Maniago e Santa Fiora. Sono gli ultimi due borghi italiani premiati con la Bandiera arancione del Touring Club Italiano. Un riconoscimento conferito ai piccoli paesi dell'entroterra che si distinguono per la loro qualità turistica e ambientale. Sale così a 213 il numero di località premiate dal 1998 e che sono una meta ideale per passare una giornata o un fine settimana alla scoperta di piccoli angoli di storia e tradizioni di cui il Belpaese è ricco.
In provincia di Pordenone, Maniago è delimitato dai corsi del Cellina e del Colvera, ed è circondato da un ambiente naturale ricco e vario. Si trova, infatti, nella caratteristica area dei magredi, cioè "terra magra", dove il terreno, molto permeabile, è arido e povero dando origine a un paesaggio simile alla steppa. Seguendo gli itinerari pedonali o ciclabili, è facile andare alla scoperta della sua storia, segnata, in particolare, dalla dominazione veneziana.
Il cuore del borgo è piazza Italia, dalla forma irregolare e una delle più grandi del Friuli, dove si affacciano i principali edifici storici: il Duomo dedicato a San Mauro Martire, esempio di architettura tardo-gotica impreziosito da un grande rosone centrale e, all'interno, da affreschi del XVI secolo; la Loggia caratterizzata da tre grandi archi, un tempo sede del tribunale e del mercato cittadino e trasformata oggi in un monumento dedicato ai Caduti di tutte le guerre; la chiesetta della Madonna del Settecento e il palazzo D'Attimis Maniago, antica residenza del casato di Maniago, risalente al XVIII secolo, sulle cui mura è affrescato il leone marciano testimonianza del dominio veneziano. Sul retro dell'edificio, oltre la corte, si trova un grande parco, composto da due bei giardini, all'italiana e all'inglese.
Al centro della piazza si trova, infine, la fontana, simbolo della città, realizzata a base ottagonale, con quattro vasche semicircolari e quattro scalinate orientate secondo i punti cardinali. Da qui parte la strada che porta al Castello dei nobili di Maniago, edificato nel corso dell'XI secolo su un'altura alla base del monte Jôuf. Purtroppo oggi rimangono solo i ruderi delle antiche mura, a seguito dei danni subiti durante un forte terremoto nel 1511 e dal successivo abbandono nel 1630.
Il borgo è noto, anche, per essere la città dei coltelli. Una tradizione molto antica che risale al 1453 e attiva ancora oggi, la cui storia si può ripercorrere nel Museo dell'arte fabbrile e delle coltellerie ricavato nella prima grande fabbrica di coltelli di Maniago.
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