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Marrakech, benessere (al caldo) per due

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Weekend

Marrakech, benessere (al caldo) per due

La piscina di 33 metri del resort Amanjena
La piscina di 33 metri del resort Amanjena

Acqua di zagara e datteri con latte. A Marrakech è il segno tradizionale di benvenuto. Insieme con il tè alla menta, fumante, zuccherato, preparato alla maniera marocchina e servito nei tipici bicchierini di vetro. Capace di avvicinare fin dal primo momento all'anima più antica di questa terra. Vicina e lontana allo stesso tempo. A sole tre ore di volo dall'Italia, eppure densa di colori, suoni, profumi totalmente diversi da quelli europei.

IN GIRO PER LA CITTÀ ROSSA
Basta una passeggiata nella Medina, la parte più antica della città, per rendersene conto. Gli edifici hanno un colore rosato – Marrakech in arabo significa "la città rossa" – e sono realizzati con la tecnica del pisè (o della terra battuta), basata sulla costruzione delle mura in argilla umida compattata. Questa tonalità fa da contrappunto ai mosaici e alle piastrelle colorate (quelle bianche risulterebbero accecanti con la forte luce del sole), usati per decorare i riad – tipiche case marocchine con un patio e una piccola fontana al centro – e gli edifici di culto. Le tombe Sa‘didi (XVI secolo) ne sono un esempio splendido. Qui le maioliche azzurre e verdi si mescolano con i ricchissimi intarsi in legno di cedro, diffusissimo a Marrakech, e usato perché il suo profumo intenso tiene lontane le tarme.

Poco distante si trovano la Medersa Ben Youssef e la moschea omonima (XII secolo): si tratta della scuola coranica più bella della città, utilizzata fino agli anni Sessanta, che in passato ospitava circa mille studenti. Ora è aperta al pubblico e perfettamente conservata, con la sua corte centrale decorata con maioliche e intagli in legno di cedro, e le piccole celle dove dormivano gli studenti.

Ma il cuore di Marrakech è l'enorme piazza Jema'a el-Fnaa ("l'insieme dell'eternità"), attorno alla quale si sviluppa la Medina. La piazza cambia aspetto a seconda dell'ora del giorno e dalle 19 si anima di un incessante brulichio: donne col capo velato che disegnano le mani con decorazioni all'hennè, venditori ambulanti, camerieri dei ristoranti all'aperto che cercano di accaparrarsi gli avventori. A pochi passi da qui, in direzione sud ovest, si trova la moschea della Koutubia, sovrastata dal minareto alto circa 77 metri, visibile da ogni punto della città: la più antica delle tre torri almohadi a noi giunte, insieme alla Giralda di Siviglia e alla torre Hassan di Rabat.

Un breve tragitto a piedi a nord di Jema'a el-Fnaa porta al souk, il mercato coperto che si articola in un dedalo di viuzze e piccole piazze. Ogni settore è dedicato a un particolare tipo di artigianato: la lavorazione del cuoio, del ferro battuto, dei tappeti, dei gioielli. Qui si trova di tutto, dalle babouches - le tipiche ciabattine del Marocco - ai pugnali dei Tuareg.

ANTICO E NUOVO
Amata fin dal XIX secolo da scrittori, artisti e bohémien, tra i quali Gustave Flaubert, Eugene Delacroix e Henri Matisse, negli anni Sessanta Marrakech divenne meta di cantanti e hippie chic – il kif, cioè la marjuana, si fumava liberamente - come i Rolling Stones e l'erede del petrolio americano John Paul Getty Jr. e sua moglie Talitha: famosissima è la foto che li ritrae sulla terrazza della loro casa alla Medina, con i monti dell'Atlante in lontananza. Più tardi, anche Yves Saint Lurent - al quale proprio in questi mesi è dedicata una mostra al Jardin Majorelle - resterà stregato dalla città e dai suoi colori.

Oggi Marrakech conserva il fascino dell'esotico e, insieme, segnali di nuovo: nel giugno 2009 per la prima volta la città ha eletto un sindaco donna, Fatima Zahra Mansouri, 34 anni, seconda in Marocco dopo Asmaa Chaabi, a capo della città di Essaouira dal 2003.

FUGA ROMANTICA ALL'AMANJENA
Un complesso in stile moresco, con fontane cosparse di petali di rosa e specchi d'acqua tra le palme. L'Amanjena – un nome che significa "paradiso di pace" – si trova a un quarto d'ora dall'aeroporto della città ed è il posto perfetto per una fuga romantica. Frequentato da celebrities in cerca di privacy (tra i suoi clienti, Scarlett Johansson, Robert De Niro, Jude Law e Sienna Miller), questo resort è un'oasi di lusso elegante e mai sfacciato, che non passa attraverso l'ostentazione e si esprime invece nella cura dei dettagli. Proprio i dettagli sono il punto forte per fare sentire gli ospiti a proprio agio. Le stanze sono tutte circondate da un giardino privato, con una piccola fontana al centro e un gazebo con cuscini dove prendere il sole. Le più grandi sono dotate di piscina privata e maggiordomo. Ma c'è anche una piscina di 33 metri all'aperto, riscaldata, dove si può nuotare tutto l'anno.

Nella spa – che utilizza solo prodotti naturali e originari del luogo - è possibile scegliere trattamenti diversi a seconda delle esigenze. Si può partire dall'hammam, che prevede un bagno di vapore per purificare e ammorbidire la pelle; successivamente viene applicato del sapone nero del Marocco, prima di uno scrub effettuato con un guanto speciale; infine, viene applicata acqua di rose e di lavanda e una maschera di argilla. Vasta la scelta di massaggi: detossinanti, rilassanti o tonificanti. E, ancora, trattamenti anti-aging, massaggi shiatsu e riflessologia plantare.

Da fare assolutamente prima di partire: una cena a lume di candela a base di specialità marocchine, nel ristorante del resort, di fronte agli ulivi che crescono proprio all'interno della sala, con musicisti che suonano dal vivo; e un'escursione di una giornata a Tighdouine, in un minuscolo paese di Berberi, verso l'Atlante, dove il tempo sembra essersi fermato.

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