È il destino delle grandi stazioni sciistiche. Un po' come Cortina: sei "giusto" se ne parli male. Prendi Courmayeur, troverai sempre quello infastidito dallo struscio di via Roma, disposto a farsi torturare prima di ammettere che il centro pedonale di "Courma" non è poi così male per atmosfera e architettura. Altri ritengono le piste "tenute male", dimenticandone lo spessore tecnico-panoramico e il fatto che molta neve naturale spesso vuol dire per forza un po' di gobbe… Courmayeur, insomma, è sempre Courmayeur: una capitale internazionale dello sci e dell'alpinismo.
BIANCO PER CAMPIONI
E la muraglia del Monte Bianco, cima d'Europa, è sempre lì, sembra di toccarla con un dito. Va detto che il comprensorio sciistico, che con un po' di esagerazione viene descritto di 100 chilometri di piste (in realtà, quelle ufficiali battute non sono più di 60 km, il resto sono in pratica fuoripista), è oggi in un momento di transizione. Dopo gli investimenti della francese Compagnie des Alpes che gestiva gli impianti in anni recenti (vedi la telecabina di Dolonne con pista di rientro via sci), da aprile 2010 il maggiore azionista delle piste è la Regione Valle d'Aosta. Si vedranno presto gli sviluppi. A partire dal rilancio e ristrutturazione delle funivie per il Monte Bianco.
Senza contare che, ad animare questa stagione, dal 23 al 27 marzo, ci saranno i Campionati Italiani Assoluti di sci alpino. Guest star Federica Brignone, medaglia d'argento "nata" proprio nello sci club Courmayeur. Subito dopo, dal 13 al 16 aprile "Courma" sarà la sede della consegnata uffciale dei Piolets d'Or, riconoscimento assegnato dal magazine francese Montagnes, uno dei più importanti tra i premi alpinistici che ci siano.
COMPRENSIORI A TUTTE LE ALTEZZE
Tre i punti di attacco al comprensorio principale di Plan Chécrouit - Val Veny: la funivia dal paese, la telecabina a Dolonne (l'unica che permette la discesa a valle, mentre negli altri casi si rientra in funivia a fine giornata) e la funivia da Entrèves. Due i versanti, con caratteristiche complementari. L'asse centrale delle piste di Plan Chécrouit (tra 1700 e 2600 m le principali) è soleggiato e costellato di simpatiche baite per mangiare al sole. Qui, nel cuore tradizionale della ski area, si concentrano anche i grandi rifugi e i corsi delle scuole. In alto, fino a 2624 metri, un'altra funivia dà accesso a un'area di sci selvaggio, Cresta Youla, con notevoli muretti di gobbe. Raggiungendo poi con un altro tronco la Cresta d'Arp, oltre 2700 metri, si ha accesso anche a ulteriori, più lunghi itinerari freeride nei valloni verso Dolonne o verso Val Veny - Zerotta.
Presso Pré de Pascal c'è un Campo Arva, ovvero una struttura per esercitarsi all'uso dell'omonimo dispositivo antivalanghe, irrinunciabile per chi fa fuoripista. Scollinando invece nel versante che guarda al Monte Bianco (lo avrete proprio di fronte!) si sviluppa una serie di piste molto appaganti, quasi esclusivamente nel bosco, e con neve sempre buona grazie all'esposizione a nordovest. L'Internazionale, la Diretta e le Rocce Bianche non si possono perdere. Spettacolare anche la Pista dell'Orso, che non viene battuta. Il Monte Bianco, infine: i fuoripista del versante italiano (Toula) sono per esperti. Tutti, invece, di solito da fine febbraio, possono provare la Traversata: si sale in tre tronchi di funivia, poi c'è una "passeggiata" sugli sci di quasi 20 chilometri, la discesa lungo Vallée Blanche e Mer de Glace fino a Chamonix.
PICCOLE PAUSE, GRANDI FUORIPISTA
Il tempo di una spettacolare sosta gastronomica al ristorante dell'auberge Bois Prin, dove Denis Carrier mixa formaggi francesi e prodotti dell'orto dell'hotel (spuntini da 19 euro) e si rientra in taxi o navetta. D'obbligo rivolgersi alla Società Guide Alpine Courmayeur 1850: un'istituzione. Se andate alla loro sede, in strada Villair 2, visitate anche il Museo Alpino Duca degli Abruzzi, in una graziosa palazzina alpina.
Gli amanti del fuorispista puntino invece verso quello che, a prima vista, sembra solo un borghetto di pietra della Valle del Gran San Bernardo (400 abitanti borgate comprese). Si tratta di Saint-Rhémy, un cult dei tour oltreconfine dei facoltosi sciatori di Verbier. Vi si arriva da Crévacol, piccola stazione sotto il Colle famosa per il Carnevale che rievoca il passaggio delle truppe napoleoniche dal Gran San Bernardo nel 1801, immortalato da un celebre quadro di David. Di qui si scia fino a 2450 m,
su 22 km di piste e percorsi freeride. Il fuoripista termina davanti a posticini charmant come il ristorante con camere Suisse (via Roma 21, tel. 0165780906). Siamo nelle terre dei cani San Bernardo, un tempo usati qui per il trasporto, e dell'ospizio dei canonici agostiniani raggiungibile d'inverno solo in elicottero. Ed è qui che nasce il crudo Dop Jambon de Bosses. Da provare.
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