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In Costiera, sulle tracce del nobile eremita

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In Costiera, sulle tracce del nobile eremita

La Costiera Amalfitana vista da Villa Rufolo, a Ravello (foto International Photobank/Alamy/Milestone Media)
La Costiera Amalfitana vista da Villa Rufolo, a Ravello (foto International Photobank/Alamy/Milestone Media)

Mille anni fa il nobile eremita Alferio Pappacarbone si innamorò di questi luoghi, sospesi tra l'azzurro del mare della Costa d'Amalfi e il silenzio e i boschi dei Monti Lattari. La sua grotta divenne presto un cenobio (cioè una comunità di monaci) e, in seguito, l'Abbazia della Santissima Trinità, meglio conosciuta come la Badia di Cava de' Tirreni, tra i siti storico-artistici più interessanti dell'Italia meridionale. Il fascino del luogo è ancora pressoché intatto: si sente lo scrosciare del torrente, il canto degli uccelli nel verde, il silenzio della preghiera.

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I Monti Lattari, straordinario habitat di montagna e mare, sono parco regionale, e Cava de' Tirreni, a sei chilometri da Salerno, è una delle porte di accesso alla divina Costiera. Ma è la Badia benedettina la prima attrazione: l'attuale facciata risale alla seconda metà del Settecento, mentre cupola e coro furono affrescati nell'Ottocento. Il percorso di visita si snoda tra gli ambienti monastici e la chiesa, che conserva autentici tesori d'arte come l'ambone (cioè la tribuna elevata dove si leggono le Sacre Scriutture) decorato a mosaico del XII secolo, l'altare secentesco in marmi policromi della Cappella del Sacramento, la sagrestia arredata con stili settecenteschi. La Grotta di Sant'Alferio, con l'urna che ne custodisce le reliquie e resti di affreschi parietali, ricorda le origini del cenobio. Il piccolo chiostro di età romanica è la parte più suggestiva della badia, con accanto la grande sala del Capitolo Vecchio del XIII secolo. Sempre all'interno, si può visitare il Museo Storico della badia ospitato in un'ampia sala duecentesca dove sono esposte anche opere pittoriche del Sei e Settecento, reperti archeologici e una collezione di monete delle zecche longobarde e normanne di Salerno. Una visita a parte meritano la Biblioteca e l'Archivio che custodiscono 80mila volumi, tra cui incunaboli e rare edizioni cinquecentine, numerosi codici miniati e oltre 15mila pergamene, di cui la più antica è del 792.

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Dal sagrato dell'abbazia partono una serie di itinerari di trekking, sentieri un tempo percorsi dai monaci e oggi tracciati dal Cai: si cammina nel silenzio, tra il folto della vegetazione e panorami mozzafiato che si aprono sul mare. Merita una visita a piedi anche il piccolo borgo medievale di Corpo di Cava che conserva ancora le mura turrite e dove c'è l'albergo Scapolatiello, ricavato da un antico palazzo circondato da un magnifico giardino: qui l'ospitalità ha una storia che risale al 1821 e ai primi viaggi romantici del Grand Tour. A tre chilometri da Cava c'è Vietri sul Mare, celebre per la tradizione della ceramica dipinta: le stradine sono gremite di botteghe e atelier di artigiani dove si fa incetta di piatti, vasellame e altri manufatti dai caratteristici colori e decori. Merita senza dubbio una visita l'antica Solimene Ceramica, disegnata dall'architetto Paolo Soleri nei primi del Novecento: da oltre un secolo i Solimene firmano le più belle ceramiche di Vietri, ancora lavorate al tornio e decorate a mano con disegni tradizionali e conosciuti nel mondo.

29 maggio 2012, aggiornato il 20 febbraio 2013

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