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Decreto per salvare le liste Pdl, il ruolo del Colle agita i partiti

di Sara Bianchi

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6 marzo 2010
Decreto per salvare le liste Pdl, il ruolo del Colle agita i partiti

È formalmente in vigore da oggi il decreto legge «salva-liste», con la pubblicazione avvenuta sul numero odierno della Gazzetta Ufficiale. Il dl numero 29 del 5 marzo 2009 ha per titolo 'Interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione'.
Il giorno dopo l'approvazione da parte del consiglio dei ministri del decreto interpretativo che dovrebbe sanare il caos delle liste Pdl la polemica politica si concentra sul ruolo del Colle. Il Presidente della Repubblica ha firmato nella notte il decreto, l'Italia dei Valori lo attacca, i presidenti di Senato e Camera lo difendono. Come pure il Pd.
Il più duro è Antonio di Pietro: «C'è la necessità di capire bene il ruolo di Napolitano in questa sporca faccenda onde valutare se non ci siano gli estremi per promuovere l'impeachment nei suoi confronti per aver violato il suo ruolo e le sue funzioni». «Ieri sera - spiega il leader Idv - appena ho saputo che Napolitano aveva firmato la legge salva Pdl, che permette a chi ha violato la legge di essere riammesso alla competizione elettorale, ho pensato tra me e me, come già è avvenuto per le altre leggi ad personam, che il Presidente della Repubblica si era comportato da Ponzio Pilato, lavandosene le mani. Poi, stamattina, dalla lettura dei giornali ho appreso che il Colle avrebbe partecipato attivamente alla stesura del testo. Se così fosse sarebbe correo visto che, invece di fare l'arbitro, avrebbe collaborato per cambiare le regole del gioco mentre la partita era aperta».

«La prima cosa che non si deve fare è tirare in ballo il Capo dello Stato», afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini secondo il quale «il decreto è la scelta del male minore».
«Nessuna campagna elettorale può legittimare una attacco al Capo dello Stato la cui autorevolezza e il cui prestigio è noto a tutti i cittadini italiani come garante della Costituzione e del senso alto delle istituzioni», dice il presidente del Senato, Renato Schifani, che si augura un abbassamento dei toni.

Anche il Pd difende il Capo dello Stato e attacca Di Pietro. Massimo D'Alema spiega che il Presidente «poteva opporre un problema di costituzionalità per una norma sostanziale», ma questo non poteva avvenire per «una forma interpretativa». «La responsabilità politica è del governo», attacca il presidente Copasir: «C'è una casta pasticciona che si autoassolve, siamo di fronte a un atto d'arroganza».
Per il vicecapogruppo Pd al Senato, Nicola Latorre la posizione di Di Pietro sull'impeachment al Capo dello Stato «è assolutamente inaccettabile». «Napolitano continua ad operare con grande equilibrio - ha aggiunto - e garanzia per tutto il Paese». Per Walter Veltroni «di fronte all'enorme gravità di questo decreto di esclusiva responsabilità della destra, la cosa più sbagliata che si possa fare è attaccare il capo dello Stato». Il Pd annuncia un fitto calendario di manifestazioni di protesta contro il decreto. Il primo appuntamento è questo pomeriggio a Roma, alle 16,30 al Pantheon. A Milano, invece, l'appuntamento è per le 17 in via Dante. Una manifestazione nazionale si svolgerà sabato prossimo, 13 marzo, a Roma.

Critico anche da Pier Ferdinando Casini: «I cittadini devono fare la fila per un concorso pubblico e devono rispettare le regole. I partiti invece passano davanti a tutti. In particolare il Pdl, senza nemmeno sentire il dovere, elementare, di chiedere scusa agli italiani per i pasticci fatti».

Intanto decine di cittadini si sono riuniti in piazza Montecitorio per l'assemblea indetta dal Popolo Viola dopo il varo del decreto salva liste e la conseguente controfirma da parte del Presidente della Repubblica. «Il presidente Napolitano ci spieghi», si legge tra gli slogan scritti su alcuni striscioni. I manifestanti sono decisi a rimanere in piazza fin quando non avranno «una risposta da Napolitano sulle ragioni della sua firma sul decreto.

Il consiglio dei ministri approva il decreto (di Nicoletta Cottone)
IL PUNTO / Il sofferto «sì» del Quirinale lascia ferite politiche e istituzionali
Il testo del decreto legge
Palazzo Chigi / La conferenza stampa del Ministro Maroni
No di Bersani al rinvio del voto
Amato: una legge è il male minore
LA STORIA / «Rinviamo le elezioni», cantano vittoria i radicali "guastafeste" (di Sara Bianchi)
SONDAGGIO / Giusto consentire comunque alle liste Pdl di partecipare alle regionali?

6 marzo 2010
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