ed entrava in Palestina. Le carovane attraversavano il deserto del Negev (Naqab in arabo) che a quei tempi non era così arido e desolato come lo vediamo adesso. I dromedari non avevano difficoltà a trovare verdi pascoli. Lungo la via c'erano città e caravanserragli che servivano da punto di appoggio. Mamshit era un importante emporio le cui impressionanti rovine includono una locanda, alcune chiese e antiche terme con piscine. Le soste successive si facevano nel vasto centro di Avedat e presso la piccola Shivta. La tappa finale era Gaza, la martoriata città palestinese da dove l'incenso veniva imbarcato assieme alle altre merci verso le città del bacino del Mediterraneo.


Aldo Pavan, giornalista e fotografo, ha pubblicato La via dell'incenso, edito da De Agostini. Un lungo reportage di 260 pagine attraverso la Penisola Arabica lungo le orme dell'antica via carovaniera che dalle coste degli attuali Oman e Yemen raggiungeva il Mediterraneo.

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La via dell'incenso, informazioni utili

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