Duro affondo del segretario, mons. Crociata, in occasione della festa di S. Maria Goretti: «Assistiamo allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile»
«Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile: nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati; soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio».
È duro l'affondo di monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, che questa mattina ha celebrato una messa nella casa del martirio di Santa Maria Goretti, a Le Ferriere (Latina). «Assistiamo allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria - ha detto il segretario della Cei senza mai fare riferimento a vicende di attualità - con cui fin dall'antichità si è voluto stigmatizzare la fatua esibizione di una eleganza che in realtà mette in mostra uno sfarzo narcisista; salvo poi, alla prima occasione, servirsi ipocritamente del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, di tipo politico, economico o di altro genere». In tal senso, ha proseguito Crociata «dobbiamo interrogarci tutti sul danno causato e sulle conseguenze prodotte dall'aver tolto l'innocenza a intere nuove generazioni. E innocenza vuol dire diritto a entrare nella vita con la gradualità che la maturazione umana verso una vita buona richiede senza dover subire e conoscere anzitempo la malizia e la malvagità». Monsignor Crociata non ha fatto riferimenti puntuali alle cronache recenti, ma il richiamo porta inevitabilmente alla mente le inchieste di Bari sulle feste nelle residenze del premier Silvio Berlusconi, villa Certosa e palazzo Grazioli.