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48 ore a Singapore, gli indirizzi al top

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48 ore a Singapore, gli indirizzi al top

  • – di Arianna Garavaglia
La piscina del resort  Marina Bay Sands (foto Singapore Tourism Board)
La piscina del resort Marina Bay Sands (foto Singapore Tourism Board)

PRIMO GIORNO
Ore 9.30: mattinata a Chinatown
Volto impassibile e sguardo concentrato. Due anziani cinesi si sfidano a carte seduti a un tavolino di plastica nei pressi del Tempio del dente di Buddha.
Sotto la tenda che protegge dal sole battente e dalle frequenti piogge equatoriale la scena si ripete a diversi tavoli.

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Un'intensa 48 ore nella città del leone inizia da Chinatown, uno dei quartieri più affascinanti della città. Delle atmosfere ambigue e letterarie della vecchia Singapore, tra fumerie d'oppio e case d'appuntamenti, tipiche di questo quartiere fino a qualche decennio fa, si può solo sognare e immaginare. Oggi anche Chinatown è stata restaurata e ripulita ed è un'area sicura, tranquilla e controllata come ogni angolo della città.
Il recupero di questa ex zona povera e degradata è iniziata attorno agli anni '60, per decisione dell'amministrazione.
Il quartiere cinese è ora un insieme caotico di shop house - le tradizionali case a due piani con negozi o ristoranti al piano terra e le abitazioni al piano superiore - e negozi che vendono di tutto. Dalla cianfrusaglia da bancarella alla scatole laccate fino agli scorpioni e serpenti sotto vetro.

Ore 13.00: tutti a tavola per sperimentare la cucina Peranakan
La tavola è uno dei modi migliori per esplorare altre culture. Per gustare qualcosa di tipico e introvabile nel resto del mondo l'indirizzo giusto è il Blue Ginger che serve piatti della tradizione Peranakan, la cultura nata dalla fusione di migranti cinesi con popolazioni locale e che spesso costituivano l'elite a Singapore come nella vicina Malacca in Malaysia.
La cucina Peranakan fonde sapori cinesi, malesi, indiani ed europei. Il menu del Blue Ginger deve la sua popolarità ad alcuni piatti che sono entrati nella tradizione come il beef rendang, bocconcini di manzo caramellati con curry, o i particolari involtini primavera piccanti.

Ore 15.00 Pomeriggo a Kampong Glam e Little India
Un altro bel quartiere, perfetto per una passeggiata tra le coloratissime shop house e dove fare un po' di shopping e fumare narghilè, è la zona araba di Kampong Glam. Il nome deriva dalle parole kampong (villaggio) e glam, tipo di pianta che un tempo cresceva solo in quest'area.
Centro di culto del quartiere è la Sultan Mosque, costruita nel 1826 e una delle più antiche della città. La moschea è la più grande di Singapore e può accogliere fino a cinquemila fedeli.

Per finire il tour tra in quartieri "etnici" di Singapore manca solo Little India. Quest'area era stata abitata per lungo tempo dagli europei ma ora sotto i portici che costeggiano le shop house si vedono passeggiare donne in sari. In questo quartiere caotico abitato dalla comunità indiana si possono vedere templi indù, fare un po' di shopping nei negozi di tessuti e dare uno sguardo ai monili in oro giallo, passione di ogni indiano

Ore 20.00 aperitivo e cena a Marina Bay
Per aperitivo, cena e per passare la notte ci si sposta a Marina Bay, modernissimo quartiere di grattacieli sorto negli ultimi anni. Qui vivono e lavorano molti expat, stranieri richiamati in città dalla crescita impetuosa di Singapore che richiede professionisti, anche stranieri.
«Ma siamo ben integrati. Non è come negli Emirati dove ci sono i locali e poi gli altri», spiega un cittadino tedesco residente in città mentre sorseggia il suo gin-tonic al Pacific Club, bar panoramico al trentottesimo piano dell'hotel Pan Pacific Singapore.

Dalle vetrate del locale lo sguardo scorre sugli edifici più conosciuti del quartiere e della nuova Singapore: la Singapore Flyer, la ruota panoramica. Il Marina Bay Sands, che ospita la famosa piscina a sfioro. E poi il teatro Esplanade, con le sue cupole, e l'ArtScience Museum, riconoscibile dalla sua struttura a forma di loto.
Tutti questi edifici si ammirano dalle vetrate del Pan Pacific Singapore, indirizzo centralissimo a pochi minuti a piedi dalla stazione della metropolitana, il mezzo più comodo e veloce per spostarsi in città.

Al Pan Pacific si trova anche uno dei ristoranti più apprezzati in città: l'Hai Tien Lo, locale di cucina cantonese con un tocco contemporaneo. L'arredo è essenziale con imponenti colonne laccate di rosso e pareti in legno intagliato. Si può scegliere tra diversi menu. Da provare l'anatra alla pechinese, il filetto di pesce persico con brodo di miso e la cernia al vapore con salsa di soia. Ottimi, anche se poco esotici, i dessert al cioccolato.

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17 ottobre 2014

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