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Mons, un anno all'insegna della cultura

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Mons, un anno all'insegna della cultura

  • – di Francesca Pace


Il centro storico trasformato in un enorme specchio creato da 18mila poncho argentati indossati dal pubblico, la Place du Parc illuminata da migliaia di candele, un enorme dragone dormiente che brilla ai piedi del Beffroi colorato di luce mentre centinaia di robot fluorescenti danzano in Place du Marché aux Herbes. Una grande performance artistica all'insegna della luce con la quale Mons, cittadina belga della Vallonia a pochi chilometri dal confine francese, si prepara a inaugurare, il 24 gennaio, il suo anno da Capitale della cultura europea. Un'occasione importante che la renderà protagonista della scena internazionale nei prossimi 12 mesi durante i quali, i visitatori, potranno contare su un programma di oltre 300 eventi che si susseguiranno per tutto il 2015.

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Era il 1985 quando, per la prima volta, venne proposto di nominare una città europea a capitale della cultura allo scopo di avvicinare i cittadini dell'Unione alle diverse realtà del Vecchio Continente. A distanza di 30 anni, l'iniziativa si è dimostrata un successo, soprattutto per le città meno note ma ricche da un punto di vista storico e artistico. Come nel caso di Mons, il cui nome (dal latino "monte") già rivela le sue antichissime origini, di cui sono conservate importanti testimonianze nel centro storico della città.
Il cuore di Mons è la Grand-Place, la grande piazza animata da caffè e ristoranti all'aperto e su cui si affaccia l'Hotel de Ville, il municipio, un imponente edificio gotico del XV secolo voluto da Carlo il Temerario. Accanto all'ingresso principale, si trova una scimmia di ghisa, seduta, nota come Singe du Grande Garde, che, secondo un'antica usanza, porta fortuna a chi le accarezza la testa con la mano sinistra. Percorrendo le vie medievali ben conservate, intorno alla piazza, si raggiunge la Collegiata Sainte-Waudru, un bell'edificio gotico-brabantino, sede in passato di una comunità religiosa di monache, all'interno del quale è conservata una preziosa collezione di oreficeria e statue di alabastro del XVI secolo.

Ma il vero simbolo di Mons è il Beffroi, la torre campanaria che, dall'alto dei suoi 87 metri, domina la città. Costruita nel 1673, in gres e pietra azzurra, è in stile barocco, unica nel suo genere del Belgio, e scandisce le ore attraverso un carillon di 49 campane. Chiamata dagli abitanti "el catiau", è Patrimonio mondiale dell'Unesco.
Mons conta, inoltre, tredici musei tra i quali il Museo di Arti Decorative François Duesberg, dove è conservata una collezione dell'importante mecenate di Bruxelles, e il BAM - Museo delle Belle Arti di Mons, rinnovato e inaugurato nel marzo 2007, in cui sono ospitate esposizioni permanenti e temporanee.

Oltre alla storia, Mons è anche nota per una delle più popolari manifestazioni folcloristiche di tutto il Belgio e inserita nel patrimonio immateriale dell'Unesco: la festa del Doudou. Questo evento si svolge ogni anno nella domenica che segue la Pentecoste (quest'anno il 31 maggio) e rievoca, da oltre 650 anni, del combattimento tra San Giorgio e il drago, simbolo dell'eterna lotta tra il bene e il male. A questo evento è stato dedicato anche un museo che inaugurerà nei primi mesi del 2015.

23 gennaio 2015

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