I colori: blu, turchese, bianco, argento, rosso fuoco, violetto. I movimenti: fluidi, lenti, sinuosi. Le dimensioni: gigantesche o minuscole, tanto che per vederle si devono usare lenti di ingrandimento. Ma nessuna descrizione può raccontare fino in fondo le emozioni che si provano durante The Jellies Experience, nuova attrattiva del Bay Aquarium di Monterey (vai al sito), California del Nord, Usa. Loro, le meduse, considerate le creature più delicate e inquietanti degli oceani, sono qui rappresentate con 16 diverse specie provenienti da tutto il mondo, dalla Crystal Jelly (Aequorea victoria) medusa bioluminescente che pulsa come un arcobaleno vivente, alla Flower-hat Jelly (Olindias formosa) fluorescente, dalle sfumature magenta.
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Il grande impatto di colori e movimenti viene ancor più amplificato dal percorso, fatto al buio tra le pareti dalle vasche trasparenti, illuminate dall'interno. Dove le meduse prendono vita proprio davanti ai visitatori. Un'immersione psichedelica nel profondo dell'oceano di forte effetto, che coinvolge tutti i sensi. E che continua nella Outer Bay Wing, vasca gigantesca della capacità di circa 5 milioni di litri, con una finestra di osservazione tra le più grandi del mondo: quattro grandi pannelli trasparenti collegati assieme tramite un processo particolare di fusione. Il risultato? Trovarsi proprio di fronte, occhi negli occhi, con squali martello, tonni, delfini, tartarughe, persino un branco di 3000 alici che nuotano in cerchio contro una corrente creata artificialmente. E se tutto ciò non bastasse, perché non scoprire la vita segreta dei cavallucci marini? In una specialissima area, dedicata a queste creature così originali, se ne possono osservare decine di specie dalle forme e colori più diversi. Inaugurato nel 1984, e considerato uno dei più grandi e ricchi acquari del paese, il Monterey Bay Aquarium è stato creato proprio con l'obiettivo di "ispirare la conservazione degli oceani". Ospita complessivamente 35.000 animali marini appartenenti a 623 specie diverse e comprende un tratto di spiaggia dove si può ammirare lo spettacolo di foche che si nutrono di pesci, di squali bianchi che attaccano le foche (anche se non succede tutti i giorni!) e di piccoli granchi che corrono sugli scogli verdi di alghe. Una curiosità: il suo principale finanziatore fu David Packard, co-fondatore della multinazionale statunitense dell'informatica Hewlett-Packard. Ma non solo. Packard, appassionato fabbro dilettante, ha anche personalmente progettato e costruito diverse parti dell'acquario nella sua officina della vicina Big Sur. E sua figlia Julie, biologa marina, ne è la direttrice fin dall'inizio.
Una bella storia questa, e un'esperienza da non perdere, per chi programma un viaggio in California. Sì perché la Penisola di Monterey può essere un'escursione di qualche giorno per chi è a San Francisco (che dista poco più di due ore d'auto), oppure una tappa del classico viaggio on the road da Frisco a Los Angeles.
E se l'acquario è un meraviglioso inno al mare, la stessa Monterey profuma di pesce, salsedine, vento e, orgogliosamente, si vanta di essere la più storica città della California. Fondata nel Seicento dagli spagnoli, conserva ancora alcuni edifici originali risalenti al periodo coloniale spagnolo-messicano, dal caratteristico stile vernacolare che combinava i tradizionali muri in adobe alle lunghe balconate in legno delle piantagioni del sud, con un gusto puritano tutto yankee nelle decorazioni. Ma Monterey è stata soprattutto un importante porto peschereccio, tanto da diventare la capitale mondiale della sardina: durante la seconda guerra mondiale qui se ne pescavano 200 mila tonnellate all'anno, poi inscatolate in città. Ma questo sfruttamento eccessivo portò al depauperamento delle acque della baia, e le sardine scomparvero. Di conservifici ne esistevano una trentina: oggi sono stati restaurati e trasformati in negozi e gallerie d'arte. E si trovano lungo l'antica Ocean View Avenue, che corre per sei isolati alle spalle del porto, ribattezzata Cannery Row in onore dell'omonimo romanzo di John Steinbeck, che qui visse per qualche tempo. Gli appassionati dello scrittore statunitense possono visitare nella vicina Salinas, dove nacque, un modernissimo museo a lui dedicato.
Proprio nel cuore della città, affacciato sul Pacifico, spunta il Fisherman's Wharf (vai al sito) nato sul vecchio molo dei pescatori di sardine. Molto turistico, con negozi e ristoranti proprio sull'acqua. Ma è il posto giusto per gustare pesce, molluschi e crostacei. Qui merita assolutamente una sosta Crabby Jim's Seafood Restaurant (vai al sito) che, secondo i locali, prepara la migliore claim chowder (zuppa di vongole) della zona. La sua ricetta originale è a base di panna o latte con patate, cipolle, pancetta. E, su richiesta, viene servita in una Sourdough Bread Bowl, che sarebbe una forma di pane scavata, dal sapore quasi agrodolce, che viene a mano a mano mangiato con la zuppa. Il costo? Otto euro. E vista su leoni marini e lontre che nuotano nelle calme acque della baia.
Seguendo il profumo dell'oceano, dal molo una strada - e una pista ciclabile - corrono sul lungomare per tre chilometri fino a Pacific Grow, antico villaggio-rifugio di metodisti con belle case vittoriane, spettacolare per la posizione e per le bianchissime spiagge. Ma soprattutto perché in inverno (da novembre a inizio marzo), in cerca di caldo, arrivano dal nord centinaia di migliaia di farfalle monaca. Piccole, arancioni e nere, formano mantelli compatti che ricoprono gli alberi tutt'intorno al Point Pinos Lighthouse, il faro sulla punta della penisola, che da 150 anni domina la baia, ed è il più antico fra quelli ancora in funzione sulla costa californiana.
Da qui, si imbocca la 17-Mile Drive, una straordinaria strada panoramica di 27 chilometri, a picco su scogliere di granito ricoperte di pini e cipressi. Compie un percorso circolare da Pacif Grow verso sud e poi a est fino a Carmel, per poi tornare indietro. Lungo il tragitto, il celebre Lonely Cypress, il cipresso solitario che impettito sulla punta di una roccia domina il mare, le tante ville milionarie nascoste tra la vegetazione, e l'esclusivo green on the ocean del Pebble Beach Resort (vai al sito) dove si cimentano campioni di golf del calibro di Tiger Woods.
Nata sulle colline vista Pacifico come rifugio bohémien di artisti e scrittori, tra i quali John Sterling, Jack London, Mary Austin, Sinclar Lewis, Carmel-by-the-Sea (vai al sito) ha avuto parecchi sindaci non solo poeti, ma anche attori, compresi Herbert Heron, fondatore del Forest Theater, e Clint Eastwood, che ne fu sindaco dal 1986 al 1988. Oggi è una leziosa cittadina turistica con un'infinità di piccoli (e carissimi) negozi di artigianato, di atelier di stilisti locali e con oltre un centinaio di gallerie d'arte. Da non perdere, la sua Carmel Beach, spettacolare insenatura di acque turchesi orlate di sabbia bianchissima e da scogliere coperte di cipressi. Che, ventosa e solitaria, si perde nell'oceano.
9 novembre 2012
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