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Slovenia, in pista tra i boschi del Pohorje

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Slovenia, in pista tra i boschi del Pohorje

Due sciatori sul comprensorio del Pohorje (foto M. Petrej da maribor-pohorje.si)
Due sciatori sul comprensorio del Pohorje (foto M. Petrej da maribor-pohorje.si)

Qualcuno ha gli sci, altri lo slittino, c'è chi è armato di ciaspole e chi di tavola per lo snowboard. Ma tutti indossano giacche a vento, scarponi e tute da neve. Loro, i passeggeri dell'autobus numero 6, sono una folla insolita in cui imbattersi salendo su un pullman di linea che attraversa il centro storico della seconda città per grandezza della Slovenia, Maribor.

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Il numero 6, però, è un mezzo pubblico particolare: il suo capolinea non è una piazza o una strada, ma la stazione della telecabina circolare Pohorskavzpenjača, che porta alle piste da sci del comprensorio di Pohorje. A guardarlo da Maribor, il Pohorje è un massiccio possente, piantato come una sentinella sopra la città, abbracciato dal corso sinuoso della Drava, solcato da piste che dai 1543 metri della cima scendono giù a valle fino quasi a lambire le ultime case della capitale della Stiria slovena. Un gigante che, a dispetto della sua non elevata altitudine, è il più vario e grande circo bianco della Slovenia. Qui ci sono le piste dove si corre la Volpe d'Oro, la due giorni di gare di Coppa del Mondo femminile di sci alpino (la 48a edizione si è tenuta il 21 e 22 gennaio), che vede le atlete cimentarsi con lo slalom speciale e con il gigante. Le stesse piste che, spenti i riflettori della Coppa, impegnano sciatori più o meno esperti.

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Per i principianti, ci sono le azzurre che attraversano i boschi del Pohorje, mentre gli amanti del fondo raggiungono Areh, sopra Ruše, per scatenarsi, a passo alternato o a skating, sui 27 chilometri di circuiti per lo sci nordico. Di notte c'è la pista illuminata più lunga della Slovenia – ben 10 chilometri punteggiati di fiaccole –, mentre i bambini hanno a disposizione un parco dedicato. E persino i patiti del calcio hanno il loro regno, un campo un po' più grande dei canonici campetti per il gioco a sette (ma più piccolo di quelli per undici) dove al posto dell'erba c'è la neve e la calzatura regolamentare è lo scarpone da sci. Il panorama migliore lo si gode dall'alto del dondolo di Pohorje: una gigantesca altalena che s'innalza a otto metri da terra nel punto più esposto del comprensorio da dove lo sguardo abbraccia la valle, il letto della Drava, Maribor e l'antico quartiere di Lent.

MARIBOR, CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2012
Ed è proprio qui, tra le sue vecchie stradine che, dopo lo sci, è bello perdersi, magari fermandosi a bere una pinta di birra al Patrick's Pub (Poštna ulica 10, tel. 00386-22511801), irish pub lungo la Drava o al Čajek Café (Slovenska ulica 4, tel. 00386-22502986), un bel locale dagli arredi vintage e dall'atmosfera rétro che serve caffè, tè e birra. Stretto tra due maestose torri, quel che resta delle mura cittadine che per secoli furono un baluardo contro le invasioni di turchi e magiari, Lent è il quartiere dove si trovano i migliori ristoranti tradizionali della città. Come lo Štajerc, che propone tutte le specialità della cucina slovena a cominciare dal bograč, uno stufato preparato con differenti tipi di carne. È qui, attorno all'antico porto fluviale, che Maribor conserva l'aria di cittadina colta e ricca, un po' austriaca e un po' ungherese, gelosa delle sue torri e dei suoi castelli, delle piazze tardo-rinascimentali e delle chiese medievali, dei suoi musei che custodiscono il passato e delle gallerie che ospitano gli artisti emergenti, come Kibla (ulica kneza Koclja 9), spazio per opere multimediali e arte d'avanguardia. Luoghi che, quest'anno, saranno il palcoscenico dei tanti eventi organizzati in occasione dell'elezione della città a Capitale Europea della Cultura. Concerti, rassegne teatrali, mostre ed eventi speciali come Northern Lights, un tour della città legato all'opera di Drago Jančar, lo scrittore nato a Maribor e considerato una delle voci migliori della letteratura slovena contemporanea. Ogni mese dell'anno sarà rappresentato da un personaggio della cultura mondiale – artisti, scienziati, giocatori di scacchi, coreografi e filosofi – come il regista teatrale Jan Fabre, lo scacchista Garri Kasparov e il poeta Charles Simić. E non mancheranno mostre come Heroes we Love, dedicata ai capolavori dell'arte realista socialista provenienti dall'ex blocco orientale.

Oltre 3mila opere di arte moderna e contemporanea sono raccolte nelle sale della Galleria d'Arte di Maribor, uno dei principali musei sloveni dedicati al genere, mentre i tesori archeologici sono custoditi al Museo Regionale di Maribor (Grajska ulica 2), nell'omonimo quattrocentesco castello che conserva anche uno scalone barocco e la Sala dei Cavalieri con il soffitto e le pareti affrescate dal pittore Jožef Gebler. La storia recente della Slovenia, invece, è ben rappresentata nelle sale del Museo della Liberazione (ulica Heroja Tomšiča 5) che ricostruisce, attraverso reperti e documenti, il periodo dell'occupazione nazista del Paese.

Oltre ai musei, merita una visita la Glavni trg, una delle più belle piazze slovene, fiancheggiata da edifici barocchi, dove si affacciano il Municipio rinascimentale, la Chiesa di San Luigi e la Torre dell'Orologio. Nel mezzo svetta la settecentesca Colonna della Peste. Il monumento più curioso di Maribor però è la Vecchia Vite di via Vojašniška 8 che, con i suoi quattrocento anni, è la più antica del mondo. Nella Hiša Stare trte, la sua casa, si può conoscere la storia di questa incredibile pianta, entrata nel Guinness dei Primati, che ancora produce ogni anno una trentina di litri di un vino dal nome poetico, Žametna Črnina, velluto nero.

20 febbraio 2012

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