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Porto creativa: arte, design e brezza atlantica

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Porto creativa: arte, design e brezza atlantica

Il ponte Dom Luis sul fiume Douro (foto Art Kowalsky / Alamy)
Il ponte Dom Luis sul fiume Douro (foto Art Kowalsky / Alamy)

«Questo lo usavo alle elementari», sospira un trentenne con aria sognante mentre sfiora le pagine di un quaderno a quadretti interfogliate da carta assorbente.
«Abbiamo molti clienti che vengono qui per comprare gli oggetti della loro infanzia», commenta la commessa dietro al pesante bancone in legno di A Vida Portuguesa, negozio di oggetti vintage ricavato negli spazi di un'ex fabbrica di tessuti in rua Galeria de Paris, nel centro storico di Porto.

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Sarà l'eterna saudade dell'anima lusitana, il ricordo mitizzato di quando eravamo poveri ma belli, o una fuga dalla realtà in questi anni di recessione ma la passione per il vintage qui è evidente. Saponi, cere per pavimenti, scatole gialle e nere per dentifrici prodotti negli anni 20 vanno a ruba.
Eppure Porto è una città dinamica e in trasformazione.
«Una volta qui, quando si usciva la sera, si andava solo in discoteca. Non c'erano molti locali dove passare una serata a bere e chiacchierare con gli amici», raccontano i baristi di rua Galeria de Paris, via stretta dove oggi si susseguono bar, pub e ristoranti e dove i ragazzi passano le nottate dei weekend.
Dalla fine degli anni 90, dopo decine di anni in cui gli abitanti avevano deciso di abbandonare la città per zone più comode e residenziali, Porto oggi è tornata a popolarsi.
Diversi progetti siglati dal Comune in collaborazione con privati hanno portato al rilancio del centro storico e al recupero del contiguo quartiere di Ribeira, affascinante rione che corre ripido fino al Douro, con i suoi stretti palazzi a tre piani coperti di azulejos colorati.
A rilanciare l'intera zona ha contribuito anche l'apertura di raffinati boutique hotel, come l'Infante Sagres - palazzo degli anni 50 con sontuoso arredamento neobarocco scelto da reali europei e attori - e il ristorante DOP, del pluripremiato chef Rui Paula nel Palazzo delle Arti, nel quartiere Ribeira.

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Ora l'insieme di queste aree è un mix eclettico che intreccia la città monumentale, con i suoi palazzi e le decorazioni rococò in oro massiccio della Igreja de São Francisco, alle gallerie d'arte contemporanea e ai pub. Anziane venditrici di sardine si contendono il marciapiede con venditori di biglietti della lotteria coetanei davanti ai negozi di grandi catene internazionali, mentre impiegati in abiti da ufficio camminano veloci verso la metropolitana.

PORTO, A SCUOLA DI ARCHITETTURA
La luce è fioca, qualche lampada da tavolo illumina giovani coppie sedute su divani di pelle. Venerdì sera, l'atmosfera è soft in questa sorta di chalet di legno tra gli scogli da dove si sente il rumore della risacca. La Casa de Chà ("casa del tè" in italiano) è un posto tranquillo, appartato, dall'atmosfera elegante ma per nulla esclusiva. Questa costruzione leggera, inserita tra un faro e una piccola cappella sul mare, è del 1963 ed è uno dei lavori che l'architetto Àlvaro Siza Vieira ha realizzato per la sua città.

Porto è da sempre una città di grandi architetti. Qui è nato e ha studiato Siza, premio Pritzker (una sorta di Nobel dall'architettura) del 1992, e il suo discepolo Eduardo Souto de Moura, che si è aggiudicato lo stesso premio lo scorso anno.
Per questo la facoltà di architettura dell'Università di Porto è la più importante del Paese – la sede è stata progettata da Siza stesso – e richiama studenti dall'intero Portogallo.
Tra i lavori di Siza merita sicuramente una visita anche il Museo Serralves di Arte Contemporanea, edificio minimalista in calcestruzzo e acciaio inserito nel parco della fondazione omonima. Pavimenti in legno, pareti bianche, saloni e piccole stanze ospitano dipinti, fotografie e installazioni dei principali artisti internazionali dagli anni 60 a oggi. Il museo si trova in un parco di 18 ettari dove trovano posto anche un laghetto artificiale, una fattoria e una residenza Art Deco.

Gli amanti dell'architettura con un po' di tempo a disposizione possono esplorare anche la Porto progettata da Souto de Moura. Noto soprattutto per lo stadio di Braga – celebrato dal Financial Times come «delizia architettonica» – in città si può vedere l'Edificio Burgo, un complesso geometrico con un grattacielo di 18 piani, e la stazione della metropolitana Trinidade.

Per un architour completo non può mancare una visita alla Casa da Música inaugurata nel 2005 con quattro anni di ritardo e progettata dall'architetto olandese Rem Koolhass in occasione della designazione di Porto a Capitale europea della cultura.
L'edificio, che ospita la National Orchestra di Porto, si estende per otto piani e comprende diverse sale da concerto con pareti in vetro. Nella zona vip, tra cristalli e acciaio, compare anche una parete di azulejos, in omaggio alla tradizione della città. Qui si tengono concerti di musica classica, jazz, fado e anche musica elettronica.
Contestato inizialmente dai portuenses, perché visto come un corpo estraneo, oggi la Casa è diventata uno dei simboli della città.

LA STRADA DEI GALLERISTI
Ma l'innovazione parte anche dal basso. Poco distante dal quartiere Ribeira giovani galleristi e designer hanno trasformato un'area dismessa in una delle zone più interessanti e innovative di Porto. Si tratta di rua Miguel Bombarda. Tra i primi a credere nel potenziale della zona è stata la Galeria Fernando Santos che dal 1993 lavora con nomi affermati, come Julian Schnabel e Pedro Cabrita Reis, e artisti emergenti.
«Ci siamo trasferiti qui nel 1995. All'epoca questa era una strada qualunque con molti magazzini abbandonati. Gli spazi erano interessanti e gli affitti bassi, per questo siamo venuti in tanti e oggi rua Miguel Bombarda è conosciuta come Gallery Street», racconta Joana Ferreira, collaboratrice della galleria. Adesso questa zona, anonima al primo sguardo, è il quartiere più interessante dove comprare vestiti alternativi, gioielli di giovani disegnatori e andare per librerie e ristoranti fusion. Ogni sei settimane le venti gallerie d'arte del quartiere collaborano all'organizzazione di mostre e performance artistiche nelle strade.

A PIEDI NUDI NEI TINI DELLA VALLE DEL DOURO
Poco più di un'ora d'auto separa Porto da questa Valle. Il fiume verde cupo scorre tranquillo tra colline terrazzate, qualche paesino e le aziende vinicole (le quintas) dove belle e antiche case coloniche sono state trasformate in lussuosi alberghi. Questa regione, una delle più antiche d'Europa, produce i vini e l'olio più buono del paese grazie al clima caldo e secco e al terreno ricco di scisto.

«La nostra valle si è aperta al turismo da 2 o 3 anni. Ora ospitiamo amanti del vino da tutto il mondo che qui passano qualche giorno di relax dopo aver visitato la città di Porto», spiega Catarina Serpa Pimentel mentre il cameriere serve un bicchiere di Porto tawny produzione della casa, la Quinta da Pacheca.
Quando è il momento della vendemmia gli ospiti di Catarina si armano di cesoie e iniziano a tagliare i grappoli. «Poi tutti insieme entriamo a piedi nudi nei tini e i nostri visitatori alla fine si portano a casa il vino che hanno contribuito a produrre».

Questa regione si può raggiungere in auto oppure in traghetto da Porto.
E per chi ha un animo nostalgico, ogni sabato da Porto parte un treno a vapore che costeggia il Douro. È un percorso lento, il convoglio non supera i 30 all'ora. Si attraversano una trentina di ponti da cui ammirare antichi villaggi agricoli che si specchiano nel fiume. Un tocco vintage, in pieno stile portuense.

24 agosto 2011, aggiornato il 14 settembre 2012

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