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Camargue, in pellegrinaggio con i gitani

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Camargue, in pellegrinaggio con i gitani

  • – di Arianna Garavaglia
Le mura di Aigues Mortes (foto Milestone Media)
Le mura di Aigues Mortes (foto Milestone Media)

Violini, canti, preghiere e atmosfera vivace di festa. Ogni anno, il 24 e il 25 maggio, gitani, rom e sinti da ogni parti d'Europa si ritrovano in Camargue, a Saintes-Maries-de-la-Mer, per celebrare Sara, la loro protettrice.
La leggenda racconta che la domestica nera Sara con Maria Maddalena, Maria Salomé e Maria Jacobé (tutte presenti alla crocefissione di Cristo), dopo aver lasciato in barca la Palestina e aver vagato nel Mediterraneo approdarono sulle coste francesi e precisamente in Camargue.

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Per celebrare Sara, diventata la patrona dei gitani, il 24 maggio i fedeli portano la sua statua dalla cripta della chiesa di Saintes-Maries-de-la-Mer in processione fino al mare dove viene immersa in acqua come forma di purificazione. Il giorno successivo tocca alle statue delle sante che vengono, alla fine, benedette dal vescovo che segue la cerimonia da una barca.
Insieme ai gitani, partecipano a questi giorni di festa anche i locali in costume tradizionale e i gardians (i butteri) a cavallo. I butteri sono i custodi e veri padroni della Camargue, terra poco addomesticata nel delta del Rodano, dove si fondono mare e terra. Un'area selvaggia e vasta punteggiata da paludi salmastre, stagni e saline abitata da mandrie di tori d'allevamento, cavalli, fenicotteri rosa e aironi cinerini.

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Camargue, terra di Mistral, lagune e città crociate
La Camargue è una terra difficile, con temperature calde e umide d'estate e battuta tutto l'anno dal violento Mistral. Il vento ha plasmato anche l'architettura locale con la costruzioni delle cabanes, spartani rifugi per gardian e pescatori dalla struttura semplicissima per non opporre resistenza alle raffiche.
La Camargue è un territorio da esplorare a cavallo, in bici, oppure in barca con cui scivolare sugli specchi d'acqua bordati di tamerici e punteggiati da canneti. A cavallo, o in auto, si può esplorare l'Étang de Vaccarès, il più grande stagno della Camargue inserito in un'area di lagune e canneti che arriva fino al mare ed è soggetto a vincolo ambientale. Più a nord si trova l' Étang du Fangassier dove nidificano i fenicotteri.

Lasciando l'entroterra alla spalle si arriva al mare e a Saintes-Marie-de-la-Mer, il centro dei festeggiamenti gitani e sorta di capitale. La cittadina si riassume in poche strade. Il centro di tutto è la chiesa che custodisce la statua santa Sara e si trova inserita in un insieme vivace e caotico di vie su cui affacciano case di pietra che ospitano boutique che vendono saponi e altri prodotti provenzali, e locali con i tavolini.
La chiesa è anche una fortezza che serviva da torre di avvistamento contro i pirati saraceni. Di origine medievale è composta da un'unica navata e gli interni sono molto essenziali. Salendo la stretta scala a chiocciola si arriva al tetto da dove si ammira la città grazie al passaggio per la ronda con feritoie e merli.
Lo sguardo corre verso l'orizzonte e il mare, su cui si staglia l'arena e le lunghe spiagge sabbiose letteralmente invase dai turisti nei mesi estivi.

Lasciando la città e proseguendo verso est si supera il piccolo Rodano e si entra nella Petite Camargue. Tra gli stagni emerge la città fortificata di Aigues Mortes, punto di partenza della settima crociata guidata da Luigi IX nel XIII secolo. La città medievale è circondata da mura con dieci porte e sei bastioni merlati. Da non mancare la chiesa di Notre-Dame des Sablons, in stile gotico.

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