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Bretagna, tra mito e natura

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Bretagna, tra mito e natura

  • – di Francesca Pace

Situata all'estremità nord-occidentale della Francia, la Bretagna si allunga nelle acque dell'Oceano Atlantico e della Manica. Un mare, un tempo tanto temuto, da sempre parte integrante della storia e del carattere di questa regione, che ha determinato la sua forte identità culturale, con un lingua e tradizioni proprie, tale da renderla molto diversa dal resto della Francia.
Modellata dalla forza delle acque agitate, dei venti e delle tempeste, la costa alterna lunghe spiagge di sabbia con fiordi profondi, lungo i quali si susseguono i villaggi di pescatori con i loro porticcioli caratteristici. Il paesaggio muta continuamente sotto l'influsso delle maree che, di volta in volta, scopre o nasconde immense distese di sabbia e di roccia.

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Uno dei luoghi più famosi dove meglio si osserva il fenomeno delle maree è Mont Saint Michel, già in Normandia, ma a soli 4 km dal confine bretone. Qui, infatti, il mare sale rapidamente fino a lambire le mura millenarie dell'abbazia ma, durante la bassa marea, è possibile attraversare la baia a piedi seguendo il cosiddetto Cammino del Marchese, dal nome di un eremita che qui un tempo si rifugiò.
La costa è, poi, scandita da numerosi fari che tratteggiano, dal largo, il profilo della regione. Fondamentali punti di riferimento per i naviganti, diventano originali tappe lungo la cosiddetta Strada dei Fari per chi viaggi via terra. Come il faro di Tréziena Plouarzel, piccolo villaggio a nord-ovest di Brest, un gigante di granito, costruito nel 1894 e alto 37 metri, con 182 gradini da cui si gode di un panorama indimenticabile. Ma sono molti altri i fari dai nomi evocatori, come il Faro dell'Ile Vierge, il più alto d'Europa oppure il faro della Pointe de Saint-Mathieu, vera prua del mondo antico, situato accanto a un'abbazia del XVI secolo.

In barca o in bici lungo i canali
L'entroterra della Bretagna è il paradiso delle vacanze ecosostenibili. L'acqua, infatti, è una importante presenza anche all'interno della regione, percorsa da numerose vie navigabili, tra fiumi e canali. Che creano tanti itinerari verdi da percorrere in barca, in bici o a piedi alla scoperta di paesaggi naturali imprevedibili, tra piccole città e castelli da fiaba.
La più nota è scenografica è quella che da Nantes porta a Brest, attraverso le dolci pianure della Bretagna, punteggiate da piccole case bianche dalle finestre colorate che si alternano ad abitazioni in pietra nuda o in granito rosa ricoperte da tetti in ardesia o paglia. Oppure si può scegliere la via da Saint Malo a Arzal e da Lorient a Pontivy. Per visitare l'entroterra si può noleggiare una houseboat. Non c'è bisogno di essere esperti di navigazione. E per un week end o una settimana, si può navigare nella natura facendo tappa nei diversi villaggi lungo il fiume. Oppure in bicicletta, lungo la Vélodyssée, la ciclabile atlantica che unisce Capo Nord in Norvegia a Sagres in Portogallo. In Bretagna percorre gran parte del Canale di Nantes a Brest e attraversa paesaggi molto diversi fra loro, dalla baia di Morlaix alle paludi di Redon.

Al Festival celtico di Lorient
Per la sua posizione, la Bretagna era considerata dai celti Pen ar Bed, la fine della terra, oltre la quale i mostri marini regnavano nei misteriosi fondali dell'oceano. Un mondo antico di cui restano tracce fra i Megaliti di Locmariaquer o nell'allineamento di menhir di Carnac. Tradizioni antiche che rivivono ancora oggi nella città di Lorient, sulla costa atlantica della Bretagna. Dove, ogni anno, arrivano dalla Galizia, Asturie, Isola di Man, Galles, Irlanda, Cornovaglia e Scozia per congiungersi ai loro antichi "cugini" bretoni. A migliaia, tra artisti e pubblico, compiono una pacifica "invasione" culturale per partecipare al Festival Interceltique, una delle manifestazioni più importanti dedicate alla musica e alla cultura celtica. Per dieci giorni, dall'1 al 10 agosto, si svolgono concerti, spettacoli, incontri e dibattiti alla presenza di artisti noti e meno noti.
Giunto alla sua 44^ edizione, il Festival è diventato, negli anni, anche un importante momento di aggregazione e scambio culturale per gli abitanti di quei Paesi, occupati un tempo dai celti, ancora oggi profondamente attaccati alle loro origini. Non sarà, dunque, strano sentir parlare o cantare in bretone o in gaelico, le loro antiche lingue, oppure assistere a spettacoli o a riti che, come in una fiaba, rievocano il magico mondo di Merlino e di re Artù.

La storia dei Paesi celtici è legata a una storia di migrazioni che ha favorito la diffusione di questa cultura in tutto il mondo e a cui risalgono anche le feste di Halloween e St. Patrick.
Il Festival è inaugurato dalla Contriade, presso il porto della città. A cui segue un fitto programma di eventi: dalla Grande parata delle Nazioni celtiche alle Notti Magiche nel Parc du Moustoir alle Notti delle Cornamuse. Ma molti sono anche i fuori programma improvvisati da gruppi o solisti che, nelle strade, nelle piazze e nei pub, suonano cornamuse, tamburi e arpe celtiche. E per dieci giorni fanno rivivere l'antico e magico mondo scomparso.

23 luglio 2014

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