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Il monito di Trichet: evitiamo
la «trappola della liquidità»

a cura di Alberto Annicchiarico

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15 gennaio 2009

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha tagliato di 50 punti base il tasso d'interesse di riferimento di Eurolandia, scendendo così dal 2,5 al 2 per cento. Una mossa ampiamente preventivata dal mercato e comunque resa possibile dal calo dell'inflazione, i cui rischi sono adesso nuovamente equilibrati. Anche se la congiuntura negativa non fa dormire sonni tranquilli e le manovre espansive in corso potrebbero in futuro riaccendere la corsa dei prezzi.

«Dopo la decisione di oggi - ha dichiarato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet durante la tradizionale conferenza stampa a Francoforte - consideriamo i rischi per la stabilità dei prezzi ampiamente bilanciati nel medio termine». Secondo Trichet, l'inflazione dovrebbe proseguire nella discesa durante i prossimi mesi, per poi iniziare a risalire da metà 2009. Trichet ha aggiunto che la decisione odierna è stata presa all'«unanimità» e che la Bce continuerà «a monitorare la situazione molto da vicino».

Il numero uno dei banchieri centrali europei ha detto che non ci saranno nuovi ritocchi dei tassi in febbraio, una scadenza troppo ravvicinata per cambiare ancora le carte. «L'appuntamento più importante per la politica monetaria» dell'Eurozona, ha chiarito Trichet, sarà la riunione della Bce «in programma a inizio marzo, quando avremo a disposizione nuovi elementi e le nuove proiezioni messe a punto dal nostro staff».

Trichet non ha mancato di sottolineare i rischi di un taglio eccessivo del costo del denaro. «Non è nostra intenzione ritrovarci in una trappola della liquidità», ha spiegato il presidente dell'Eurotower riferendosi al rischio di tagliare i tassi di interesse eccessivamente creando così le condizioni per una liquidità eccessiva nel sistema, tale da produrre una nuova fiammata delll'inflazione. «L'esperienza ci insegna - ha aggiunto - che una volta entrati nella trappola della liquidità, poi è molto difficile uscirne». Niente corse al ribasso, quindi, con Stati Uniti e Giappone.

Il punto è che Francoforte prevede un peggioramento del quadro economico nell'area euro rispetto alle ultime previsioni. Così «la Bce - questa l'analisi di Trichet - sta anticipando un ulteriore deterioramento della congiuntura» proprio con il taglio dei tassi di oggi.

La Banca centrale europea, ha proseguito il presidente, ha accolto con favore i piani di sostegno all'economia varati nell'area euro, ma queste manovre aggiungono «notevoli fardelli alle finanze pubbliche di molti Paesi». Quindi, si ripercuoteranno con incrementi dei deficit «da invertire il prima possibile», ha avvertito il presidente della Bce, perché altrimenti «colpiranno le generazioni future». Come regolarsi allora? «Si possono usare i margini previsti dal Patto di stabilità e di crescita per i tempi di crisi, ma solo quelli», ha chiarito Trichet.

In ogni caso, riguardo alle prospettive il numero uno dell'Eurotower ha precisato che i tassi sulle operazioni di rifinanziamento al 2% sono a un livello molto basso che non è, tuttavia, il limite ultimo. Per le future decisioni sui tassi di interesse «siamo aperti a tutto, ma per adesso non abbiamo assolutamente nessun orientamento», ha chiosato il presidente dell'Eurotower.

Complice l'apertura di Trichet all'ipotesi di futuri nuovi tagli dei tassi, sui mercati valutari l'euro è sceso fino a segnare un nuovo minimo di seduta a 1,3054 dollari a metà pomeriggio.

Le reazioni di Confindustria e del Governo
Nella riduzione dei tassi la Bce «appare in ritardo» anche se l'interbancario si sta normalizzando grazie alle aspettative di ulteriori tagli. È il Centro Studi di Confindustria a commentare così, nella Congiuntura Flash, l'azione della Banca centrale europea in questo momento di crisi economica. La Banca d'Inghilterra, si legge nel bollettino, ha portato i tassi al minimo storico (1,5%), mentre tra i paesi emergenti, dopo i ribassi cinesi, taglia di 1 punto l'India. La Federal Reserve li ha azzerati, mentre la Bce dal 2,5% li ridurrà di almeno un altro punto entro la metà 2009 visto il calo dell'inflazione.

Più positivo il commento del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. «La riduzione del tasso di sconto dello 0,50% da parte della Bce e la conferma dell'inflazione di dicembre al 2,2% da parte dell'Istat - ha dichiarato il ministro - indicano che si sta procedendo sulla strada del raffreddamento della dinamica dei prezzi, delle tariffe e degli interessi sui crediti e sui mutui immobiliari. Ciò rappresenta un sostegno per le imprese e un sollievo per le famiglie, soprattutto quelle a reddito fisso, che vedono crescere il proprio potere d'acquisto rispetto ai mesi scorsi e possono dunque mantenere il proprio stile di vita e di consumo».

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