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New Shanghai e l'armata dell'imperatore

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New Shanghai e l'armata dell'imperatore

Lo skyline di Shanghai visto attraverso il fiume Huangpu (foto JLImages / Alamy)
Lo skyline di Shanghai visto attraverso il fiume Huangpu (foto JLImages / Alamy)

La porta d'Oriente, Shanghai, è stata nei secoli la via d'accesso all'Impero di mezzo. Un po' come è avvenuto per New York all'inizio del ventesimo secolo: da qui passavano i contatti con il resto del mondo, in questo luogo si stabilivano i mercanti, qui le culture si fondevano. Non per niente, Shanghai è la più occidentale delle città cinesi.

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Ma forse bisognerebbe parlare di città globale, soprattutto dopo un Expo che ha lasciato evidenti segni delle popolazioni che ha ospitato. Chi le si avvicina oggi trova una metropoli dinamica di 15 milioni di abitanti - se si considerano solo quelli regolari - con un traffico congestionato e perenni lavori infrastrutturali. Ma anche una città tra le più attrezzate e aperte al turista.

UNO SKYLINE DA METROPOLI
L'Expo 2010 e le Olimpiadi di Pechino 2008 hanno cambiato il volto di Shanghai. La Cina oggi è una delle economie più forti e più ricche, tanto da potersi permettere le firme più prestigione e gli edifici più arditi. Il pudong, ovvero il cuore economico della città, con il suo skyline che resta impresso e i suoi grattaceli che si sfidano a chi tocca per primo le nuvole. Bellissimo il panorama che si gode dalla sponda sinistra prima di attraversare il tunnel che porta sull'altra riva del fiume Huangpu. Il Shanghai Tower J Hotel, che sarà l'albergo più alto al mondo e sarà ospitato dall'84esimo al 110mo piano della Shanghai Tower, (la torre, ancora in costruzione, promette di diventare la più alta della Cina, con 632 metri d'altezza) aprirà solo nel 2014. Nel frattempo potreste alloggiare al Park Hyatt, che offre camere lussuosissime tra il 79esimo e il 93esimo piano a 330 metri con vista mozziafiato sulla città. Se non siete tra i 175 fortunati, potete accontentarvi di una tazza di tè nel bar della recepition, all'80esimo piano.

DOVE LA GIORNATA NON FINISCE MAI
Ci sono dei quartieri, a Shangai, che dalle 18 in poi sono completamente deserti. Il Bund, ritrovo della movida locale, non è tra questi. È un viale che costeggia il lungofiume sinistro dello Huangpu, facendo da cornice ad hotel di lusso e storici, locali dove fino a tarda notte si può ascoltare buona musica. Vita notturna a pochi passi dalle due vie principali della città, la Najing Lu e Huahai Lu, punteggiate da oltre 300 negozi e ristorantini dove potete trovare le tante declinazioni della cucina asiatica, da quella cantonese a quella tipica delle via della seta. Come il pane con carne (Rou Jia Mo), una pietanza che assomiglia all'hamburger ma non lo è: si tratta di straccetti di carne conditi con salse, tra cui un tipo particolare di soia. Oppure i Biang Biang Mian noodels, spaghettini asciutti conditi con una sorta di ragù.

UN SALTO NEL PASSATO
A Shanghai, in pochi metri, si passa da dal 100esimo piano del grattacielo al concentrato di cultura cinese della città vecchia. Un'area che ai tempi delle concessioni francesi e inglesi era riservata alla comunità cinese ed è rimasta una perla da visitare: casette basse, vicoli stretti e una miriade di negozietti in cui sbizzarrirsi per lo shopping. Da vedere il giardino di Yu Yan, un labirinto di chioschi e padiglioni. E naturalmente la celebre sala da tè Wuxing, al centro di un laghetto artificiale: la sala da tè più conosciuta dagli stranieri, nonché la più visitata. Qui si tengono quotidianamente cerimonie del tè ad uso e beneficio dei visitatori che affollano numerosissimi il quartiere della città vecchia. Per arrivarci bisogna farsi largo sul ponte "dei nove angoli". E visto che il nove è un numero magico, troverete migliaia di turisti cinesi sul ponte per le fotografie portafortuna.

LA CONCESSONE FRANCESE
Un angolo di Europa espiantato e trasferito nella metropoli. Il quartiere definito ex concessione francese, donato dall'imperatore ai vincitori delle guerra dell'oppio conclusasi con il trattato di Nanchino del 1842, è composto da case basse in mattoni, all'europea, e oggi si è traformato in una zona all'occidentale con bar e ristorantini. A poche centinaia di metri poi si può vedere l'esterno della casa in cui venne fondato il partito comunista cinese e dove Mao Zedong iniziò la sua vita politica.

LA PORTA OCCIDENTALE
Sei ore di aereo sono necessarie a scoprire un'altra porta d'ingresso alla Cina, Xi'an. Famosa per il suo Esercito dei guerrieri di terracotta, la città è posta sulla Via della seta, il lungo cammino che dal Medio Oriente e attraverso la steppa conduceva fino a Pechino. Non è un caso che questa città ospiti a la più grande comunità islamica cinese. Sorprende vedere donne dai tratti mongoli con il velo e il tempio islamico con architture tipiche dell'est. Secoli di convivenza hanno portato le due comunità ad integrarsi tanto che i vicoli del quartiere, molto stretti, somigliano a un suk magrebino.

SOMMERSI E SALVATI
Affacciarsi negli hangar che proteggono i soldati di terracotta è un'esperienza che lascia senza fiato: a migliaia si fanno incontro a chi entra nel loro campo di battaglia, immobili e in assetto di guerra. Ogni statua, una volta dipinta e dotata di armatura e arma, è piena fino alle gambe e vuota nel dorso in maniera da resistere al tempo. L'esercito è formato da circa 6-8 mila figure (non lo si sa con certezza poiché gli scavi sono ancora in corso: finora sono stati riportati alla luce 500 soldati, 8 carri in legno e 100 cavalli in terracotta). I guerrieri, vestiti con corazze in pietra, erano di "guardia" alla tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, morto nel 210 a.C., e rappresentano una replica fedele dall'armata che aveva contribuito ad unificare la Cina. Purtroppo la tomba dell'imperatore fu razziata e molte delle statue furono distrutte per rubarne le armi in bronzo. Dalle posizioni delle mani e del corpo delle statue, si possono immaginare le tecniche di combattimento di fanti, alabardieri, arcieri e balestrieri. Si combatteva soprattutto a piedi, mentre i carri ed i cavalli servivano per dirigere i movimenti della fanteria. La cavalleria fu introdotta più tardi, percercare di fronteggiare su un terreno di parità i nomadi delle steppe.


A CENA A TEATRO
E dopo lo spettacolo degli antichi resti di terracotta, non c'è nulla di meglio che mescolare cena e teatro. Sono numerose le strutture a Xi'an che offrono questo curioso abbinamento: il ristorante è costruito sulle gradinate di un teatro e mentre gli attori si esibiscono in danze e canti della tradizione, gli avventori possono gustare saporite pietanze. Due vanno assolutamente provate: l'Hot pot, un pentolino d'acqua calda in cui cuocere a piacere vari ingredienti, pesce e carne, che vengono portati, e i ravioli cinesi. Niente a che vedere con quelli che vengono serviti nei ristoranti nostrani. Qui, in una sera, è possibile assaggiarne di una dozzina di tipi differenti, da quelli con pasta di pane a quelli coi i ripieni più fantasiosi come noci, rane, verdura o carne di maiale. Ogni raviolo è creato a immagine del suo contentuto (pesce, rana e così via): in questo modo non potete proprio sbagliarvi.

19 maggio 2011

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