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Aperitivo goloso tra i bacari a Venezia

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Aperitivo goloso tra i bacari a Venezia

Venezia, il Ponte di Rialto al tramonto (foto Henk Meijer / Alamy / Milestone Media)
Venezia, il Ponte di Rialto al tramonto (foto Henk Meijer / Alamy / Milestone Media)

Le tapas? Non sono nulla in confronto ai cicheti, gli stuzzichini che anticipano il pranzo o la cena, ma spesso la sostituiscono. Un po' di orgoglio nostrano ogni tanto ci vuole, soprattutto a Venezia, la città più turistica del mondo, dove spesso non è facile trovare il posto giusto per mangiare. Si va, però, a colpo sicuro scegliendo un bacaro, un'osteria tipica, magari sulle tracce del Cupra Ramato, il Pinot grigio che è un perfetto accompagnamento a questi golosi sfizi della Laguna. Il punto di partenza migliore per scoprirli è la zona di Rialto, dove si trovano le bancarelle del mercato.

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CICHETI SLOW FOOD
È qui che i proprietari dei bacari vanno a fare la spesa. Acquistano pesce freschissimo ma anche frutta e verdura che arriva dall'isola-orto di Sant'Erasmo, dove si produce anche il carciofo violetto. Questa rarità è un presidio Slow Food che si può assaggiare fino a giugno, preparato crudo o lessato, condito con aglio, prezzemolo, pepe e olio. Fa parte del menu dell'Antica Ostaria Ruga Rialto, che su prenotazione propone anche crudo di pesce. All'ingresso si trova il grande bancone su cui vengono esposti i cicheti a base di fritti e crocchette di patate. Un altro must è l'Enoteca Schiavi, che ha il pregio di trovarsi di fronte all'ultimo squero, il tipico cantiere veneziano dove si costruiscono le gondole. Qui l'aperitivo, nella bella stagione, si consuma all'aperto, appoggiati al parapetto di pietra, con vista sul canale, o seduti sui gradini di un piccolo ponte. La tradizione assoluta va in scena anche alla Busa alla Torre, uno dei locali più antichi di Murano, dove a dare il benvenuto c'è Gabriele Masiol, meglio noto come Lele. Lo riconoscete al volo dai capelli rossi, la taglia XL e il dialetto veneziano.

Ma si può provare anche l'esperienza di un cicheto "di lusso", come quello serale di BacAromi del Molino Stucky Hilton Venice, alla Giudecca, dove fino alle dieci e mezza di sera è un trionfo di seppie, polentina e baccalà mantecato. Allo storico Caffè Quadri, in piazza San Marco, seduti tra stucchi e velluti, le polpettine di carne, polenta e baccalà e insalata di pesce sono serviti con il Cicinis Attems, vino elegante e intenso, mentre nell'Enoteca Mascareta ai piattini con salumi e ostriche si possono abbinare champagne e bollicine italiane, come il Frescobaldi Brut Millesimato. L'estetica del gusto va in scena anche al Met Restaurant dell'Hotel Metropole, dove Oscar Cavallera, esperto esploratore del gusto, e la chef Mariasole Capodanno, hanno lanciato la cucina "Tracontemporanea". Il menù presenta piatti dalla doppia identità: da un lato la versione storica e tradizionale e, a fianco, lo stesso piatto rielaborato in maniera creativa. È un vero divertimento poter scegliere tra la versione originale delle venezianissime sarde in saor oppure la loro re-interpretazione, dove la sarda appare nel piatto in forma geometrica.

LA VENEZIA CHIC E INCONSUETA
Accanto ai bacari, che rappresentano l'anima più autentica della laguna, sopravvivono ancora altri indirizzi segreti non culinari che, tra un aperitivo e un'ombra de vin ramato, vale la pena di conoscere. A Murano, per esempio, si possono incontrare, sempre più rari, i maestri vetrai della Fornace Cenedese, dove da sessant'anni nascono pezzi unici di straordinaria bellezza. Vetri, lampadari, collezioni di piatti e bicchieri che fanno bella mostra nelle dimore di vip e teste coronate, dalla famiglia Versace ai Clinton. La visita, su prenotazione, permette di assistere al lavoro nella fornace e di visitare anche il museo che custodisce il meglio della produzione. Da tenere in agenda anche l'indirizzo dei fratelli Bevilacqua, che dal 1700 mantengono viva la tradizione della tessitura veneziana. Entrare in questo laboratorio oggi protetto come una delle ultime testimonianze di bottega dei secoli passati è davvero come fare un salto indietro nel tempo. Tessuti, broccati, arazzi, cuscini sono realizzati rigorosamente a mano, usando proprio gli antichi telai di legno. Anche in questo caso la visita è su prenotazione, ma vale la pena farla per capire il lavoro di alto artigianato che sta dietro a pochi centimetri di stoffa, ordinati anche per arredare una sala della Casa Bianca.

Poco noto è anche l'indirizzo del Casino Venier, l'ultimo esempio dei tanti casini di gioco dove i nobili veneziani si divertivano nel Settecento. Si trova nei pressi di San Marco e si può visitare solo su prenotazione perché l'appartamento è la sede dell'Alliances Françaises Italie. Decorazioni, stucchi e arredi suggeriscono le atmosfere di un tempo. C'è anche una stanza-armadio in cui i musicisti suonavano senza poter vedere gli ospiti, e un buco nel pavimento, coperto da una mattonella mobile, per poter controllare dal primo piano gli accessi al casino. Ma le atmosfere settecentesche rimaste più intatte sono quelle degli Itinerari Segreti, un nuovo percorso guidato che si snoda all'interno di Palazzo Ducale e porta alla scoperta del vero volto del potere della Serenissima, quello amministrativo. Archivi, passaggi segreti, armeria, sale interrogatori e le celle delle prigioni, descritte anche da Giacomo Casanova che vi fu detenuto.

C'è tempo fino all'8 luglio per visitare la mostra Klimt. Nel segno di Hoffmann e della Secessione al Museo Correr. A un secolo dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia (1910) e a 150 anni dalla sua nascita (1862-2012), l'artista austriaco viene celebrato in laguna con un'esposizione frutto della coproduzione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Museo Belvedere di Vienna, in collaborazione con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group. Grazie a dipinti, a rari e preziosi disegni, mobili e raffinati gioielli, ma anche elaborate ricostruzioni e interessanti documenti storici, la mostra illustra la genesi e l'evoluzione, in ambito architettonico e pittorico, dell'opera di Klimt e di quanti con lui diedero vita alla Secessione viennese.

Per respirare l'aria della storia, si può soggiornare a Ca' Gottardi, una charming house arredata in stile classico veneziano, che propone il brunch domenicale. Oppure a Ca' Zusto, un palazzo gotico dove il designer Gianmarco Cavagnino ha ripensato i decori e le atmosfere della tradizione veneziano-bizantina.

3 aprile 2012

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