ILSOLE24ORE.COM > Notizie Italia ARCHIVIO

L'Aquila, due nuove scosse. Un dossier aveva previsto tutto

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
16 aprile 2009

Una scossa di magnitudo 3.2 è stata avvertita dalla popolazione nella provincia dell'Aquila ieri sera alle 21.36. Le località prossime all'epicentro, informa la Protezione civile, sono Capitignano, Montereale e Campotosto.
Secondo i rilievi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'evento sismico è stato registrato alle ore 21.36. L'Ingv ha registrato anche, una ventina di minuti dopo, quindi verso le 22.00, un'altra scossa sul Gran Sasso, questa volta di magnitudo 3.0.

Sono circa 20mila le famiglie che non faranno rientro nelle proprie case perchè inagibili. Lo ha spiegato Guido Bertolaso, Capo della Protezione Civile, che ha fatto il punto della situazione intevenendo al Tg1. «A loro -ha detto - dovremo dare un'accoglienza decente entro la fine dell'estate». La Protezione Civile sta gestendo circa 65mila sfollati dislocati fra tende a alberghi. «Fra poco - ha aggiunto ancora Bertolaso - avremo uno standard di accoglienza accettabile per tutti. È un lavoro impressionante. Stiamo anche cercando di capire quanti sono andati fuori casa perchè le abitazioni sono inagibili o distrutte e quanti invece sono fuori perché hanno paura e torneranno a casa solo quando lo sciame sismico sarà finito».

Il dossier di Barberi che aveva previsto tutto. "C'era un dossier dell'allora capo della protezione civile, Franco Barberi, che dieci anni fa aveva previsto tutto. Aveva, quel dossier, censito la vulnerabilità degli edifici pubblici strategici e specialì in zone a rischio. Una mole di informazioni enciclopedica: 42.106 schede su altrettanti edifici. Si parlava, nel dossier, della Campania, della Basilicata, della Calabria, del Molise, della Puglia e della Sicilia. E naturalmente dell'Abruzzo. Quel dossier è un documento straordinario, testimonianza del vero scandalo italiano: l'assenza di una seria politica di prevenzione. Lo diceva ieri sera Bertolaso: «La prevenzione non porta votì». Affrontando il capitolo abruzzese, tutti i dati raccolti tenevano conto del rischio sismico. Era stato profetico Barberi nella sua relazione: «Appare indispensabile che questo patrimonio di dati costituisca linea di indirizzo costante per l'avviamento a soluzione dei complessi problemi legati alla sicurezza del territorio interessato dal rischio sismico, in una corale accettazione di responsabilità da parte di tutti gli organismi interessati». E' una doppia beffa questo documento, perché, dopo il dossier Barberi, la regione Abruzzo ha lavorato a catalogare duemila edifici pubblici, a redigere schede tecniche, a memorizzare in 'data base' le informazioni raccolte sullo stato dell'arte dei duemila edifici. A elencare i palazzi a rischio, a partire da quello della prefettura dell'Aquila, di palazzo Quinzi, sede del liceo classico cittadino, del comune, del tribunale, della scuola De Amicis. Un lavoro terminato nel 2007, e reso noto in grandi linee in un vertice presieduto dal prefetto nel dicembre di due anni fa. Dunque il dossier scientifico di Franco Barberi.

Denunciava Barberi che diversi palazzi in muratura dell'antico centro storico erano a rischio: dieci addirittura a 'rischio alto' o 'medio alto', che presentavano una 'alta vulnerabilità' ben 171 edifici destinati all'istruzione (i dati dei sopralluoghi di questi giorni sono demoralizzanti: l'80% degli edifici scolastici risultano inagibili), e ben 55 utilizzati nel settore della sanità (lo scandalo dell'ospedale san Salvatore non era esploso nella sua drammaticità, ai tempi di Barberi). Dieci anni dopo, la profezia di Barberi si è tragicamente avverata. Tra i palazzi antichi a rischio vulnerabilità c'erano quelli crollati o fortemente danneggiati il 6 aprile scorso: la prefettura, il conservatorio, le facoltà universitarie, la biblioteca comunale (anche questo palazzo è al centro dell'attività investigativa di questi giorni).

«I complessi in muratura - scriveva Barberi - sono il doppio di quelli in cemento armato, appena il 31% degli edifici campionati. I complessi pubblici, poi, sono costituiti da vecchi immobili e solo raramente le funzioni pubbliche sono state trasferite in nuovi edifici in calcestruzzo armato». Una annotazione che fa riflettere: in zone a rischio sismico, le sedi delle istituzioni che in situazioni di emergenza dovrebbero essere in grado di garantire la funzionalità pubbliche, dovrebbero essere costruite nel rispetto delle norme antisismiche per avere meno probabilità di subire danni strutturali in caso di terremoto. Ovvio. Ovvio. Ma in Abruzzo non è andata così.
Ancora alcuni dati del censimento Barberi: «Sono 209 gli edifici in muratura di cattiva qualità, con orizzontamenti deformabili. E altri 346 sempre di cattiva qualità con orizzontamenti rigidi». Il mistero abruzzese è tutto qui. Cosa è stato fatto dal 1999 - anno in cui è stato presentato il dossier Barberi - a oggi?. La risposta sta nelle macerie de l'Aquila.(Ri.Ba.)

16 aprile 2009
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
08 Maggio 2010
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Prendeva la pensione della madre morta. Arrestato
L'Indagine del Cnr nei mari italiani
IL PUNTO / Il dopo Scajola e gli interrogativi sul governo
Addio a Giulietta Simionato
VIDEO / Le dimissioni di Scajola (da C6.tv)
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-