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Ravello, borgo aristocratico in Costiera

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Ravello, borgo aristocratico in Costiera

  • – di Arianna Garavaglia
Veduta sul golfo di Salerno da Ravello (foto Milestone Media)
Veduta sul golfo di Salerno da Ravello (foto Milestone Media)

Una mattina di primavera. Il sole inonda piazza del Duomo, il cuore di Ravello. I bambini pedalano veloci sul sagrato mentre i pochi turisti anglosassoni stanno seduti ai tavolini dei bar o guardano le vetrine delle boutique che si affacciano sulla piazza.
La curiosità di molti è attratta da preziosi cammei. Sono le vetrine del Cameo Factory, proprio accanto alle scalinate della cattedrale.
Qui si trovano cammei montati su corallo usati anche come ciondoli e piccoli orecchini pendenti.

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Due chiacchiere con il proprietario e compare la figlia che guida i curiosi in quello che sembra un retrobottega. Si accende una luce e appare il Museo del Corallo, una sorta di grotta del conte Montecristo trasferita in Costiera. Questo spazio, nato nel 1986, raccoglie oltre 600 oggetti d'arte. Tra i più preziosi un Cristo su una croce in cristallo del ‘500 e una tabacchiera di Luigi XVI, gemella di quella del Louvre.
Non manca, naturalmente, una vasta collezione di cammei. E poi fermacapelli in tartaruga, gioielli in avorio, oggetti in madreperla, e collane e bracciali in tutte le gradazioni del corallo.
Tra le teche spunta anche una foto del 1994 di Hillary Clinton, allora first lady, in visita al museo.

Da Greta Garbo a Truman Capote
Sono tante le celebrità che nel corso dei decenni hanno scelto come luogo di vacanza o rifugio la piccola Ravello, borgo panoramico arroccato a 300 metri d'altezza con vista sul golfo di Salerno e sul Tirreno. Tra queste Greta Garbo, Truman Capote e lo scrittore Gore Vidal che qui ha vissuto a lungo. Vidal è quasi un personaggio mitologico, su tutta la costa si favoleggiano ancora delle sue sfrenate feste in villa.
E poi, naturalmente Jackie Kennedy, forse colei che ha lanciato Ravello in tutto il mondo. La sua immagine-icona in pantaloni capri e sandali insieme a Gianni Agnelli tra le vie del paese campeggia in diverse vetrine.

La Terrazza dell'infinito e Oscar Niemeyer
Ravello mantiene intatto il suo fascino di destinazione di elite della Costiera.
Qui, i visitatori, trovano una vita semplice, di paese. Ci si incontra al bar per il limoncello, si passeggia per i giardini di Villa Cimbrone, con la spettacolare Terrazza dell'infinito con vista sul golfo, e quelli di Villa Rufolo.
Lo spicchio della Ravello contemporanea è dietro l'angolo. Superato un tunnel si arriva all'Auditorium Oscar Niemeyer, inaugurato nel 2010 ma praticamente mai utilizzato. Il criticatissimo auditorium è una cupola bianca che non si integra con il paesaggio. Le sue pareti già crepate tradiscono i primi segni di degrado.
Il tributo di Ravello alla modernità e al prestigio delle archistar non sembra avere dato grandi risultati. Molto ridimensionato rispetto alle ambizioni originali di prolungare la stagione musicale oltre l'appuntamento annuale del Ravello Festival, l'edificio oggi ospita essenzialmente un cinema.

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Risalendo la scalinata di viale Wagner, dietro al Duomo, si arriva sulla strada di San Giovanni del Toro dove sfila la Ravello aristocratica. Ravello nasce proprio da una rivolta dei nobili di Amalfi che attorno all'anno Mille, in contrasto con il Doge, decisero di lasciare la Repubblica Marinara per salire in collina.
Lascito di questa origine sono, appunto, questi edifici. Il primo alle spalle della cattedrale è Villa Episcopio, l'unico di proprietà pubblica e l'unico non ristrutturato. Gli interni non sono stati messi in sicurezza e quindi non si possono visitare. Questa residenza ha ospitato Richard Wagner e Jackie Kennedy.
Si prosegue e si incontra poi il belvedere pubblico con vista sul golfo e su Minori e Maiori. E poi hotel Palumbo e palazzo Avino, entrambi ospitati in palazzi d'epoca.

Aperitivo jazz
Si raggiunge infine l'antico Belmond Hotel Caruso in Piazza San Giovanni del Toro, di fronte alla chiesa. Questo palazzo antico, che mantiene l'impianto del XVII secolo, è stato trasformato in hotel nel 1896 da Pantalone Caruso che decise di aprire una locanda per ospitare le persone che venivano a visitare Ravello a dorso di mulo. Nel 1999 l'hotel è stato venduto alla catena internazionale Orient-Express mantenendo la sua personalità e il fascino locale.
Questo è l'indirizzo giusto per un aperitivo al bar sotto le volte affrescate. Da provare il gimlet al limone con scorza di lime, limone e zucchero. Oppure il Rossini con le fragole. L'atmosfera accogliente e l'ospitalità sono il punto forte dell'hotel.
Si passa poi alla cena. Lo chef è Mimmo Di Raffaele. Quarantenne, campano, e un curriculum di tutto rispetto. Negli anni ha lavorato nei più noti ristoranti d'Italia. Ha collaborato al "Marino alla Scala" di Milano dei Trussardi, al ristorante Eden di Roma e poi è approdato al Belmond Hotel Caruso.
La sua cucina prevede ingredienti del territorio per un gusto mediterraneo con influssi dall'Oriente. I piatti sono un equilibrio di pochi elementi, immediatamente riconoscibili.
Da non perdere i mezzi paccheri di Gragnano con ragù di agnello e menta e il merluzzo di coffa con scarola e salsa di alici di Cetara, da gustare sulla terrazza con vista sul golfo.

E per concludere la serata gli ospiti, soprattutto americani, si lasciano trascinare da Carosone suonato e cantato dal pianista.
Musica, bellezze naturali, buona tavola e ospitalità. Tutto quanto di meglio ha da offrire Ravello.

Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi

16 maggio 2014

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