Il capo dello Stato Giorgio Napolitano accoglierà le salme a Ciampino, domenica mattina, alle 9. Lutto nazionale per la giornata di lunedì. Confermato il rientro dei 500 militari inviati in Afghanistan per le elezioni presidenziali
L'Italia è determinata a mantenere l'impegno preso con la comunità internazionale per contribuire alla stabilizzazione, alla pacificazione e alla lotta contro il terrorismo in Afghanistan, con la presenza dei suoi contingenti a Kabul e a Herat. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, esprimendo partecipazione e dolore per la perdita dei sei militari italiani in Afghanistan. Domenica Giorgio Napolitano accoglierà a Ciampino le salme dei sei militari italiani uccisi nell'attentato e lunedì presenzierà ai funerali solenni. Ma, ha dichiarato il capo dello Stato con fermezza, la missione deve continuare «con equilibrio fra intervento civile e militare» e con la stessa determinazione espressa da tutti i membri del Consiglio Supremo di Difesa nell'ultima riunione da lui presieduta. Di questo organismo, ha ricordato il presidente della Repubblica, fanno parte anche il presidente del Consiglio e il ministro della Difesa. Quanto poi alle dichiarazioni della Lega e di altri esponenti della maggioranza che hanno parlato di «reimpostare» la missione, Napolitano ha spiegato che «queste sono domande» da rivolgere al presidente del Consiglio, quando ci sarà l'occasione.
Il capo dello Stato ha parlato dal Giappone, dove si trova in visita ufficiale: «Non spetta a me dire se sia necessaria una discussione parlamentare - ha detto ai giornalisti - ma sarebbe comprensibile una discussione su come reimpostare, rimotivare questa missione che non è una guerra degli Stati Uniti, ma un impegno della comunità internazionale».
Questo non significa, precisa subito, avviare un ripensamento o un annullamento della partecipazione militare italiana, ma semmai «discutere dell'equilibrio fra le varie componenti, civile, militare, istituzionale della missione». Essa, infatti ha, e ha sempre avuto, questa molteplicità di obiettivi: pacificare e stabilizzare l'Afghanistan e, al tempo stesso, ricostruire il paese e le sue istituzioni civili distrutte dal fondamentalismo islamico. Questi obiettivi, secondo Napolitano, sono finora stati in equilibrio. Aprire una discussione su questo punto «sarebbe degno di nota», praticabile, forse perfino opportuno, anche per fare capire meglio quali sono i fondamenti e la legittimazione internazionale di questa operazione avviata nel 2001 e i cui obiettivi, non sono stati ancora raggiunti.
Nato: «Non possiamo ridurre adesso il nostro sforzo»
«Non vogliamo rimanere in Afghanistan un minuto più del necessario ma non possiamo lasciare troppo presto», ha dichiarato il portavoce della Nato James Appathurai, per il quale la questione della transizione verrà discussa in occasione della riunione informale dei ministri della Difesa che si terrà Bratislava a fine ottobre.
La Nato, ha aggiunto il portavoce, sostiene anche la proposta avanzata da Francia, Germania e Gran Bretagna di tenere una conferenza ministeriale sull'Afghanistan entro fine anno per affrontare la questione anche sotto il profilo civile.
«La linea di fondo è che non possiamo permetterci di ridurre il nostro sforzo ora, ma dobbiamo investire di più adesso per essere in grado di fare meno in futuro», ha spiegato il portavoce dell'Alleanza atlantica.
Lunedì i funerali solenni
Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri, che ha anche deciso di proclamare, per la giornata, il lutto nazionale, con un minuto di silenzio nelle scuole e negli uffici pubblici.
Domenica mattina il rimpatrio delle salme
È previsto per domenica mattina, intorno alle 9, il rimpatrio delle salme. Secondo quanto si è appreso, i feretri dovrebbero essere trasferiti all'Aeroporto militare di Ciampino, a Roma, con un aereo C-130 dell'Aeronautica militare. Ancora da stabilire il luogo dei funerali, dopo lo slittamento di un giorno del rimpatrio delle salme rispetto al programma originario abbozzato ieri.
Confermato il rientro dei 500 militari inviati in Afghanistan per le elezioni presidenziali.
Il Consiglio dei ministri ha confermato, ha reso noto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, «il rientro entro Natale dei 500 militari inviati in Afghanistan in occasione delle elezioni presidenziali di agosto». Il graduale rientro avverrà appena saranno concluse le operazioni elettorali si saranno concluse. «Qualcuno mi ha domandato se è possibile che invece i 500
militari restino se richiesto - ha sottolineato il ministro - è possibile ma a oggi non c'è alcuna richiesta in questo senso».
Stabili le condizioni dei quattro militari feriti
Sono stabili, invece, le condizioni di salute dei quattro militari italiani rimasti feriti ieri nell'attentato di Kabul, nel quale hanno perso la vita sei loro colleghi. Ricoverati nell'ospedale militare da campo francese, saranno trasferiti nei prossimi giorni in Italia, anche se non è ancora certo quando. Pur non essendo gravi, infatti, alcuni hanno riportato dei traumi acustici che ne sconsigliano l'immediato trasporto a bordo di aerei militari. I quattro sono il primo maresciallo dell'Aeronautica Felice Calandriello, 58 anni, di Sassano (Salerno), che ha riportato un forte stato di choc, e tre primi caporalmaggiori della Folgore: Rocco Leo, 26 anni, originario di Francavilla Fontana (Brindisi) ed effettivo al 186/o reggimento paracadutisti, che ha riportato un forte stato di choc; Sergio Agostinelli, 32 anni, originario della Svizzera e in servizio al 186/o reggimento, al quale sono stati diagnosticati un trauma da scoppio all'orecchio destro e contusioni varie; Ferdinando Buono, 30 anni, di Napoli, in servizio al 187/o, che ha avuto una lieve ferita alla mano sinistra e un trauma da scoppio all'orecchio sinistro.
