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Rio de Janeiro, la città che verrà

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Rio de Janeiro, la città che verrà

  • – di Julius Tamos

Dopo Papa Francesco e prima dei Mondiali di calcio e delle Olimpiadi. Rio de Janeiro sta vivendo, da qualche tempo, l'atmosfera di una grande vigilia continua, con una serie di eventi che stanno cambiando l'economia e la situazione sociale del Paese. Un mix di stimoli alla crescita, nuove iniziative, manifestazione di arte e cultura, importazioni di tendenze e prodotti di moda che dà sapori inediti e proiettati sul futuro anche per il visitatore. Rio diventa, così, una meta davvero interessante e suggestiva per chi volesse cogliere questi momenti che non si ripeteranno più.

Anche la solita passeggiata a Copacabana - location comoda anche per scegliere l'albergo, come l'Othon Palace per un prezzo medio, o al Windsor Plaza per tariffe e servizi superiori, entrambi con grande vista dall'alto sull'Avenida Atlantica e sull'intero litorale - e il quartiere di Ipanema non sono più quelle dei vecchi depliant dei reportage datati.
I poliziotti, anche se con discrezione, sono numerosi almeno quanto i netturbini, in continuo movimento lungo la strada che, tra febbraio e marzo, ospita la sfilata del Carnevale. Qui si trovano il Copacabana Palace - albergo coloniale che merita anche solo una visita - la pista ciclabile, la corsia di chi fa jogging, i venditori di souvenir (anche questi meno aggressivi di un tempo), i noleggiatori di sdraio e i chioschi con l'immancabile cocco fresco. C'è la novità delle aree fitness per lo stretching e gli attrezzi da ginnastica in acciaio inox che invitano a tenersi in forma anche se si è in vacanza.

Solo nelle vie interne, parallele al lungomare, si segnala qualche fregatura e furtarello. Ma perfino in questo caso, non è più come una volta. Il lustrascarpe, rimasto disoccupato perché le calzature di cuoio sono scomparse per lasciar posto alle sneakers e a quelle sportive sintetiche, rimedia sporcando a sorpresa e con grande abilità nel non farlo vedere, le tomaie di qualche straniero per poi intervenire premurosamente con la obbligatoria pulizia e mancia salata.
Eppure, proprio nelle vie interne di Copacabana, si vive la vita dei carioca, con i negozi, i locali aperti anche di notte come il lungomare, da frequentare con prudenza nelle ore piccole, le banche e i market rimasti come un tempo anche se con prezzi "moderni", per niente convenienti, che non invitano gli europei all'acquisto, a parte qualche particolarità come le infradito Havajanas originali, disponibili in mille varianti e realizzate su misura con i colori a scelta, compreso un gioiellino personalizzato sul momento.

Nelle stesse vie si può prendere la comodissima e pulita metropolitana che porta nella città vecchia, dove non può mancare una visita al Museo d'arte moderna. E' un edificio nuovissimo che riunisce opere di importanti artisti delle due sponde dell'Atlantico ma anche dei migliori pittori brasiliani, protagonisti su un nuovo palcoscenico globale che si prepara non solo a cavalcare i Mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016, ma anche a sfruttare la grande opportunità di un'economia in forte espansione grazie ai giacimenti di petrolio e gas sepolti sotto l'oceano. Ci sono da finanziare le infrastrutture per allargare il benessere oltre le grandi urbanizzazioni di San Paolo, Rio e Brasilia, fino all'Amazzonia.

E' il passato che ritorna, sulle orme di quelle grandi opere che avevano cambiato volto ed economia anche degli Stati confinanti. Come nel caso della diga di Itaipù, la più grande del mondo in terra battuta costruita sul Rio Paranà ai confini con il Paraguai e oggi importante meta turistica per i cittadini di entrambi i Paesi.
I forti contrasti del continente Brasile si vivono meglio nelle aree rurali. E un viaggio a Rio meriterebbe anche una escursione oltre la città, magari verso le regioni del Nord, ma occorrerebbe avere a disposizione molti giorni e un budget adeguato.
Ma anche la sola Rio, però, la vecchia capitale dove l'Italia è ancora proprietaria di una grande ex-ambasciata - oggi consolato che ospita anche gli uffici di alcune aziende del made in Italy - mostra molti segni della immigrazione interna e anche del turismo nazionale.

Chi arriva da lontano non può perdersi i luoghi diventati simboli tradizionali della città, come il Cristo Redentore o il Pan de Azùcar (un po' costoso, circa 60 euro) ma anche le novità come il nuovo stadio Maracanà, ancora in fase di rifinitura e visitabile in certi orari anche quando non ci sono partite. Il tempio del calcio carioca, con i sedili colorati che sembrano pieni di gente anche quando sono vuoti, ospiterà la nazionale italiana, appena qualificata per i Mondiali, e sarebbe da copiare per la struttura logistica dedicata, raggiungibile da due stazioni della metropolitana con grandi viadotti pedonali per gestire il flusso di 160 mila spettatori.
Un'altra struttura degna di nota, per chi non è appassionato di calcio, è la Livraria Cultura, una delle più grandi e ben disposte librerie del Sudamerica, in pieno centro, vicino al cine Vittoria, con un layout ordinato e piacevole, costellato di posizioni dove saggiare in pace i volumi in tutte le lingue. E scoprire qualche altro angolo di Rio che le guide occidentali non riportano. Magari mescolando arte e musica, sempre più contaminata dal jazz, ascoltabile in molti locali della città. Per questo si possono consultare gli eventi del giorno sui quotidiani locali, come O Globo, e cercare magari quelli con artisti di buon livello, alcuni dei quali frequentano anche i nostri festival estivi.

13 settembre 2013

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