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Isole Cook, un paradiso chiamato Aitutaki

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Isole Cook, un paradiso chiamato Aitutaki

  • – di Francesca Pace

Isole di sabbia candida e brillante, ricoperte da una vegetazione lussureggiante circondate dalle acque tranquille e cristalline del Mari del Sud. E' lo spettacolo che si apre alla vista raggiungendo le Isole Cook e che non deve essere molto diverso da quello di fine '700 quando furono scoperte dagli spagnoli, e visitate poi, più volte, dal celebre Capitano James Cook a cui devono il loro nome. Un arcipelago di quindici isole incontaminate e remote sperso nelle acque dell'Oceano Pacifico, dove la linea convenzionale del tempo scocca le ultime ore del giorno. E qui si trova Aitutaki, una delle perle della Polinesia neozelandese, dalla bellezza primordiale, che offre il luogo ideale per una vacanza da sogno.

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Tra le isole dell'arcipelago, tutte diverse nella loro bellezza, Aitutaki è considerata la più suggestiva. Situata a poco meno di un'ora di volo dalla capitale Rarotonga, basta vederla dall'alto durante breve viaggio a bordo di un piccolo velivolo per capire perché è anche chiamata laPerla dei Mari del Sud. Un'isola ricoperta da una vegetazione rigogliosa circondata da una sottile striscia bianca di sabbia e, più al largo, da un anello corallino di isolotti, o motu, che formano un'immensa e spettacolare laguna, uno dei paesaggi marini più belli di tutto il Pacifico. Dove gli atolli sembrano galleggiare sulle acque cristalline, tranquille e tiepide, che celano fondali da sogno abitati da pesci colorati, conchiglie e tartarughe. Un paradiso tutto da scoprire tra snorkeling, immersioni o tour in barca. Tra questi, è consigliata la mini crociera giornaliera tra i motu più lontani, come Honeymoon Island, una bianca striscia di sabbia che emerge di 10 cm dall'acqua azzurra, scelta spesso per matrimoni romanticamente esotici. Da qui, camminando a piedi nell'acqua, si raggiunge One Foot Island, l'unica isola disabitata al mondo ad avere un ufficio postale da cui spedire cartoline e farsi timbrare i passaporti come ricordo del viaggio.

Le spettacolare laguna di Aitutaki è, dal 2011, anche al centro della popolare Motu2Motu (il 3 dicembre), una competizione di canoe ispirata alla più celebre Vaka Eiva della vicina Rarotonga, uno degli eventi più importanti dell'Oceano Pacifico. Nata per ricordare la grande migrazione maori verso la Nuova Zelanda, è una incredibile gara tra canoisti che si sfidano lungo un percorso di 36 km da Ootu Beach a Arutanga.

Oltre alla bellezza del mare e dei suoi fondali, Aitutaki offre anche luoghi pieno di fascino all'interno dell'isola, dove scoprire la sua natura, storia e tradizioni ancora vive.
La fitta rete di strade dell'isola permette di raggiungere villaggi isolati e piantagioni in bicicletta, in scooter, in auto o con tour organizzati in 4x4. Il villaggio principale di Aitutaki è Arutanga, dove si trova la più vecchia chiesa delle Isole Cook, nonché una delle più belle, costruita nel 1828, con diversi oggetti di legno intagliato e vetrate policrome. Ogni domenica mattina gli abitanti si radunano per la messa e le donne indossano vestiti colorati e fantasiosi cappelli con inserti di perla nera ed intonano canti coinvolgenti.
All'estremità settentrionale dell'isola, si trova il Maungapu, un'altura di soli 125 metri che, secondo la leggenda, è la cima del Picco Raemaru di Rarotonga, portato qui dai vittoriosi guerrieri Aitutaki. Con una facile escursione di mezz'ora si raggiunge la cima da cui ammirare il panorama mozzafiato della laguna.
Meritano, poi, una visita i diversi marae, gli antichi luoghi di culto utilizzati prima dell'arrivo degli europei, e oggi aperti ai visitatori. Si tratta di spazi liberi da alberi (questo il significato letterale del termine marae) delimitati da pietre o blocchi di legno con una pietra al centro attorno alla quale si svolgevano i cerimoniali religiosi.

Sul finire del giorno, Aitutaki si prepara a regalare un altro imperdibile spettacolo. Al tramonto, infatti, sul'isola cala un silenzio quasi irreale, il cielo si colora delle tonalità del rosso fino a scurirsi e a brillare di milioni di stelle. Un'atmosfera unica e ideale per assistere a spettacoli di musica e danza, la forma artistica più importante delle Isole Cook. Una tradizione millenaria in cui si narrano di storie d'amore e d'avventura eseguite in onore di Tangelo, dio della fertilità e del mare. Tra le diverse occasioni, i momenti più belli e coinvolgenti sono le island nights, durante le quali vengono invitati a partecipare anche i papaya, gli stranieri, a muoversi al ritmo della hura, tra percussioni e tamburi. E abbandonarsi al fascino e alla sensualità di questa piccola terra ai confini del mondo.

25 novembre 2014

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