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Rabat: la nuova perla di charme dell'Unesco

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Rabat: la nuova perla di charme dell'Unesco

Bambini giocano di fronte all'ingresso della Casbah (foto Alamy/Milestone Media)
Bambini giocano di fronte all'ingresso della Casbah (foto Alamy/Milestone Media)

Berberi, arabi, andalusi ed europei. Un intreccio di culture, lingue, architetture che si fondono tra gli antichi minareti e il bianco accecante della Casbah fanno di Rabat una città unica e dalla forte identità. Con uno charme e una personalità riconosciute ora anche dall'Unesco che, il 2 luglio scorso, ha inserito la capitale marocchina nella lista dei nuovi ventisei siti considerati Patrimonio dell'Umanità (clicca qui per l'elenco completo di tutte le new entry)

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LA MEDINA E LA CASBAH
Meno visitata rispetto a Marrakech e a Tangeri, Rabat custodisce monumenti di grande bellezza e un artigianato di qualità: dai gioielli ai tappeti, dalla pelletteria alle ceramiche.
È dai vicoli della medina, dove vivevano i membri delle corporazioni artigianali, che può iniziare un percorso di arte e shopping. L'ingresso più spettacolare di quest'area, protetta a sud dalla muraglia degli Andalusi del XVII secolo, è la porta di Bab El Had dove ogni domenica si tiene il mercato. Da qui parte rue Souika, via animatissima dove si alternano negozi e ristoranti e che conduce alla Grande Moschea e al souq Es Sebat, il mercato di calzature, tessuti e gioielli. Qui si possono acquistare vari prodotti di pelletteria e le babouches, le pantofole locali. Ma non mancano nemmeno gioielli in oro e argento, soprattutto ciondoli e orecchini.
Poco distante si trova rue des Consuls. Qui si può ammirare il lavoro degli artigiani che realizzato tappeti e oggetti in rame e acquistare spezie, sete, ceramiche e olio d'argan, ottimo per idratare pelle e capelli.
Il souq è molto visitato dai turisti e i venditori sanno come trattare con i clienti. Per chi si aggira tra boutique e bancarelle è un'ottima occasione per perfezionare l'arte della contrattazione. L'acquirente deve attenersi al copione e le regole sono quelle classiche: accettare il tè alla menta di rito e non far trapelare il proprio interesse. Chi compra deve essere amichevole ma in fondo volubile, cordiale ma impassibile come un giocatore di poker. Unico passo falso: avere troppa fretta, chi lo fa è perduto in questo gioco delle parti.
Tra gli oggetti in mostra il più ricercato e prezioso è il Rbati. Si tratta di un tappeto sottile, di lana rasata, spesso di colore rosso con al centro una losanga decorata con motivi a fiori. Sono le donne che annodano il tappeto di Rabat (da qui il nome Rbati) sui circa seimila telai della regione. Proprio in rue des Consuls ogni lunedì e giovedì mattina i tappeti vengono messi all'asta.
Le donne sono impegnate anche nel ricamo che lavorano su tessuti di cotone, lino e seta. Anche il ricamo di Rabat riprende motivi floreali.

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Lasciate le bancarelle alle spalle si inizia a salire fino alla Casbah degli Oudays: un vero e proprio quartiere-fortezza che dalla collina domina la città. Iniziato nel XII secolo, oggi è una zona tranquilla e residenziale con vie lastricate e case dalle superfici bianche e blu che creano un'atmosfera mediterranea. Il quartiere, abbellito dai musulmani in fuga dalla Spagna, è elegante e ambito anche da stranieri benestanti che qui hanno comprato casa. Aggirandosi per le sue vie si raggiunge la moschea El Atiqa - fondata nel 1150 è la più antica della città – e il belvedere con spettacolare vista sull'oceano. Qui si può visitare anche il Museo delle arti marocchine e ripararsi dal caldo nei curatissimi Giardini Andalusi.

KAJAL, PALAZZI COLONIALI E LA TORRE DI HASSAN
Continuando a passeggiare senza meta per la città ci si imbatte spesso in uno dei prodotti più amati da ragazze e signore: il kajal in polvere. Si trova su quasi ogni bancarella, i più belli sono in vetro con il tappo in argento decorato. Si compra per pochi dirham e l'applicazione richiede un po' di pratica. Il bastoncino di legno, umido o asciutto, deve essere immerso nella polvere. Poi va appoggiato sulla rima inferiore, si chiude l'occhio e si tira il bastoncino verso l'esterno. In questo modo la polvere si deposita sulle palpebre regalando lo sguardo misterioso delle donne del deserto. È un'ottima idea per un regalo e sta bene a tutte. Dopo il kajal, da non perdere anche le decorazioni all'henné su mani e piedi. Pochi minuti e si porta a casa per qualche giorno il ricordo del Marocco.

Prima di ripartire merita una visita anche la torre di Hassan del XII secolo. Si tratta del minareto di una moschea iniziata per ordine del sultano Yacoub al- Mansour e rimasta incompleta. Realizzata in mattoni rossi e alta 44 metri è il simbolo della città.
Ma Rabat è anche una città moderna, centro amministrativo e politico del Marocco.
Nella città nuova si trova il Palazzo Reale (Dâr al-Mahkzen) realizzato nel 1864 e sede del governo, e i palazzi dell'amministrazione coloniale costruiti durante il protettorato francese nella prima metà del XX secolo. Si può fare shopping anche qui in avenue Mohammed V, centro degli affari della capitale, dove si trovano marchi internazionali e shopping center. I prezzi sono fissi e in linea con gli standard europei e naturalmente non si contratta né si socializza. Ma questo è un altro Marocco.

12 luglio 2012

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