L'educazione civica targata Gelmini scommette tutto su "Cittadinanza e Costituzione". «La Costituzione è il giacimento, in gran parte inutilizzato, dei principi e dei valori su cui si regge una cittadinanza che sia proponibile alle nuove generazioni, dal piano locale a quello mondiale. Da qui la scelta di riscoprirla nella scuola», spiega Luciano Corradini, pedagogista di fama e presidente del gruppo di lavoro ministeriale che dovrà redigere le linee-guida da inviare agli istituti. Perché si fa presto a dire educazione civica a scuola. Ma, dopo averla reinserita tra le materie di insegnamento (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), diventa decisivo scegliere il taglio culturale e la finalizzazione didattica. Come annunciato dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, l'apprendimento riguarderà anche l'educazione ambientale, alla salute e quella stradale. «Pensiamo che la scuola – ha spiegato Gelmini - debba mettere al centro la persona, quindi aiutare i ragazzi a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri».
Esortazioni verso lo studio della Costituzione arrivano frequentemente anche dal Quirinale. Non a caso come primo atto del mandato, Giorgio Napolitano, durante l'incontro con una classe elementare di Roma (maggio 2006), regalò a ognuno dei ragazzi una copia della Costituzione adattata ai bambini, raccomandando una lettura attenta e partecipe. «Spero che vi appassioni. Dice com'è e, soprattutto, come dovrebbe essere l'Italia», affermò il capo dello Stato.
Gruppo di studio
«Stiamo lavorando – spiega Luciano Corradini che, tra l'altro, è stato sottosegretario dell'Istruzione nel Governo Dini –: d'altra parte Gelmini ha sorpreso anche noi con la scelta del decreto legge. La prossima riunione è fissata per il 6 settembre. Comunque ce la faremo». Corradini entra poi nel merito: «La parola Costituzione non è stata scelta a caso, ma per dare il senso della curvatura nazionale e per valorizzare proprio quel monumento che è la Costituzione che spesso viene fatta oggetto di grandi omaggi ma, nei fatti, resta ancora poco conosciuta e poco vissuta. Il nostro compito è quello di realizzare linee guida che possano mostrarne la perenne qualità e attualità, nell'ambito dei tredici anni del percorso scolastico». «Nella Carta ci sono i veri valori – conclude Corradini – e non sarà un caso se la Repubblica istituisce le scuole, dopo aver affermato che riconosce la famiglia e tutela la salute».
Alla nuova disciplina sono riservate 33 ore annue (un'ora a settimana). Non ci saranno nuovi professori, perché non è previsto un incremento dell'orario scolastico: sarà ricavato all'interno dell'area storico-geografica e storico-sociale. Alla nuova materia potrebbe essere riservato un voto specifico che finirebbe per allungare le pagelle italiane, nelle quali già ci sono più discipline rispetto a quelle degli Stati dove gli studenti ottengono i migliori risultati di apprendimento.
L'insegnamento
Il primo a introdurre l'educazione civica nei programmi fu Aldo Moro, nel 1958, il quale elaborò l'impostazione che sopravvive ancora oggi: conoscenza di base della Costituzione; rudimenti della legislazione riguardante il lavoro; struttura della scuola; educazione stradale e alla sicurezza in genere; educazione ambientale; Europa; organizzazioni internazionali; famiglia; enti locali. Negli anni è stata aggiunta anche l'educazione all'integrazione e alla interculturalità.
«L'educazione civica, dal secondo dopoguerra in poi, è stata una costante della pedagogia italiana – spiega Nicola D'Amico, giornalista e storico della scuola – come risposta al bisogno di disintossicare i libri di testo, e l'istruzione generale, da quelli che venivano considerati i veleni della propaganda fascista. I primi elementi della disciplina – continua D'Amico – furono introdotti sin dall'autunno del 1943 dal colonnello americano Carleton Wolsey Washburne, responsabile dell'istruzione nell'Italia liberata. Tuttavia la materia, pur raccomandata nelle varie premesse ai programmi, non si tradusse quasi mai in una esplicita prescrizione di insegnamento per la preoccupazione che si trasformasse in un veicolo di propaganda politica, fino al 1958», conclude D'Amico. Ma anche quando l'educazione civica è affiorata ufficialmente nei programmi ha incontrato la resistenza, in qualche misura giustificata, dei docenti, sempre stretti dalla necessità di portare a termine i programmi delle altre materie umanistiche.
IL RITORNO DELL'EDUCAZIONE CIVICA
Cittadinanza e Costituzione
L'Educazione civica torna nelle scuole italiane sotto la denominazione di “Cittadinanza e Costituzione”
Sperimentazione da settembre
Si tratta di un percorso sperimentale che da settembre riguarderà tutte le scuole del Paese
Un'ora a settimana
L'insegnamento è articolato lungo 33 ore annuali, corrispondenti a un'ora a settimana
Orario scolastico inalterato
Non ci sarà incremento dell'orario ma l'apprendimento verrà ricavato dalle ore dell'area storico-geografica e storico-sociale
Voto in pagella
La nuova materia avrà una valutazione specifica e, quindi, un posto a parte nella pagella targata 2008/2009
Ambiente e salute
La disciplina comprenderà anche educazione ambientale, alla salute ed educazione stradale