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Ville, b&b e wine relais: Garda con vista lago

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Ville, b&b e wine relais: Garda con vista lago

Locanda San Vigilio (foto Marco Santini)
Locanda San Vigilio (foto Marco Santini)

«Pensioncina vista lago. A due passi, spiaggia e pizzeria…». Non sono poi così lontani i tempi in cui le offerte di vacanze sul Garda suonavano pressappoco così. Oggi, questa formula non funziona più. Gli amanti delle acque del Benaco hanno scoperto il fascino del lago anche lontano dalla riva. Dove i piccoli borghi sono ancora autentici, le trattorie offrono la cucina schietta del territorio, i b&b e gli agriturismi sono diventati di charme, e molte ville storiche si sono trasformate in hotel di lusso e wine resort.

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«Qui c'è più di un'azienda vinicola che, come noi, ha aperto le porte agli ospiti», racconta Franco Cristoforetti, proprietario di Villa Cordevigo, wine relais inaugurato lo scorso anno a Cavaion Veronese alle spalle di Bardolino, e delle attigue tenute vinicole di Villabella. «L'enologia oggi attira turisti come le spiagge e i monumenti. C'è chi viene in questa zona anche solo per scoprire vini come il Bardolino o il Lugana. Così ai nostri ospiti offriamo corsi di degustazione e di cucina». Soprattutto, Villa Cordevigo si propone con tutto il fascino di una casa patrizia settecentesca, costruita su un precedente palazzo del XV-XVI secolo, da cui sono state ricavate 30 camere dagli arredi in stile. Un luogo dove tutto è ancora come nell'originaria dimora nobiliare di campagna: il lungo viale di cipressi, il cancello sormontato da statue, il cortile con la fontana, la villa rinascimentale con il suo cinquecentesco portale, scandita da saloni con soffitti a cassettoni e camini d'epoca, corridoi monumentali e una vezzosa saletta dalla volta a ombrello impreziosita da affreschi e lampadari in cristallo di Murano. Ai lati della villa, le barchesse, le due ali che un tempo ospitavano le scuderie, la filanda, le cantine e i magazzini. E poi la cinquecentesca Chiesa di San Martino, il giardino all'italiana, il parco ottocentesco, la scenografica piscina in mezzo ai vigneti. Sosta d'obbligo al ristorante della villa dove lo chef Giuseppe D'Aquino si esibisce in piatti semplici ma sontuosi, come i paccheri con pomodorini del Piennolo, burrata e scorza di limone, accompagnati dai vini della tenuta.

A pochi chilometri, Bardolino è uno dei centri storici del Garda. Con le sue case in fila, perpendicolari alla riva, ha un sapore dei piccoli borghi di pescatori, smentito subito alla seconda occhiata dal lusso aristocratico delle sue storiche dimore nobiliari, Villa Guerrieri e Villa Bottagisio, entrambe dell'Ottocento, languidamente abbracciate da vasti parchi. La vista è quella classica da cartolina: davanti la distesa del lago, tanto vasta da far sfumare nella foschia il profilo dell'altra sponda, a nord la punta di San Vigilio, selvaggia, carica di pini e cipressi, a sud la penisola di Sirmione, allungata sull'acqua e stesa al sole come un gigantesco geco. A sud di Bardolino, a Cisano, merita una sosta il Museo dell'Olio d'Oliva (tel. 0456229047) dove, tra grandi orci, presse a leva e torchi a vite, si ripercorre la storia delle tradizionali tecniche di raccolta e spremitura delle olive. E l'olio si può degustare e acquistare nel negozio del museo.
Ancora nell'entroterra, nel centro storico di Affi, c'è un altro indirizzo della nuova ospitalità gardesana, Locanda Moscal, gestita da Lidia Luppi, moglie di Leandro, chef stellato del ristorante Vecchia Malcesine. Un b&b con sei stanze dai colori intensi (viola, marrone, arancione), una reception che ricorda il salotto di casa dove si mescolano mobili di recupero e oggetti di design, e un angolo enoteca. E poi il ristorante; qui la cucina firmata Luppi vede ai fornelli Stefano Righetti, a lungo sous-chef alla Vecchia Malcesine, ma l'atmosfera (e i prezzi) sono quelli delle trattorie di campagna. Provate i classici: tartara di pregiata manzetta Garronese veneta con scaglie di Monte Veronese stravecchio ed extravergine dop del Garda, o i canederli ai formaggi del Baldo con burro e tartufo.

Risalendo la sponda veronese, sempre restando un po' discosti dalle rive del lago, si raggiunge l'Eremo di San Giorgio, monastero camaldolese del XIII secolo. Più a nord la costa si fa nuda e arida, ma soltanto quando tocca l'acqua. A ridosso del lago la campagna s'affolla di vigneti, uliveti e piccoli borghi che paiono sospesi sul grande acquario del Benaco, lontanissimi dalla confusione della costa. Come Fasor, sopra Castelletto di Brenzone, dove spunta un piccolo b&b di charme, l'LH Lifestyle & Houses. Sono appena tre stanze e una guesthouse, ricavate con gusto raffinato da due rustici in pietra dalla proprietaria, Paola Favretto, arredatrice d'interni. Colori puliti – bianco, grigio, terra bruciata – linee essenziali e qualche tocco giocoso, come i manichini che indossano capi alla moda e le vetrinette che espongono gioielli di artigiani locali e prodotti del territorio. Lasciata Brenzone i monti si fanno più alti, fino a stringere il lago in una morsa. Qui il Garda sa di montagna, la roccia si frantuma in ciottoli sulle spiagge strette, il vento teso gonfia le vele di windsurf e derive. Non a caso, questa fetta di lago ospita la regata d'acque interne più famosa d'Europa: la Centomiglia. E tra Riva del Garda e Torbole vanno velisti e appassionati di surf a fare rifornimento di attrezzature e accessori in negozi specializzati. Come Bertamini Yachting & Sport (tel. 0464505022, vai al sito), che offre abbigliamento ad hoc (griffato Ralph Lauren, Barena Venezia, Camerucci), scarpe sportive, grilli, galletti e scotte. Nel cuore di Riva del Garda, a 200 metri dalla spiaggia, c'è uno dei più fantasiosi hotel del Garda, il Feeling Luise: più di cinquant'anni di storia, ma non li dimostra. Una hall coloratissima – poltroncine di design, biblioteca di libri di viaggio, divertenti lampadari d'autore a forma di medusa e di ballerina, una collezione di etichette da valigia datate da metà dell'Ottocento agli Anni 60 – e camere che cambiano faccia di continuo. Le ultime arrivate sono un inno al vintage. Capita ad esempio di incontrare, appesa come un quadro, un'autentica Lettera 22 della Olivetti. «Ci piaceva l'idea di ricordare, con arredi e oggetti, i simboli dell'Italia Anni 50-60, dalla Cedrata Tassoni alla Vespa 50, alla moda d'autore. Un'Italia dinamica, fantasiosa, unica», dice la proprietaria Stella Bertolini.
Lasciando la costa, inerpicandosi sui monti in direzione di Tenno, si arriva sulla collina di Cologna a una delle più belle terrazze dell'Alto Garda, quella dell'Acetaia del Balsamico Trentino. Un indirizzo decisamente originale: azienda agricola che produce vino, olio, formaggi, la tradizionale carne salada e, da un paio d'anni, un aceto balsamico fatto con mosto cotto di Gewürztraminer. La struttura ha aperto le porte agli ospiti quasi per scommessa, eppure le sue sette modernissime camere e i tre appartamenti offrono più di quello che ci si aspetta da un classico agriturismo. A cominciare dalle terrazze, con una vista spettacolare su tutto l'alto lago. E poi due piscine, sempre molto panoramiche, solarium e un'osteria gourmet. Da assaggiare la salada della casa e i piatti al balsamico. Semplicissime ma sorprendenti le camere dell'Enjoy di Ledro, sulle rive dell'omonimo lago, alle spalle della sponda occidentale del Garda trentino. Inaugurato quest'estate, ha 12 stanze a tema: quella del bosco, dove la spalliera del letto è la facciata di una casetta in legno, quella country con selle, finimenti e cappello da cowboy, quelle dedicate alla vela e allo sci e quella del contadino, che per arredi ha bidoni del latte e attrezzi agricoli.

Discendendo la riva, lungo la sponda bresciana la montagna cede il passo alla collina, e i nomi dei luoghi sono un continuo rimando alla storia remota e recente: Gargnano, Toscolano Maderno, Gardone, Salò. Qui gli alberghi si fanno eleganti, assolutamente esclusivi. Come Villa Feltrinelli, splendida dimora in stile eclettico costruita dalla famiglia Feltrinelli nel 1892, diventata celebre poi per aver ospitato, tra il 1943 e il '45, Mussolini e il governo della Repubblica di Salò. Sotto tutela delle Belle Arti – mobili, arredi, vetrate, decori, qui tutto è stato conservato o sottoposto a filologici restauri –, ha 21 suite, un parco con piscina adagiato sulla riva del lago e un ristorante gourmet regno dello chef stellato Stefano Baiocco.
Più a sud, Gardone – la Versailles del Garda – è una languida grande dame. Da ammirare il Vittoriale di D'Annunzio con le sue eclettiche sale e la Puglia, la nave che il poeta fece portare fin qui, incagliandola tra il roseto e l'uliveto. Ma anche la litania di terrazze e saloni del Grand Hotel, il primo albergo ad aprire i battenti sul Benaco, gli stessi dove ai primi del Novecento veniva a svernare la nobiltà russa, gli stessi dove il premio Nobel Paul Heyse ambientò la novella Una notte veneziana, gli stessi che accolsero Filippo Tommaso Marinetti e Winston Churchill (la sua suite ha ancora gli arredi originali). Si respira la storia anche nei corridoi di Villa Arcadio, sulla collina alle spalle di Salò. Il complesso era un antico monastero e i restauri hanno riportato alla luce affreschi quattrocenteschi che si ammirano lungo lo scalone centrale, tra mobili d'epoca e portali in pietra. Circondata da un parco di oltre 500 ettari, ha una scenografica piscina vista lago.
Sa invece di campagna l'Eroma di Lonato, nell'entroterra di Desenzano. Un posto unico e particolare. «Volevamo che la nostra restasse una casa rurale – essenziale e semplice – ma con l'eleganza e il rigore di un relais di design», spiega la proprietaria Tiziana Prandi. Il risultato sono sei camere tanto minimal da sembrare quasi spartane: pavimenti in resina da cui spuntano dei faretti, letto su casse di legno, vasca a vista (ce n'è anche una doppia), soffitti e pareti grezze, pale al posto dell'aria condizionata, tappeti verde acido e grandi vetrate che guardano la campagna. Scarne e bellissime.

26 settembre 2012

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