Lo Stella, quello di Mezzo e lo Scopolo. Il primo che pare ancorato a terra, il secondo bucato da una spettacolare galleria, il terzo che si slancia al largo, monolito dal profilo compatto abitato da un rettile che si trova soltanto qui, la lucertola azzurra. I Faraglioni di Capri, visti dall'Hotel Punta Tragara, sono solitari ciclopi, gli stessi che il poeta futurista Tommaso Marinetti definiva "tre coccodrilli di calcare impennati … frecce minerali scagliate nella tavolozza impressionistica del mare".
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Mare che arriva fin dentro l'albergo. Scuro e profondo davanti ai terrazzini delle camere affacciate quasi tutte sui Faraglioni, riscaldato nelle piscine all'aperto con getti per la talassoterapia, ridotto a sale e alghe nelle cabine della lussuosa spa Unica, trasformato in piatti raffinati ai tavoli del ristorante Monzù. Al Punta Tragara si respira ancora l'atmosfera dei tempi in cui l'isola era meta di turisti eccellenti e questa era la villa del marchese Vismara, dove gli ospiti abituali si chiamavano Eisenhower e Churchill. Ora, accanto ai reperti archeologici, alle statue e ai dipinti d'epoca, ci sono pezzi di design e impianti iPod Bang & Olufsen.
Poco distante, sul belvedere di Tragara, una folla di obiettivi è impegnata a immortalare i Faraglioni, eterna cartolina caprese. Che visti da qui, tra turisti vocianti, sembrano un po' meno selvaggi. Ma basta allontanarsi, seguendo la scogliera che raggiunge la costa est, per ritrovare l'anima accidentata e solitaria dell'isola. Perché Capri è un camaleonte dove ogni angolo è un'isola a sé. C'è la Capri contadina con gli orti, gli agrumeti, i vigneti e i paesini di viuzze tortuose, e la Capri cittadina con le sue eleganti boutique e i grandi alberghi. C'è la Capri di terra, a balze e rocce, impervia e ruvida, e la Capri del mare, disseminata di grotte, superbi scogli e insenature inaccessibili. C'è la Capri schiva, nascosta nelle ville di campagna, e quella mondana, che si dà appuntamento in Piazzetta per l'aperitivo. Ma la più segreta è quella che s'inerpica verso l'interno, sempre con uno sguardo al mare. Fatta di sentieri tracciati nella roccia e viottoli punteggiati di antichi fortini.
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LA MAGIA DELLA GROTTA BIANCA
Dal belvedere di Tragara, una passeggiata segue la costa fino alla Grotta Bianca, antro marino dalle acque opalescenti chiuso da una cupola di stalattiti. È un percorso aspro, attorniato da rocce e balconi calcarei affacciati sulle onde, mangiato dalle leccete e dalla macchia mediterranea. Un itinerario disseminato di 775 scalini da dove si avvistano lo scoglio del Monacone e la rossa villa di Curzio Malaparte, asserragliata sul mare con un grande tetto-terrazza dove lo scrittore andava in bicicletta. Più avanti si apre la Grotta di Matermània, dedicata a Cibele, madre degli dei e delle messi, trasformata in epoca romana in ninfeo. Ancora duecento gradini e si raggiunge l'Arco Naturale, straordinaria scultura paleolitica, nata dal crollo di una grotta sottostante.
CAPRI GOLOSA
I tavoli di Le Grottelle, locale ricavato da alcune grotte e con una balconata affacciata sull'Arco Naturale, sono il posto giusto per godersi il panorama. Gustando i piatti semplici della cucina isolana: gli zucchini alla scapece, gli spaghetti con i filetti di pomodoro, i ravioli capresi ripieni di ricotta, la frittura di paranza e la pastiera. Sapori della tradizione anche da Tonino in via Dentecale, poco lontano. Nel giardino si assaggiano seppie e finocchi in insalata, scialatielli con vongole e zucca, spaghetti alla Nerano, coniglio e pesce alla griglia.
Più sofisticati i piatti serviti al Quisi, ristorante dell'hotel Quisisana, indirizzo storico del lusso caprese. Dove, alla tradizione, si accompagna il tocco creativo dello chef. Il risultato? Piatti sorprendenti come i tortelli fatti in casa con melanzane sotto cenere, cicala di mare e profumo di basilico. Quest'anno l'albergo ha ridisegnato l'area piscine che ora sfoggia una vasca con acqua riscaldata a 30 gradi e una jacuzzi dove si raggiungono i 33 gradi. D'obbligo poi un giro nei saloni, vera galleria d'arte con opere di De Chirico, Schifano, Paladino, Lello Esposito. Dal Quisisana si raggiunge la Certosa di San Giacomo, simbolo del Medioevo isolano. La sua architettura è essenziale, con volumi e forme armoniche. È divisa in tre blocchi: quello extraconventuale con la chiesa aperta a tutti e la farmacia, la casa bassa per i conversi, e la casa alta, la clausura, che si sviluppa intorno a due chiostri. Accanto alla Certosa, al limitare dei Giardini di Augusto, il ristorante Il Geranio offre splendida vista e piatti marinari, dal crudo di pesce alle linguine con astice e frutti di mare. Poco più avanti, parte una delle più celebri strade capresi, la via Krupp. Frutto del sogno di un miliardario tedesco arrivato sull'isola alla fine dell'Ottocento, la strada (che porta il suo nome) è un capolavoro d'ingegneria: un serpentone scavato nella roccia che, un gomito dopo l'altro, in un chilometro 346 metri e 60 centimetri, precipita per 500 metri fino alla spiaggia mondana di Marina Piccola.
ANACAPRI, IL FASCINO DISCRETO DEL SILENZIO
Anacapri, secondo centro dell'isola, è la sua anima riservata e silenziosa. Qui convivono raffinate maison d'hôtes come Al Mulino e Casa Mariantonia – poche camere ricavate da edifici dall'architettura mediterranea – e lussuosi hotel. Come il Blu Capri Relais, cinque stelle di design dove gli arredi sono griffati Poltrona Frau, Alias, Cappellini. O il Capri Palace disseminato di foto d'autore e opere d'arte. L'ultima, appena terminata dallo scultore Arnaldo Pomodoro, è Riva dei mari, un altorilievo in fiberglass lungo 36 metri. E delle piccole opere d'arte sono anche i piatti serviti al ristorante L'Olivo, dove lo chef Andrea Migliaccio propone ricette mediterranee rivisitate con tocco creativo. Proprio accanto, quest'anno apre il Ragu, ristorante di cucina caprese, dove gustare gli spaghetti alla ciamurra o l'autentica pizza napoletana lievitata naturalmente. Bando agli eccessi alimentari invece alla spa del Palace dove la nutrizionista Evelina Flachi mette a punto diete ipocaloriche personalizzate.
Poco lontano parte il sentiero che, in un'ora e mezzo, porta alla cima più alta di Capri, il Monte Solaro (i più pigri possono optare per la seggiovia che raggiunge i 600 metri della vetta in 12 minuti). Da qui vale la pena arrivare all'Eremo della Cetrella, costruito dai Certosini nel XIV secolo su un belvedere naturale. Vicino alla partenza della seggiovia comincia la Migliera, stradina che ripercorre in parte il tracciato della strada romana e finisce al belvedere del Tuono, strapiombo con vista sul faro di Punta Carena. E proprio da qui un percorso panoramico insegue la costa ovest fino a Punta dell'Arcera. È il Sentiero dei Fortini, che deve il nome alle fortificazioni costruite all'epoca dei Saraceni e poi utilizzate da inglesi e francesi durante le guerre napoleoniche. Il sentiero si spinge fino alla Grotta Azzurra. Proprio accanto, sugli scogli di Gradola, ai tavoli de Il Riccio, si assaggiano i piatti del golfo partenopeo: paste di Gragnano e crostacei, pescato del giorno e una bella selezione di crudo del Mediterraneo.
8 giugno 2012
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