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Friuli V.G. arte e gusto a bordo laguna

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Friuli V.G. arte e gusto a bordo laguna

La basilica di Santa Maria Assunta di Aquileia (foto Alamy/Milestone Media)
La basilica di Santa Maria Assunta di Aquileia (foto Alamy/Milestone Media)

Un pezzo del nostro Paese appartato nel Friuli Venezia Giulia. Nei silenzi dell'entroterra dell'Alto Adriatico, nascosto come una gemma preziosa al turismo di massa. Perché Aquileia è sì rovine, pietre vetuste, iscrizioni antiche, ma allo stesso tempo pare essere sopravvissuta alla furia delle invasioni che l'hanno interessata (prima tra tutte quella di Attila) per testimoniare nel tempo, una bellezza, una cultura e un'arte, quasi millenaria.

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Il suo territorio è segnato dalle antiche vicende legate a Roma. Aquileia infatti fu fondata dai Romani come colonia militare nel 181 a.C. diventando una delle città più grandi e più ricche di tutto l'impero (oltre 200 mila abitanti all'epoca di Cesare Augusto), dotata di un'efficiente rete viaria e di un imponente porto fluviale. Un luogo di incrocio di popoli e di intensi traffici commerciali, e punto di partenza per spedizioni e conquiste militari. Dopo l'invasione degli Unni che l'assediarono nel 452, risorse come il Patriarcato di Aquileia diventando, dal 568 al 1751, la più grande diocesi di tutto il Medioevo europeo. Ecco perché il capolavoro artistico di Aquileia è senza dubbio la sua basilica, edificata nel 313 d.C. dal vescovo Teodoro, in cui si ammirano ancora i mosaici del IV secolo. Un tappeto di tessere che occupa 760 metri quadri, il più esteso di tutto il mondo cristiano occidentale (scoperto nel 1909 dagli austriaci che rimossero il pavimento che lo sovrastava), con scene bibliche e antiche simbologie paleocristiane. Una vera e propria Arca di Noè, con il gallo della luce, del cristianesimo, in lotta con la tartaruga, simbolo del paganesimo oscuro, l'agnello, il pavone e un acquario di pesci. Di grande interesse anche la cripta degli scavi e quella degli affreschi (IX sec.). Il Museo Archeologico Nazionale è il più importante dell'Italia settentrionale per la ricchezza di documenti d'epoca romana.

A 12 chilometri da Aquileia Grado, che si raggiunge attraversando la laguna omonima. Non è solo una delle più rinomate spiagge dell'Alto Adriatico fin dall'epoca dell'Impero austro-ungarico, ma è anche uno scrigno di tesori storici e artistici. Grado è un'isola, dal 1936 legata alla terraferma da un sottile nastro stradale. Il suo antico centro storico è un dedalo di calli e piazzette su cui affacciano monumenti di grandissimo rilievo architettonico e artistico. A cominciare dalla Basilica di Sant'Eufemia, consacrata nel 579 dal patriarca Elia con il suo meraviglioso e grande mosaico pavimentale, e il battistero ottagonale del V secolo. A pochi passi, l'altra basilica paleocristiana, quella di Santa Maria delle Grazie. In mezzo a tanto patrimonio artistico sacro, Grado offre però anche un volto profano, con l'eccellente cucina a base di pesce di laguna, che si può gustare nelle trattorie e nei ristoranti del centro. Da assaggiare il boreto, tipica specialità che al pesce associa la polenta bianca.

Sempre da Aquileia si può partire per arrivare, dopo 17 chilometri, alla città stellata di Palmanova, dichiarata monumento nazionale. Si tratta di una città-fortezza venezianaa nove punte: un esempio di perfetta simmetria, motivo per il quale è paragonata alle città utopiche immaginate nel Rinascimento. La sua costruzione prese avvio nel 1593 e venne portata a termine nel 1682. Doveva servire a proteggere la Repubblica di Venezia che sentiva minacciato il suo confine orientale sia dalle scorrerie degli Uscocchi che dalle mire espansionistiche dell'Austria e dei Turchi. Nell'entroterra, merita una visita Cividale del Friuli (45 km da Aquileia) con il suo celebre tempietto longobardo e le sue opere d'arte. Dalle dolci colline del Collio Goriziano scendendo verso Palmanova e le lagune, si attraversano terre vocate al vino, primo fra tutti il Traminer aromatico. Altra tradizione con altissimi livelli di qualità è quella della lavorazione delle carni d'oca, fin dai tempi dei guardiani-ingrassatori di oche aquileiesi che venivano richiesti nell'antica Roma. Oggi nei locali tipici si possono degustare prosciuttini e salami d'oca, nonché il cotto, il petto e persino lo speck d'oca.

10 ottobre 2012

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