Un paradiso per gli amanti del mare e della natura. Dove l'uomo è arrivato per ultimo, da poco più di un paio di secoli, adattandosi a convivere con specie animali e vegetali che sopravvivono solo qui. Sono le Seychelles, 115 isole immerse nelle acque dell'Oceano Indiano, la maggior parte delle quali non sono né abitate né edificate: quasi il 50 per cento della superficie è infatti riserva naturale, protetta da una politica ambientale tra le più avanzate al mondo.
Un paradiso che per restare tale ha bisogno di un turismo responsabile. Un ottimo compromesso per godersi le Seychelles è scegliere una crociera in barca a vela: il mezzo migliore per girare tra gli atolli, molti dei quali sarebbero altrimenti inaccessibili. Concedersi una settimana immersa (e rispettosa) nella natura è possibile, senza spendere una fortuna: in aprile - evitando i periodi più affollati - un posto in una flottiglia parte da 2000 euro, compreso il volo dall'Italia. Del resto questo arcipelago è sempre stato una meta amata dai marinai: tutti i più grandi navigatori di ogni epoca sono passati da qui.
IMMERSIONI E TARTARUGHE
Le Seychelles godono di un clima favorevole che consente di praticare la vela tutto l'anno. Da novembre a aprile la temperatura oscilla tra i 25 i 30 gradi, con l'aliseo di nord-ovest che soffia in media intorno a 15 nodi. Mahé è la base di partenza della crociera: qui si fanno le ultime spese per riempire la cambusa ed è il posto giusto anche per concedersi una cena a base della cucina creola, tipica del luogo. E poi via verso Praslin e La Digue, le isole più grandi, dove scendere a terra per scoprire le meraviglie naturali di questo arcipelago. Ogni giorno ci si potrà avventurare in un isolotto diverso: a Curieuse per vedere le centenarie tartarughe giganti, a Frégate per immergersi con pinne e boccaglio, a Silhouette, la misteriosa isola di granito.
FORESTE PREISTORICHE, ALBERI MEDUSA E COCO DE MER
Vale una visita la La Vallée de Mai, sull'isola di Praslin. L'antichissima foresta preistorica di questa valle, a lungo creduta il Giardino dell'Eden, è patrimonio dell'Unesco: tappa che merita un salto a terra. Visitare la riserva richiede circa un'ora di passeggiata seguendo i sentieri predisposti. Ci sono piante selvatiche di ogni tipo, tra cui anche ananas e caffè. Qui si può vedere il coco de mer, Il seme più grande del mondo, riconoscibile dalla forma di un cuore rovesciato. Ma soprattutto c'è il rarissimo pappagallo nero, un uccello a rischio di estinzione che qui, invece, è in buona compagnia: camminando nel fitto della foresta se ne vedono su ogni ramo. Del resto le Seychelles sono una sorta di museo di storia naturale a cielo aperto, dove trovano il loro habitat specie animali e vegetali rarissime: dall'albero medusa, del quale esistono solo otto esemplari, alla rana più piccola della terra, dalle tartarughe giganti fino all'unico uccello dell'Oceano Indiano incapace di volare.
TRA SABBIE BIANCHE E BARRIERA CORALLINA
Chi cerca sabbia borotalco ha solo l'imbarazzo della scelta. Ma il titolo di spiaggia più bella se lo accaparra Anse Lazio, all'estremità settentrionale dell'Isola di Praslin. Su un lato della spiaggia di finissima sabbia bianca c'è un'area protetta dalla barriera corallina che rende la zona ideale per praticare snorkeling. Chi ama inforcare maschera e boccaglio e tuffarsi tra i pesci non può perdere il Parco Nazionale Marino di Ste. Anne, che comprende sei diverse isole. Chi invece preferisce scendere a terra può concedersi una passeggiata a Moyenne, un'isola che, secondo la leggenda, è popolata da fantasmi di vecchi pirati e che si può visitare solamente con un tour organizzato: qui si può ancora vedere la "Casa dei Cani", costruita all'inizio del secolo scorso da un'eccentrica signora britannica per dare un rifugio ai cani randagi. Oppure si può scegliere di visitare RoundIsland, con le sue splendide insenature, in passato usata come lebbrosario, o Cerf, che ha circa 60 abitanti, tra cui uno illustre: lo scrittore Wilbur Smith.
VACANZE ECO-FRIENDLY
Infine, quando si visita La Digue - la quarta isola più grande dell'arcipelago, con la barriera corallina che protegge la spiaggia dalle onde oceaniche -, bisogna ricordare che non sono ammesse le macchine. A La Digue - che deve il nome alla nave dell'esploratore francese Marc-Joseph Marion du Fresne, che la visitò nel 1768 - ci si muove esclusivamente in bicicletta: non ci sono auto, solo qualche taxi e qualche carro trainato da buoi.
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