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Safari in Tanzania: tra leoni, foreste e lagune

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Safari in Tanzania: tra leoni, foreste e lagune

Una giraffa tra i baobab del Ruaha National Park (foto Aldo Pavan)
Una giraffa tra i baobab del Ruaha National Park (foto Aldo Pavan)

È questa l'ultima Africa selvaggia? Forse sì, almeno per quanto riguarda i grandi parchi dove gli animali selvatici sono indiscussi signori, non ancora abituati alla ravvicinata presenza dell'uomo. La Tanzania del sud si è miracolosamente salvata ed è ancora intatta. E proprio, incredibile a dirsi, grazie ai fucili dei cacciatori che nell'ultimo secolo per garantirsi selvaggina in abbondanza hanno presidiato queste magnifiche savane attraversate da sonnolenti fiumi. Oggi non si spara più, o meglio non più come una volta. Le riserve di caccia esistono ancora ma sono state drasticamente ridotte.

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Gran parte del territorio è stato "aperto" a coloro che cercano un'immersione totale nella natura del continente nero e non amano le folle dei grandi parchi africani più noti. Qui è tutto diverso. Questa è un'Africa in cui si ha la sensazione di essere i primi a mettere piede. Ci si sente quasi abbandonati a se stessi quando ci si ritrova a tu per tu con gli ippopotami oppure si sente vicino, vicinissimo, il respiro affannoso di qualche fiera nascosta. Due sono i parchi principali nel sud del Paese: il Selous e il Ruaha. Aree vastissime, solo in parte aperte ai visitatori che vi accedono con piccoli aerei atterrando direttamente su una striscia di terra battuta ricavata nella foresta.

LA PIÙ ANTICA RISERVA NATURALE AFRICANA, TRA SAVANA E SPECCHI D'ACQUA
Il Selous Game Reserve si estende per quasi 45 mila kmq. È la più vasta e la più antica riserva naturale africana. La perimetrazione è stata decisa nel 1905 dal governo coloniale tedesco per farne una riserva di caccia. Qui vi è la più alta concentrazione di elefanti rimasti sulla terra - circa 60 mila - e un totale di 800 mila animali selvatici tra i quali spicca, con 110mila esemplari, la numerosissima popolazione di bufali. A questi si aggiungono le giraffe pezzate, gli ippopotami, i rinoceronti e i circa 4 mila leoni di questo parco. Con un po' di fortuna i visitatori possono vedere anche il raro licaone.

Nel Selous i safari seguono in gran parte i meandri del fiume omonimo e poi il Rufiji, il più grande bacino di raccolta idrica di questa parte dell'Africa che diventa spettacolare proprio nella parte meridionale della riserva. All'Impala Lodge Camp si alloggia su un promontorio che si allunga in modo scenografico verso il Rufiji. Durante il giorno ci si sposta con la jeep ma soprattutto in barca. I ranger si avvicinano alle colonie di ippopotami fino quasi a sbattere contro questi grandi mammiferi, apparentemente mansueti ma estremamente pericolosi. Attraversando il parco il maestoso fiume rallenta e si perde nella savana formando specchi d'acqua simili a lagune interne punteggiate da isolotti e collegati tra loro da ampi canali che vengono attraversati a nuoto dai grandi mammiferi. Non è raro osservare il passaggio di una mandria di elefanti alla ricerca di pascoli migliori. Le acque sono il regno degli uccelli. Le piccole aquile africane sono sempre in agguato sulla cima dei possenti alberi che si chinano sul Rufiji.

RUAHA PARK, IN JEEP CON GLI EX CACCIATORI E INCONTRI CON I LEONI
Nei 13 mila kmq del Ruaha National Park, i safari sono più adrenalinici grazie agli incontri ravvicinati con le famiglie di leoni a caccia di prede che si seguono con la jeep nei loro appostamenti, oppure con le mandrie di bufali che cavalcano all'impazzata alzando fitte nuvole di polvere. Il Ruaha ha come baricentro il lodge di Mwagusi gestito da Chris Fox, 46 anni, figlio d'arte di una famiglia di cacciatori che ora si è convertito al turismo e alla difesa della savana africana. È Chris che accompagna gli ospiti nei safari mettendo a frutto le sue doti di ex cacciatore. E allora insegna a spostarsi sottovento e poi a scendere dalla jeep, magari per vedere a pochi metri una coppia di leopardi che sta sbranando una preda. Il paesaggio è più aspro di quello del Selous, qui c'è poca acqua e dominano gli spettacolari grandi baobab. Basse colline disegnano il profilo del territorio solcato da fiumi secchi, chiamati fiumi di sabbia, che si riempiono solo nella stagione delle piogge.

1 luglio 2011, aggiornato il 5 giungo 2012

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