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Telecom, altri 4 mila esuberi

di Alberto Annicchiarico

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3 dicembre 2008

Focus su mercati italiano e brasiliano. Nessun interesse per operazioni di fusione e acquisizione. No allo scorporo della rete. Obiettivo di ricavi in aumento del 2% medio annuo. Attenzione massima alla riduzione del debito. In più, cessioni previste per Telecom Italia Media, escluse le attività legate alla tv su Internet, e ulteriori tagli degli organici con altri 4mila esuberi. Sono questi, in sintesi, gli elementi fondamentali del piano industriale 2009-2011 di Telecom Italia, approvato dal consiglio di amministrazione martedì in una riunione fiume e presentato questa mattina dal top management a Londra.

Il titolo è peggiorato a Piazza Affari già mentre era in corso, a metà mattina, l'incontro con la comunità finanziaria. Le quotazione delle azioniordinarie, dopo un avvio all'insegna dell'incertezza con numerosi cambi di rotta, hanno imboccato la strada del ribasso, registrando un ribasso superiore al 2 per cento, appena sopra quota 1 euro. Gli obiettivi economici-finanziari contenuti nel piano si sono rivelati migliori delle attese. In particolare gli esperti hanno apprezzato la previsione di ricavi in aumento del 2% medio annuo (con andamento piatto nel 2009) e un calo del debito di almeno 5 miliardi al 2011, con un rapporto tra debito ed Ebitda che scenderà a 2,3 volte.

Tuttavia la Borsa è rimasta delusa per l'assenza di indicazioni sull'andamento della cedola e sulle operazioni straordinarie. «Il mercato si aspettava notizie più positive, qualche colpo di scena - ha commentato un trader - così alcuni investitori avevano costruito posizioni lunghe, ovvero di acquisto sulle azioni di Telecom, che oggi smontano». Dopo la disponibilità a vedersi ridurre la cedola da parte dell'azionista Marco Fossati (Findim), che ieri ha definito l'idea «accettabile», oggi l'amministratore delegato Franco Bernabè non ha escluso l'ipotesi, ma ha rinviato la questione al consiglio di amministrazione del 27 febbraio. Indicazione che, nelle sale operative, è stata vista come una conferma indiretta del possibile taglio del dividendo.

Bernabè, rispondendo alle domande degli analisti, ha anche detto con forza che il gruppo non ha intenzione di scorporare la rete. «La rete, che fa parte del nostro core business, mai sarà oggetto di uno spin-off - ha affermato Bernabè - siamo aperti a sinergie come abbiamo già fatto con l'accordo con Vodafone per le infrastrutture mobili e con Fastweb nel fisso, che hanno un senso dal punto di vista industriale, ma la nostra risposta sulla rete è Open Access», ha chiarito ancora l'amministratore delegato. «Nei prossimi giorni, non dovremo aspettare molto - ha aggiunto - ci sarà una decisione dell'Agcom».

Altro chiarimento: Telecom eserciterà la call option su Sofora, holding che controlla Telecom Argentina, agli inizi del 2009. Così, ha commentato il direttore finanziario Marco Patuano, «torneremo ad avere il controllo». Patuano ha ricordato, illustrando le caratteristiche della controllata sudamericana, che questa produce «ricavi per 2,5 miliardi, un margine ebitda al 30% e aveva una posizione finanziaria netta pari a zero».

A proposito dell'Argentina Bernabé ha detto di apprezzare molto il sostegno che il Governo italiano ha fornito al gruppo telefonico. Da mesi è in atto un serrato confronto. Ci sono stati molti rumors, ma il presidente Berlusconi si è fatto avanti con determinazione nel difendere gli interessi di una grande azienda italiana. Contiamo sul costante sostegno del governo alla nostra azione».

L'Argentina, ha aggiunto Patuano, «è un paese amico dell'Italia, ma è anche un ambiente complesso e non va dimenticato che il 2009 è un anno elettorale. Abbiamo un codice di disciplina molto forte nella governance che assicura la non influenza di Telefonica». La presenza del socio spagnolo nella compagine azionaria della compagnia italiana è all'origine dei dissidi.

Tornando agli elementi fondamentali del piano, nel prossimo triennio la strategia del gruppo ruoterà attorno «centralità del mercato domestico e del Brasile». Tra gli elementi fondamentali una «rigida disciplina finanziaria per la generazione di free cash flow operativo» e «grande impegno sul controllo dei costi e degli investimenti». E ancora: attesa di una crescita media dei ricavi superiore al 2% fissata come obiettivo di gruppo nel periodo 2008-2011, significativa riduzione del debito, dismissione di attività non core fino a 3 miliardi di euro, ulteriori tagli degli organici per 4mila unità oltre ai 5mila già previsti entro il 2010. «Dobbiamo iniziare una nuova trattativa con i sindacati, ma sono fiducioso di ottenere anche questo obiettivo», ha detto Bernabè.

I target 2009 prevedono ricavi ed Ebitda margin stabili mentre a marzo scorso era previsto un incremetno dei ricavi dell'1-2 per cento. Gli investimenti industriali per il 2009 saranno pari a 4,8 miliardi e il rapporto tra debito ed ebitda al 2009 è indicato a 2,9. I ricavi organici domestici del 2009 si attesteranno tra 22,7 e 22,8 miliardi, con un ebitda tra 9,9 e 10 e investimenti industriali per 3,3 miliardi.

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