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Arles, dai riti della Provenza a Van Gogh

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Arles, dai riti della Provenza a Van Gogh

  • – di Arianna Garavaglia
Il municipio e la cattedrale di Arles (foto Milestone Media)
Il municipio e la cattedrale di Arles (foto Milestone Media)

«La principessa di Arles». Così titolava il quotidiano Le Figaro il 4 aprile scorso, il giorno dell'inaugurazione della Fondation Vincent Van Gogh Arles, uno spazio di mille metri quadri in pieno centro storico nell'ex sede della Banque de France.
La principessa è Maja Hoffmann, collezionista d'arte, erede dei laboratori farmaceutici Roche e finanziatrice dello spazio espositivo.
La Fondation, che celebra il pittore olandese che qui dipinse 300 opere, ospita fino al 31 agosto la mostra "Van Gogh Live!" con tele di Van Gogh e opere di Courbet, Pissaro, Monet, Gauguin.

Ad Arles, poi, sono appena iniziati anche i lavori per la Fondation Luma, ente non profit in sostegno di artisti contemporani. Il progetto è curato dal'archistar Frank Gehry, sul modello del Guggenheim di Bilbao, e la sua apertura, negli spazi dell'ex hangar delle ferrovie dello Stato, è prevista nel 2018. Si tratta così di un'altra opera che renderà questa antica città romana sulle rive del Rodano, una meta imperdibile per gli amanti di arte e architettura.
Naturalmente a rendere possibile il progetto è intervenuta Hoffmann, mecenate svizzera ma cresciuta ad Arles, con 100 milioni di euro.

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Arles, tra feste dei butteri e tradizioni
Ma se Arles da un lato guarda al futuro dall'altro si tiene saldamente ancorata alle sue tradizioni.
Anche quest'anno come ogni anno il primo maggio, i "gardians" (i butteri) della Camargue, si riuniscono in città per celebrare la confraternita dei gardians di Saint-Georges, la più antica congregazione ancora in attività fondata nel 1512.
I gardians, durante la giornata di festa, rendono omaggio al poeta in lingua occitana Frédéric Mistral (1830-1914) in place du Forum. Poi, seguiti dagli abitanti di Arles vestiti con i costumi tradizionali, sfilano per le strade cittadine fino all'Èglise de la Major, sede della confraternita dove, durante la messa, i gardians e i loro cavalli vengono benedetti in lingua provenzale. Finita la cerimonia religiosa si elegge la Reine d'Arles (la regina) e le sue damigelle d'onore che per tre anni dovranno rappresentare ufficialmente la città. Il 2014 è l'anno dell'elezione che incoronerà la candidata che avrà dimostrato di conoscere meglio la storia, le tradizioni e la lingua locale.
La giornata poi prosegue con spettacoli equestri all'anfiteatro romano.

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La manifestazione in costume è segno del legame di Arles con la sua storia. Conquistata da Giulio Cesare nel 46 a. C, fu un insediamento di grande importanza sotto i romani che la nominaronoper un periodo capitale della Gallia. Di questo periodo rimangono diversi resti che si inseriscono tra i palazzi dalle facciate colorate, le piazzette affollate di tavolini e i mercati del fine settimana. Arles è anche il punto di partenza ideale per esplorare la selvaggia Camargue, terra di paludi, acquitrini e allevamenti di tori.

Resti romani e chiese gotiche
Per un tour nella Arles romana si parte dall'arena (Les Arènas), l'anfiteatro romano costruito tra il 90 e il 100 d.C. nel centro del vecchio quartiere della città. Immerso in una piazza circondata da palazzi antichi è uno degli scorci preferiti dei visitatori. Qui si svolgevano le corse con le bighe e le lotte fra gladiatori, oggi è sede di diverse manifestazioni e può ospitare fino a 12.000 spettatori.
Seconda tappa al teatro antico, costruito sotto Augusto nel I sec a.C. Dell'impianto, che si appoggiava su tre ordini di arcate e poteva accogliere circa 10.000 spettatori, rimangono solo pochi gradini.
Si prosegue verso le Terme di Costantino, costruite nel IV secolo. I resti oggi visibili sono attribuiti soprattutto ai locali riservati al calidarium, l'area destinata ai bagni in acqua calda e ai bagni di vapore.
Si continua la visita agli Alyscamps, viale alberato di cipressi che porta alla chiesa diroccata di St-Honorat. Lungo il percorso sono allineate centinaia di tombe romane e paleocristiane, ricordate anche nell'Inferno dantesco. Il fascino di questo posto ha ispirato diversi quadri di Van Gogh e Gauguin.
E poi il Museo di Arles antica, che raccoglie oggetti che ripercorrono l'evoluzione della città.

Chi si trova ad Arles non si perda poi l'Èglise Saint-Trophime, la cattedrale del XII secolo, nota per il suo portale romanico e il Chiostro della chiesa corredato da due imponenti gallerie gotiche.
Infine, a pochi chilometri a nord di Arles c'è l'Abbazia di Montmajour, scenografica fortezza religiosa che si staglia su un colle e che racchiude uno dei chiostri più belli della Provenza, ritratto più volte da Van Gogh.

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28 aprile 2014

Arles, dai riti della Provenza a Van Gogh. Tutte le informazioni

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