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A Pavia l'autunno è novello

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A Pavia l'autunno è novello

Il cortile della Certosa di Pavia (foto giuseppe masci / Alamy)
Il cortile della Certosa di Pavia (foto giuseppe masci / Alamy)

Lo scorso weekend ristoranti e locali hanno aperto le loro porte agli appassionati di Novello. Un appuntamento che si rinnova per tutti i fine settimana di novembre, con pranzi della tradizione pavese e feste di piazza. Come quella organizzata dal Comune di Broni, in Povincia di Pavia, per domenica 13 con degustazioni accompagnate da polenta e frittura.


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Si prosegue poi verso le sponde del Ticino, da dove lo sguardo corre verso le barche attraccate al molo e le casette colorate di Borgo Ticino, sulla riva opposta. Perché anche Pavia ha il suo lido sull'argine. Si parte quasi sempre da qui per visitare la città, dai Lungo Ticino Sforza e Visconti, divisi dal maestoso Ponte Coperto, bello quando la nebbia lo inghiotte o quando il sole allunga l'ombra dei suoi archi sul pavimento di ciottoli.
Con iPhone alla mano si possono scaricare i percorsi suggeriti dal comune oppure lasciarsi guidare dal flusso: il viavai di biciclette e persone sulla Strada Nuova, l'arteria nevralgica (e pedonale) che dal fiume porta al Castello Visconteo, la fastosa residenza di corte, oggi sede dei Musei Civici. Qui, fino alla prossima domenica è ospitata la mostra Motorrealismus. Quarantaquattro opere nelle quali l'artista tedesco Günter Pusch esplora il percorso dell'uomo contemporaneo legato al progresso tecnologico e scientifico. Mentre nelle Scuderie del castello, fino al 18 dicembre, sono esposte cento opere dell'esposizione Degas, Lautrec, Zando'. Le folies de Montmartre. Si tratta di una raccolta dei lavori dei tre maestri della nouvelle peinture - Edgar Degas e Henri de Toulouse-Lautrec, appunto, e l'italiano Federico Zandomeneghi - che per la prima volta vengono messi a confronto con il mito di Montmartre, centro della vita artistica parigina tra Ottocento e Novecento.

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Fuori dalle mura del maniero, un itinerario da seguire nel centro storico può essere legato alle testimonianze artistiche lasciate dai pittori dell'entourage di Ludovico il Moro, in epoca leonardesca, e un tour tra i luoghi di Leonardo da Vinci, che a Pavia soggiornò nel giugno del 1490 (e poi nel 1510). Meritano le chiese di Santa Maria del Carmine e San Teodoro, che s'incontrano a destra di via XX Settembre in direzione del fiume e, naturalmente, il Duomo, con la sua imponente cupola alta oltre 60 metri.
Tra i luoghi che forse meglio raccontano Pavia poi c'è l'Università, una delle più antiche e prestigiose d'Italia, che proprio quest'anno festeggia 650 anni dalla fondazione. Entrati nel chiostro, sembra di sentirli ancora i fermenti culturali e intellettuali di un tempo: di fronte alla statua di Alessandro Volta, uno dei protagonisti della storia dell'ateneo insieme a Ugo Foscolo, Vincenzo Monti e Camillo Golgi, si prova quasi un timore reverenziale. Tra cortili, colonne, aule, porticati e bacheche con annunci d'affitto, bisogna concedersi un momento per osservare studenti e turisti in visita. Alle spalle dell'ateneo c'è piazza Leonardo da Vinci, uno scorcio splendido, dominato dal profilo di tre torri, le poche sopravvissute in città (pare che a Pavia ce ne fossero più di 100). Non lontano, il Collegio Ghislieri, nella piazza omonima, dove cresce l'eccellenza accademica. Dalle finestre si espandono dolci melodie, quelle dei musicisti del Ghislieri Choir & Consort che si esercitano per Pavia Barocca 2011, rassegna internazionale di musica antica (fino al 14 dicembre, ghislierimusica.it).
Prima di tornare al fiume, è d'obbligo una sosta alla Basilica di San Michele Maggiore, su via Antonio Scarpa, capolavoro del Romanico lombardo.

Dal Lungo Ticino, poi, attraversato il Ponte Coperto, si gira a sinistra in via Milazzo. Al civico 65 s'incontra l'Antica Osteria del Previ, al 79 la storica Osteria della Malora, dove sono appese foto in bianco e nero della vecchia Pavia, quella dei pescatori e delle lavandaie.

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7 novembre 2011

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