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Alitalia, il Governo approva un prestito ponte di 300 milioni

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22 aprile 2008

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per la concessione di un prestito ponte ad Alitalia da 300 milioni di euro. Lo riferiscono fonti di Governo. Il rimborso del prestito è previsto entro il 31 dicembre 2008. La versione iniziale del provvedimento, riferiscono le fonti, prevedeva risorse per 100 milioni di euro ma il Consiglio ha deciso di triplicare l'importo su richiesta del futuro premier, Silvio Berlusconi. «Berlusconi - ha spiegato al termine della riunione il presidente del Consiglio uscente Romano Prodi - mi ha chiesto un prestito più sostanzioso di quello che avevamo previsto per avere più tempo per risolvere la vicenda Alitalia. Il nostro è stato un atto di responsabilità». Lo ha affermato il premier Romano Prodi al termine del Consiglio dei ministri.
Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa ha spiegato che «il Governo in carica per gli affari correnti» ha ritenuto che «la bontà della proposta alternativa» avanzata da Silvio Berlusconi giustifichi «l'atto di responsabilità di non far venire meno questa disponibilità e da questo - ha continuato - discende il fatto che l'importo sia stato quello richiesto per attuare la soluzione tra poche settimane».
Il decreto legge, chiarisce la nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del Consiglio, «è volto a garantire, per il tempo strettamente necessario un servizio pubblico essenziale al fine di evitare l'interruzione della continuità territoriale e problemi di ordine pubblico».
Il prestito ha «caratteristiche di mercato a brevissimo termine» maggiorato «di un tasso di interesse nella misura prevista dalla specifica disciplina comunitaria». Il finanziamento, secondo Palazzo Chigi, «consentirà di mantenere la continuità operativa della compagnia per il tempo strettamente necessario all'assunzione dei pieni poteri del nuovo Governo».

Da Berlusconi dichiarazioni pubbliche più impegnative di quelle private

Ai giornalisti che domandavano se il Governo uscente abbia avuto informazioni da Berlusconi sull'eventuale soluzione alternativa, Padoa-Schioppa ha risposto: «Sono state fatte dichiarazioni pubbliche che erano ancora più impegnative di quelle private».
«Senza questa operazione di prestito - ha chiarito il ministro - il consiglio di amministrazione di Alitalia si sarebbe trovato nelle condizioni che sapete, altrimenti non ci sarebbe stata la necessità. Per coprire il segmento di tempo da questa possibilità alla soluzione che autorevolissimamente è stata data come sicura era giusto non negare questo finanziamento temporaneo».


Le interferenze dalla politica e dei sindacati

«Le eccessive interferenze su questo argomento durante la campagna elettorale - ha aggiunto Prodi - e le numerose difficoltà frapposte dai sindacati sono alla base» della decisione di Air France di ritirare l'offerta. Più esplicito, pur senza citare il leader del Pdl, è stato Padoa-Schioppa: «La persona, colui che probabilmente presiederà il prossimo Governo, ha contribuito a far sì che la soluzione Air France tramontasse, perchè convinto di poterne proporre una migliore» ha detto il ministro uscente nel corso della conferenza stampa seguita alla riunione del Consiglio dei ministri che ha approvato la concessione del prestito ad Alitalia.

Il nodo Bruxelles

Il prestito dovrà superare l'esame della Commissione europea che a inizio aprile aveva messo le mani avanti ricordando che Alitalia non può più usufruire di aiuti di Stato. Su questo punto Padoa-Schioppa è stato lapidario e alla domanda su come la Commissione giudicherà il decreto ha risposto: «Lo vedremo». Nel corso della giornata, il presidente dell'esecutivo comunitario, il portoghese Josè Manuel Barroso aveva annunciato la decisione di assegnare all'Italia il gabinetto Trasporti, quello che dovrà occuparsi del caso Alitalia, oggi guidato dal francese Jacques Barrot. Quest'ultimo prenderà il posto di Franco Frattini destinato a rientrare in Italia con incarichi di Governo. La decisione ha provocato disappunto nell'esecutivo guidato da Prodi, a cui ha replicato il portavoce di Barroso affermando che il presidente della Commissione «ha avuto i contatti appropriati» prima di decidere.

Il ritorno in Borsa

Mercoledì - ha fatto sapere in serata Borsa Italiana - il titolo rientrerà in contrattazione con le modalità dell'asta unica, segnando quindio un unico prezzo al termine della seduta di Borsa. (a cura di Giuseppe Chiellino)

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