Le giornate sono più lunghe, i raggi del sole iniziano a farsi sentire, niente folla. Sono gli ingredienti che rendono la Costa Brava la destinazione primaverile perfetta per un weekend o una gita da unire alla visita di Barcellona. E a due ore dalla Rambla, eccovi in un altro mondo, dove la Catalogna non perde la capacità di unire cultura e paesaggio, arte e tapas. Con la possibilità di fare attività all'aria aperta. Quasi sempre sulla riva del mare.
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NEL CASTELLO DI DALÍ
Prima tappa, un'ora di treno o di macchina a nordest, è Girona. Nel centro storico, da vedere assolutamente a piedi, si arriva dal ponte sul fiume Onyar progettato da Eiffel, lo stesso ingegnere della torre parigina. Di lì si giunge direttamente a El Call, quartiere ebraico tra i più importanti in Europa, un labirinto di vicoli e case di pietra, dove si trova il Museu d'Història dels Jueus, che ripercorre la vita e la cultura medievale ebraica fino al 1492, quando gli ebrei dovettero scegliere tra convertirsi al cristianesimo o abbandonare la Spagna (C/ Força 8, Girona, tel. 0034.972216761). Passeggiando tranquillamente, si raggiunge anche la Catedral, con la sua facciatabarocca e, all'interno, la più ampia navatagotica d'Europa, alta ben 23 metri. A due passi da qui vale la pena di visitare anche l'antico centro termale dei Banys Àrabs e il Passeig de la Muralla, camminamento lungo le antiche mura fortificate. Pranzo da Mimolet, con un bel giardino, le crocchette con prosciutto iberico e i vini locali. Nella parte moderna di Girona, sulla parte occidentale del fiume Onyar, il Museu del Cinema, con alcuni dei pezzi più importanti della collezione privata di Tomàs Mallol, e un viaggio nella storia delle immagini; c'è perfino il proiettore usato dai fratelli Lumière per la prima proiezione pubblica (C/ Sequia 1, tel. 0034.972412777). Appena fuori città si può raggiungere il Castell de Púbol, rudere del Trecento acquistato dal pittore Salvador Dalí per la moglie Gala nel 1970. Oggi è un museo con arredi originali, affreschi e sculture, come l'elefante, oggi un'icona locale. Ma ecco il mare; a mezz'ora d'auto da Girona, la baia di Palamós è famosa per la sabbia fine e le decine di calette per prendere il sole indisturbati. Le più belle sono Cala Culip a Port de la Selva – una baietta di ghiaia in mezzo alla vegetazione – e Cala Pedrera, piccola insenatura di sabbia e ciottoli appena prima di Es Castell. I velisti si ritrovano a Cala Castell, un angolo di pace dove lo sguardo non incontra mai costruzioni o strade. Per chi desidera, invece, un tocco di mondanità, con spiagge attrezzate e centri sportivi per praticare immersioni o noleggiare kayak, vale la pena raggiungere Platja d'Aro. La zona è anche il punto di partenza per escursioni che portano al massiccio di Les Gavarres, in un parco naturale ricoperto da pini con diversi sentieri panoramici da percorrere in mountain bike o a piedi con le guide di Walking Catalonia. La vista più bella e "letteraria" si gode dall'Eremo di St. Elm dove, nel 1908, il giornalista e scrittore catalano Ferran Agulló, ammirandone il profilo frastagliato, battezzò questo lido Costa Brava (in spagnolo, "selvatica"). Certo, da allora le cose sono cambiate, specie dal punto di vista ambientale, ma ci sono ancora angoli di natura intatta, come nel Golfo di Roses, una curva di quindici chilometri, fra la penisola del Cap de Creus e il massiccio del Montgrí. Una spiaggia sabbiosa lungo la pianura alluvionale dell'Empordà, con paludi resti di antichi stagni e cortales, le case coloniche circondate da prati e staccionate.
La primavera è perfetta per il birdwatching negli acquitrini fra Sant Pere Pescador e Castelló, nel Parc Natural dels Aiguamolls de l'Empordà. Le spiagge, alcune Bandiera Blu, sono invece all'interno del Parc Natural del Cap de Creus. Da Cala Jóncols, ideale per il diving, a La Pelosa, sparsa di chiringuitos che preparano pesce appena pescato, fino a Canadell, proprio in mezzo a queste due cale, dove ci si tuffa in acque trasparenti.
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CIPRESSI, GIOCATTOLI E DANZE CATALANE
L'Empordà, una delle più antiche divisioni amministrative della storia catalana. Il capoluogo è Figueres, vivace cittadina mediterranea con un entroterra di campi protetti da filari di cipressi. Grandi platani, invece, abbelliscono la Rambla, l'arteria principale, fiancheggiata da edifici neoclassici e modernisti. In molte di queste case sono nati personaggi illustri, come lo stesso Dalí, cui è dedicato il Teatro-museo, meta di un vero e proprio pellegrinaggio artistico e secondo in Spagna, per numero di visite, solo al Prado. Erano di Figueres anche Narcís Monturiol, che nel 1859 progettò l'Ictineo, uno dei primi sommergibili al mondo, e Pep Ventura, compositore che nell'Ottocento ideò una versione coreografica della Sardana, vivace e coinvolgente danza catalana. Quest'aria culturalmente frizzante si ritrova anche in altri luoghi. Il curioso Museu del Joguet, ad esempio, che custodisce giochi di tutto il mondo; oltre 4000, dai soldatini di piombo alle Barbie d'epoca, ai robot giapponesi Anni 70 (C/ Sant Pere 1, tel. 0034.972504585). Il Museu de l'Empordà, invece, è dedicato all'arte catalana e a ritrovamenti archeologici di epoca greca, romana e medievale, oltre a proporre retrospettive di molti artisti della regione (Rambla 2, tel. 0034.972502305). Le esposizioni di opere di giovani artisti coinvolgono anche molti locali cittadini, come il Café dels Tints, in Carrer del Tints, la stessa strada da cui Dalí si recava alla scuola di pittura del maestro Nuñez, perfetto per un bicchiere di vino tra quadri e sculture (tel. 0034.972502889, menu da 15 euro). Passeggiando tra i vicoli s'incontrano numerose gallerie d'arte, e studi che propongono anche veri e propri ritiri artistici. Come quelli organizzati da Le Studi D'Arts, all'interno del Masia Can Geli, bella dimora rurale a poca distanza da Figueres, dove gli stage sono in compagnia di artisti, ballerini e docenti di musica come Eva Mas o Jordi Rallo. I dintorni di Figueres, amata dai patiti della mountain bike per i saliscendi sul mare, sono ricchi di borghi, come quello di Peralada, con il castello signorile dei visconti di Rocabertí, location in estate di un Festival Internazionale di Musica. Ospita la collezione privata della famiglia Suqué-Mateu, con oggetti preziosi di ceramica e vetro, un museo dedicato al vino e una ricca biblioteca con 80 mila volumi, tra cui rare edizioni del Don Quijote. Da Peralada si raggiungono anche Vilabertran, sorta attorno a un antico monastero, l'antico priorato romano di Sant Miquel de Fluvià, e Lladó, con la bella canonica agostiniana di Santa Maria, in stile romanico.
SULLA SPIAGGIA CUBISTA
Belle sorprese architettoniche s'incontrano anche a Cadaqués, ma qui sono il mare e le case bianche a regalarle un fascino singolare. Un appeal che fin dal XIX secolo ha attirato intellettuali e artisti come Picasso, che nel 1910 dipinse qui molte famose tele cubiste, figure del surrealismo come Éluard, Magritte, Man Ray, Buñuel, e García Lorca. Chi arriva qui fuori stagione può approfittarne per recuperare la propria vena artistica portando con se un taccuino per qualche schizzo a matita o acquerello. Magari ritraendo il grappolo di case bianche intorno alla chiesa cinquecentesca di Santa Maria. Tra le spiagge più belle c'è Cala Sa Pedrosa, da raggiungere a piedi, sotto il faro di Cap de Creus. A Platja de Caldes, invece, sono sempre ormeggiate le barche colorate dei pescatori, e la vista abbraccia la baia di Port Lligat. Cala S'Alqueria Petita e Platja de Caials hanno fondali trasparenti da esplorare con maschere e pinne. Il Club Nàutic Cadaqués noleggia piccole barche per esplorare la costa, magari verso Pere Fet, spiaggetta idilliaca per godersi il tramonto sulla baia. Al mattino è di rito la colazione al Maritim o al Meliton, dove Marcel Duchamp aveva un tavolino fisso per gli scacchi. Si trovano, vicino l'uno all'altro, lungo il Passeig Maritim, e il caffè non fa rimpiangere quello italiano. Sul mare si affacciano anche locali dove la sera ci si ferma per l'aperitivo, come il Café de la Habana, omaggio all'epoca in cui da qui si salpava per Cuba (Dr Bartomeus s/n, tel. 0034.972258689). Per il pesce alla griglia, la zuppa di cozze e la paella, c'è il Can Rafa, dove il gestore punta per la materia prima sugli amici pescatori e propone vini dai vicini vigneti dell'Empordà (P. Maritim 7, Cadaqués, tel. 0034.972159401, da 30 euro). Tra verdi filari di vite aggrappati alla terra sorge anche il Mas Perafita, una dimora di pietra del XIV secolo, nel parco naturale di Cap de Creus. Qui, la famiglia Martín Faixó produce bianchi e rossi d'eccellenza. E qui si può soggiornare in una delle eleganti stanze rural-contemporanee. Oltre al vino, impossibile ripartire senza le scarpe firmate Castañer, amate da Penelope Cruz e Almodóvar, nel negozio su Plaça Rahol, né senza gli abiti del marchio Tramuntana Republik (lo trovate in Sa Jorneta 1), creato da un ragazzo del luogo e ispirato alla forza del mare e del vento. Le vere energie di Cadaqués, cantate da Gabriel García Márquez nei racconti di Tramontana. E amate dai surfisti che si buttano tra le onde della spiaggia di Grifeu a Llanca, dove finiscono la Costa Brava e la Spagna.
15 marzo 2012
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