Baghdad 2005. In piena occupazione americana le autobomba, come oggi, sono all'ordine del giorno. Tra le strade di una città spettrale, dove si accatastano brandelli di corpi insepolti, si aggira lo straccivendolo Hadi Al-Attag. L'uomo ha una missione: raccogliere i resti umani e ricucirli per dare dignità alle vittime.
Dopo molto lavoro il compito è terminato e un cadavere intero è stato ricomposto. Lo trova un'anima vagante, una delle vittime ancora in attesa di sepoltura. Ne prende possesso e dà vita a Frankestein, una creatura terribile assetata di vendetta.
È la storia raccontata da "Frankenstein in Baghdad", terzo libro del 40enne iracheno Ahmed Saadawi premiato ieri ad Abu Dabhi con l'International Prize for Arabic Fiction, riconoscimento annuale alla narrativa araba organizzato in collaborazione con la Booker Prize Foundation di Londra e l'Abu Dhabi Tourism & Culture Authority.
Si tratta della prima vittoria di uno scrittore iracheno prorpio alla vigilia delle elezioni legislative che oggi stanno portando alle urne ventidue milioni di cittadini per eleggere i 328 membri del Parlamento.
Il testo di Saadawi, anche se ambientato nel 2005, rimane uno specchio attuale del paese. Frankenstein - come ha dichiarato l'autore in un'intervista al quotidiano arabo Asharq Al-Awsat - con il suo corpo formato da tanti elementi diversi rappresenta il melting pot iracheno, con le sue differenze settarie ed etniche, e la difficile ricerca di un'identità nazionale. Frankenstein, poi, per la sua catena di omicidi è visto nel testo come un salvatore, un vendicatore che detiene un potere assoluto di vita e di morte che genera una sorta di culto della personalità propria di ogni dittatura.
E poi la violenza in costante crescita nella quotidianità irachena. Secondo un rapporto dell'Onu nel 2013 sono state uccise 7818 persone, il bilancio più alto degli ultimi cinque anni.
Al vincitore vanno cinquantamila dollari e la traduzione in inglese del romanzo. Alcuni vincitori degli scorsi anni sono stati tradotti anche in italiano, come la saudita Raja Alem, autrice di "Il collare della colomba" (ed. Marsilio) e l'egiziano Youssef Ziedan autore di tre romanzi editi da Neri Pozza.
30 aprile 2014
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