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Abu Dhabi, regina degli Emirati. Parte II

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Abu Dhabi, regina degli Emirati. Parte II

Velo e shisha
Per gli adulti, invece, ci sono i club - «dove le ragazze entrano tranquillamente in minigonna» come spiega una giovane portoghese - e i locali degli hotel. Gli stranieri mantengono un abbigliamento di tipo occidentale mentre le donne locali per uscire indossano l'abaya, leggerissimo vestito nero lungo, e il velo. «È una forma di rispetto tradizionale», spiega Leila, insegnate di inglese emiratina. «Quando vado all'estero indosso solo il velo».
Gli uomini sono altrettanto coperti, portano una lunga tunica bianca (la "kandura") con un copricapo (la "ghutra") tenuto fermo da una fascia nera.
Le ragazze di Abu Dhabi guidano, studiano - spesso all'estero e a spese dello stato - e la sera escono tra amiche.
Al ristorante sulla terrazza dell'Hotel Rosewood sull'isola di Al Maryah, il centro degli affari di Abu Dhabi, quattro ragazze sui vent'anni molto curate e con l'abaya cenano fumando la shisha. Arriva la torta, è il compleanno di una di loro. Le ragazze si alzano e passano per tutti i tavoli per offrire il dolce e festeggiare insieme. Gentilezze e ospitalità araba.

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Moschee, palazzi degli emiri e cappuccini spolverati d'oro
Tra le attrazioni simbolo della città non bisogna perdere la Grande Moschea Sheikh Zayed, una delle più grandi al mondo con una superficie pari a quella di cinque campi da calcio. I suoi numeri sono impressionanti: 80 cupole, mille colonne, candelabri placcati in oro, marmi e lampadari coperti interamente di cristalli Swarovski dal peso di diverse tonnellate.
Il tappeto che ricopre tutta la superficie della sala di preghiera principale è il più grande tappeto al mondo fatto a mano e misura 7000 metri quadrati.
I muri interni hanno decorazioni a mosaico con tessere di vetro e oro. Alla costruzione dell'edificio, iniziata a metà anni '90 e finita dieci anni dopo, hanno lavorato tremila operai.
La moschea è l'unica a essere visitabile dai non musulmani ed è aperta tutti i giorni dallo 9.00 alle 20.00, tranne il venerdì quando l'ingresso è riservato ai fedeli per la preghiera.

Per una vista sulla città a 360 gradi si deve andare sulla terrazza panoramica delle Etihad Towers. Al 74esimo piano della seconda torre si trova l'Obsevatory Deck at 300 il punto di osservazione più alto della città a 300 metri di altezza con vista su Abu Dhabi e sulle sue isole.

Proprio di fronte ai grattacieli dell'Etihad si trova l'Emirates Palace, vero simbolo dell'opulenza e della ricchezza sfrenata del Golfo. Voluto dallo sceicco come residenza per alloggiare i suoi ospiti il palazzo ha cambiato destinazione ed è diventato un hotel utilizzato per ricevere politici in visita ufficiale ma anche i turisti. Le suite più grandi raggiungono i 680 metri quadri e all'ultimo piano dell'edificio ogni membro del parlamento ha un appartamento.
Tutto è grandioso. Al piano terra c'è anche un distributore di lingotti d'oro con un paio di persone in fila. Camminando per i tanti corridoi l'attenzione è attirata da due uomini sui ponteggi che stanno lavorando al soffitto. «Stanno applicando le foglie d'oro. Ridoriamo i soffitti una volta l'anno», spiega con nonchalance la pr.
La visita per tutti si conclude sempre al bar, per il tradizionale cappuccino spruzzato con polvere d'oro 24 carati. Prezzo 50 dhiram, 10 euro. In fondo un lusso da emiro alla portata di tutti.

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4 luglio 2014

Abu Dhabi, regina degli Emirati

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