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Franciacorta, nella tenuta del tenente

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Weekend

Franciacorta, nella tenuta del tenente

Il monastero di San Pietro in Lamosa, a Provaglio d'Iseo, con la sua chiesa romanica ricca di affreschi e la cappella barocca (foto Alamy)
Il monastero di San Pietro in Lamosa, a Provaglio d'Iseo, con la sua chiesa romanica ricca di affreschi e la cappella barocca (foto Alamy)

«Nel 1945 venne pubblicato il mio ‘Sergente nella neve' e qualcuno di quei vecchi amici si rifece vivo. Un giorno mi scrisse anche il mio tenente, Nelson Cenci. Era dal 10 giugno del 1943 che non avevo più notizie di lui e lo ricordavo come il 25 gennaio del 1943 l'avevo visto cadere sulla neve, colpito dalla mitragliatrice davanti a Nikolajewka. Da allora erano passati più di dodici anni. Ora faceva il medico a Milano, sposato con due bambine. Ci ritrovammo qualche tempo dopo e quella sera lui accese il fuoco nel camino e sua moglie versò per noi il vino più buono».
Nelle memorie di Mario Rigoni Stern, il grande autore de Il Sergente nella neve, romanzo che racconta la battaglia e la ritirata degli Alpini sul fiume Don, c'è un passaggio che racchiude il trascorso di uno dei suoi grandi amici e compagni, Nelson Cenci, il tenente Cenci. E del suo vino.

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Una storia che attraversa il secolo e che "il tenente" stesso, nato nel lontano 1919, ama raccontare agli ospiti della sua azienda vitivinicola, La Boscaiola, a Cologne, in Franciacorta.
Nelson Cenci è oggi un elegante e spiritoso signore di oltre novant'anni, con la tipica voce addolcita dei narratori e dallo sguardo fiero di chi ama ripercorrere la lunga avventura di una vita. Abbracciando nel ricordo grandi nomi della storia italiana, come Rigoni Stern, Federico Fellini, Giulio Bedeschi, Don Gnocchi.
A chi arriva nella sua azienda, immersa nelle colline della Franciacorta, offre con piacere i ricordi del passato, resi forse più nitidi da vino che, immancabilmente, versa al suo interlocutore.
L'occasione per incontrarlo è, tra poco, il Festival Franciacorta (17-18 settembre), durante il quale le 50 cantine del territorio aprono le porte agli ospiti per un weekend all'insegna dei sapori e delle emozioni locali.

DALLA RIMINI DI FELLINI ALLA RUSSIA DI STERN
La storia di Nelson Cenci parte dalla nascita a Rimini, dal trasferimento sugli Appennini, dall'infanzia trascorsa tra Milano e l'Emilia Romagna. «Dove, da ragazzo, passavo le estati dagli zii. Sul lungomare, le mie vacanze trascorrevano in compagnia di personaggi come Titta Benzi e Federico Fellini, che all'epoca scriveva già su un giornale satirico nazionale, il Marc'Aurelio. Eravamo gli amici cui si ispirò nel suo film I Vitelloni. Un gruppo di ragazzacci, che si sedevano senza avere un soldo al famoso bar Zanarini e scappavano senza pagare. Ma, col tempo e con il suo trasferimento a Roma, ci siamo persi di vista», ricorda.

Allo scoppio della guerra Cenci si trova sui banchi dell'Università: sarebbe esentato dal servizio militare, in quanto studente di medicina. Decide però di partire, entra negli alpini, combatte in Montenegro e nel luglio del 1942 viene mandato in Russia: «Saremmo dovuti arrivare sul Caucaso per unirci poi alle forze d'Africa. Finimmo sul Don, a ripetere gli stessi errori di Napoleone. Lì rincontrai Rigoni Stern, che avevo già conosciuto nel Sesto Reggimento Alpini. Insieme, nella 55^ compagnia del battaglione "Vestone", vivemmo i giorni più duri, le battaglie feroci, gli attacchi russi, il lungo ripiegamento. Lui durante quelle fredde notti raccontava e ascoltava. Prendeva appunti, annotava tutto perché, ci diceva, avrebbe voluto scrivere un libro su quello che stavamo patendo. E poi... poi arrivò il terribile Natale della ritirata, cui seguì la battaglia di Nikolajewka». Quella ricordata da Rigoni Stern in cui Cenci, ferito, viene salvato da due suoi soldati.

I pochi che sopravvivono, tornati in patria, cercano di tornare alla vita, di costruire il futuro. Cenci riprende gli studi, inizia la sua carriera come medico otorino, diventa primario all'Ospedale di Varese e professore universitario.

IL VINO DEL RICORDO E DEL RITORNO
Ma sono gli alpini a dare, una volta in più, una svolta alla sua vita. Cenci cerca gli uomini che, in quella tragica battaglia di Russia, gli salvarono la vita. Li scova in un piccolo borgo del bresciano, Cologne: «Mi parlavano sempre del loro paese, del loro lavoro. Quando li ritrovai, pensai subito che proprio in quel posto mi sarebbe piaciuto invecchiare. Era un luogo unico, dove lo spazzino scriveva poesie e il falegname era direttore del coro».

Facile capire perché il tenente decide di mettersi a scrivere il suo primo libro Ritorno (edizioni Mursia). E di pari passo, iniziare a Cologne una nuova avventura. Da una cascina contadina del ‘600 crea un'azienda vitivinicola che è stata tra le prime ad entrare nel Consorzio Franciacorta: «La prima vendemmia l'abbiamo fatta in botti di cemento. Ad aiutarmi c'erano, come sempre, i miei compagni d'armi. La vendemmia, alla Boscaiola, è sempre una festa».
Sotto il pergolato, attentamente ristrutturato, sono disseminati di preziosi ricordi dell'antico corpo di fanteria. Qui, negli anni, il gruppo di amici ritrovatisi proprio grazie al libro Il sergente nella neve, si riuniva per brindare e ricordare il passato comune che ha fatto la Storia: «Lunghe tavolate, con Rigoni Stern, Giulio Bedeschi, Don Gnocchi e tanti altri. E il vino della Boscaiola, suggello della nostra amicizia».

LA BOSCAIOLA, UN PRESENTE IN ROSA
Oggi gli incontri tra alpini fanno ancora parte della festosa quotidianità della Boscaiola. Le tavolate hanno qualche amico in meno e tra di loro c'è proprio Rigoni Stern, mancato tre anni fa: l'ultima volta che si è trovato a tu per tu con il suo tenente è stato nelle grotte di Zavancedo, a Vicenza, per ascoltare Marco Paolini nella sua interpretazione del Sergente nella Neve.
Ma le sinuose colline del Monte Orfano, che custodiscono l'azienda, possono raccontare un presente altrettanto vitale. Che ha il nome delle due donne di casa Cenci, Giuliana e Maria Grazia, che affiancano il padre, ancora oggi "comandante di casa". Quella che un tempo era solo una dimora di campagna di un medico appassionato di buon vino è diventata un'impresa che con i sei ettari di proprietà offre i Franciacorta della gamma: il Satèn, il Brut, il Brut Millesimato e ora anche la riserva Extra-Brut "NelsonCenci". Con riconoscimenti che da tempo spaziano dal Gambero Rosso ai Vini di Veronelli.

Dopo una degustazione i visitatori possono partire da qui per visitare le abbazzie per le quali questa zona è famosa. Come quella Olivetana di S. Nicola, a Rodengo Saiano, con le numerose pitture e due importatnti "Cene" del Romanino. Oppure il Convento dell'Annunciata, nella vicina Rovato, che domina la pianura dalle pendici del Monte Orfano, con una quattrocentesca struttura monastica. Chi si volesse spostare verso il lago d'Iseo e verso la Riserva naturale delle Torbiere sebine non perda il Monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio d'Iseo, con la sua chiesa romanica ricca di affreschi e la cappella barocca. Da qui la scelta spazia tra le tre splendide isole Monte Isola, Loreto e San Paolo. Se però si preferisce rimanere tra le colline moreniche del lago d'Iseo e i vigneti della Franciacorta, non bisogna dimenticare il maestoso Palazzo Torri, splendida villa nobiliare fortificata del Seicento.

Un'occasione per una visita alla Boscaiola e alle altre cantine della zona è il prossimo Festival Franciacorta. Nel regno del tenente Cenci, oltre ad una degustazione di prodotti emiliani (doveroso omaggio alle sue origini), le due donne della Boscaiola hanno deciso di dare ai loro ospiti la possibilità di assistere ad una degustazione guidata dalle DonzellWine, associazione al femminile di sommelier che ha scelto di raccontare il vino in chiave rosa. Con abbinamenti degni di un Sex and The City da vitigno: vino e scarpe, vino e vestiti, vino e trucchi, vino e uomini…
Come dire: lo stile, le generazioni, i protagonisti cambiano e si evolvono. Un buon calice di vino resta.

6 settembre 2011

Per saperne di più sul Festival Franciacorta e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi

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