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Eros e poesia, Robert Mapplethorpe in mostra a Milano

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Eros e poesia, Robert Mapplethorpe in mostra a Milano

Autoritratto, 1975 (© Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission)
Autoritratto, 1975 (© Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission)

«Ricerco la perfezione della forma. Lo faccio con i ritratti. Lo faccio con i peni. Lo faccio con i fiori. Non c'è differenza da un soggetto all'altro. Cerco di catturare qualcosa che potrebbe essere scultura». E se di ogni artista si può ritrovare una cifra distintiva, quella di Robert Mapplethorpe è decisamente la perfezione. Condizione necessaria di ogni scatto, inseguita – e spessissimo raggiunta – tra la grande varietà dei soggetti, dai nudi di eleganza classica alle sensuali nature morte, dalle forti immagini sado-maso ai ritratti più teneri.

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Al ragazzo terribile della New York densa di fermento degli Anni '70 e '80 – quella di Andy Warhol e della pop art - lo Spazio Forma di Milano dedica una mostra dal 2 dicembre 2011 al 9 aprile 2012: una grande retrospettiva che comprende ben 178 fotografie provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York, per la prima volta a Milano e unica tappa italiana. Un'opportunità per ripercorrere l'intero iter creativo di Mapplethorpe, nel quale i temi delle fotografie si intrecciano strettamente con la vita dell'artista.

Ad aprire la prima delle sette sezioni tematiche in cui si divide l'esposizione c'è una serie di Polaroid degli Anni '70, pezzi rari e originali (raramente escono dalla fondazione), che già testimoniano la sua natura di "sperimentatore": Mapplethorpe trasforma in immagini la realtà che lo circonda, già alla ricerca di quel rigore formale che troverà poi pieno compimento negli autoritratti e nella serie di nudi. E sono proprio gli autoritratti i protagonisti della seconda sezione. Giovanissimo, sorridente e scanzonato, travestito da donna con una pelliccia, trasformato in un terrorista e, infine, mentre impugna un bastone sormontato da un teschio, già segnato dalla malattia, l'AIDS, che se lo porterà via nel 1989: c'è tanto di quest'uomo e della sua vita in questi scatti, che sono una maniera di giocare, sì, ma anche di indagare sé stesso e di sfidare la morte.

L'indagine è estesa anche al corpo umano, esplorato e ritratto nella sua bellezza, simile a quella delle statue greco romane. Guardando le immagini esposte, si capisce perché Mapplethorpe sia stato accostato a Michelangelo: per l'adesione all'estetica classica, per il modo in cui la luce modella la plasticità dei corpi, per il vigore dei muscoli e delle torsioni. Impronta visibile non solo nei nudi maschili – soprattutto di ragazzi di colore - ma anche in quelli femminili, dove appare Lisa Lyon, la prima campionessa del mondo di bodybuilding.

Mapplethorpe non ama essere etichettato come "scioccante", anche se le sue opere suscitano clamore e talvolta capita che le sue mostre – celebre l'episodio del 1986 a Washington – vengano chiuse per oscenità. È il suo modo di non accontentarsi, di "cercare l'inaspettato".
Una sezione a parte è dedicata ai ritratti di Patti Smith, la sua prima modella, conosciuta nel 1967, con la quale vive per sette anni prima di scoprire la propria omosessualità e con la quale il sodalizio umano e artistico durerà per tutta la vita. Si va dalle prime foto, dove la cantante è ritratta arruffata e poco più che ventenne, alle ultime, della fine Anni '80, dove è trasformata in una Madonna senza tempo.

Infine, la sezione centrata su fiori e nature morte, e quella dedicata ai bambini: sensuale la prima, con le calle carnose e i tulipani dalla corolla reclinata carichi di erotismo e malinconia; tenera e delicata la seconda, dove gli sguardi dei bimbi sono colti in tutta la loro vivace poesia.

INFORMAZIONI
Robert Mapplethorpe
Fondazione Forma per la Fotografia. Piazza Tito Lucrezio Caro 1, Milano. Dal 2 dicembre al 9 aprile 2012. Tutti i giorni dalle 10 alle 20. Giovedì e Venerdì fino alle 22. Chiuso il Lunedì.
Costo biglietto: 7.50 euro Ridotto 6 euro Scuole 4 euro. Per informazioni: 02.58118067.


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