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India, viaggio di spiritualità

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India, viaggio di spiritualità

Amistar (foto Alamy/Milestone Media)
Amistar (foto Alamy/Milestone Media)

Destinazione India. Chiamata spesso la terra delle spezie e delle sfumature, questa settimana con una ragione in più. È appena terminata una delle feste più importanti dell'indiusmo, quella dell'Holi, detta anche la festa dei colori. Al centro dell'evento, battaglie di acqua e di polveri variopinte. Ma soprattutto, una occasione per ricordare la mitologia induista, legata a Krishna. Se la solennità è finita, la folla è passata, le processioni svanite e la calca dispersa, significa che è il momento di partire, di muoversi alla scoperta delle origini dell'essenza di questo Paese. La spiritualità.

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Facendo una classifica di quelle da non perdere, in cima ci sono le città gemelle di Mathura e Vrindavan, ad un paio di ore dalla capitale, Delhi. Si dice che la prima sia la città che ha dato i natali a Lord Krishna, e il luogo viene celebrato dalla maestosità del tempio Krishna Janmasthan, la seconda è la città della sua giovinezza. Volendo continuare con la scoperta dei luoghi della spiritualità indiana ci incontra l'antica città di Haridwar, detta la Porta di Dio, uno dei sei luoghi più sacri per l'induismo. Nonché una delle città più antiche che esistano. Il suo nome lo deve tutto alla posizione speciale, ai piedi delle alte vette dell'Himalaya: si trova proprio nel punto in cui le acque arrivano in pianura. Ed è qui che, al tramonto e all'alba, i fedeli si radunano per bagnarsi nelle acque sacre, segno di devozione e purificazione. Qui, come a Varanasi, si tiene il Ganga Aarti, rituale indù dedicato alla Dea Madre Ganga. Una puja, una preghiera, dedicata al rituale il fuoco.

Non può quindi mancare una citazione alla vera protagonista di tanti racconti sull'induismo: l'affascinante, la complessa, l'emozionante Varanasi. Anch'essa avvolta dal mistero della sua storia antica, che rimanda al passato remoto dello stesso Uttar Pradesh. Non ha pari la sua forza mistica, non a caso è la città di Lord Shiva, divinità che tutto in sé raccoglie e comprende essendo, allo stesso tempo, creatrice e distruttrice. Chi non ha mai visto le immagini dei bagni di massa in queste acque? Tutto nasce dalla potenza di Shiva, che qui esercita il suo potere, dando la possibilità di liberarsi dal ciclo delle rinascite che, secondo gli induisti, regola la vita dell'uomo. Da non perdere una vista al tramonto, quando su molti Ghat, le rampe di pietra che portano in acqua, i santoni (Baba) e altri sacerdoti tengono dei complessi rituali. A base di incenso, fuoco, acqua, polveri colorare, campanelli e inni.

Quando ci si avvia lungo un percorso spirituale in una terra che ama accogliere le differenze, più che sottolinearle, non si può fare altro che avvicendare riti diversi, considerando cerimonie e credo più antichi. Ecco quindi che, alla ricerca di quel folclore ricco di cerimoniali e di colori, si passa da induismo a buddismo. E quindi a Bodhgaya. Si trova nel sud est, nel Bihar, luogo nel quale stando ai racconti Buddha raggiunse l'illuminazione. Il villaggio rammenta questo avvenimento a chiunque vi si rechi grazie al suo nome, "Gaya dell'illuminazione". Ben presto l'albero di ficus religiosa della grande rivelazione sulla causa e sul rimedio del dolore divenne meta di pellegrinaggi dei fedeli. Ancor ora ammirato, nella forma del complesso del tempio di Mahabodhi Temple: qui ogni giorno si tengono innumerevoli corsi, ritiri e immersioni spirituali nelle dozzine di monasteri buddhisti.

E in tema di meditazione, si termina con un passaggio nella capitale dei sikh, seguaci di un credo relativamente recente, che parla di ottimismo e di speranza, che non riconosce idoli, rituali futili e superstizioni. Né il sistema castale. Per ammirare la bellezza di questa idea, nella forma del suo luogo di culto più noto, si va nella indimenticabile Amritsar, fondata nel 1577 da Ram Das, quarto guru dei sikh. Anche il suo nome può raccontare molto di lei: significa città di Amrita, ovvero il nettare divino - secondo la raccolta sacra del Rig Veda è fonte di immortalità. Che un viaggio possa allungare i propri giorni non è certo. Ma un passaggio per queste terre, nell'immensità del Tempio d'Oro, indescrivibile nella sua bellezza notturna, certo rende più tranquillo lo scorrere del tempo immediatamente successivo.

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29 marzo 2013


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