Stop al regolamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella parte che blocca i talk show in periodo elettorale nelle tv private nazionali. Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di Sky e Telecom Italia Media a favore della sospensione del regolamento, esattamente all'articolo 6, comma 2, varato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Quello che disciplina la par condicio in vista delle elezioni regionali. È il punto che chiedeva una normativa così stringente sui talk show, tale da portare alla sospensione nell'ultimo mese di campagna elettorale.
I politici, dunque, potranno partecipare alle trasmissioni di approfondimento delle tv commerciali nazionali nel periodo che precede le elezioni, nel rigido rispetto della parità di condizioni. L'Authority per le Comunicazioni ha deciso di riunirsi immediatamente per valutare le conseguenze di quanto stabilito dai giudici del Tar. Nel pomeriggio l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), dopo la sospensione del Tar, ha annullato le disposizioni in questione. L'Agcom ha anche intitato il Consiglio di amministrazione della Rai a riconsiderare le decisioni assunte alla luce della lettura data dal Tar per le tv private.
Disparità fra tv pubblica e televisioni private nazionali. Ora si crea una disparità fra tv pubblica e televisioni private nazionali. La bocciatura riguarda, infatti, il regolamento che interessa le tv private nazionali, mentre il regolamento fotocopia della Rai resta attivo. Dunque Sky, Mediaset o La7 possono organizzare talk show, mentre la Rai può fare solo tavole rotonde.
Programmi di approfondimento equiparati alle regole delle tribune. Il testo del comma 2 dell'articolo 6 del regolamento Agcom per le Regionali 2010, prevede che «i notiziari diffusi dalle emittenti televisive e radiofoniche nazionali e tutti gli altri programmi a contenuto informativo, riconducibili alla responsabilità di specifiche testate giornalistiche registrate ai sensi di legge, si conformano con particolare rigore ai principi di tutela del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e dell'apertura alle diverse forze politiche, nonchè al fine di garantire l'osservanza dei predetti principi, allo specifico criterio della parità di trattamento tra i soggetti e le diverse forze politiche individuate ai sensi dell'art. 2, comma 1, del presente regolamento». L'articolo 2 al comma 1 disciplina la definizione e quindi la presenza dei soggetti politici nelle tribune politiche: di fatto i programmi di approfondimento erano stati equiparati alle regole delle tribune.
Udienza di merito il 6 maggio. Le richieste sono state discusse davanti alla III sezione ter del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Maria Luisa De Leoni. L'udienza di merito per la discussione del ricorso è prevista il 6 maggio. Per il Tar risultano non sprovviste di profili di fondatezza del ricorso le censure avanzate contro la delibera impugnata. Il tribunale amministrativo ha anche respinto la richiesta di sospensiva presentata da Federconsumatori contro il regolamento approvato dalla commissione di vigilanza Rai su par condicio.
Il Cda della Rai si riunirà lunedì. Dopo la decisione del Tar del Lazio che mette in discussione il regolamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, fotocopia di quello della Commissione di Vigilanza per la Rai, si va verso una convocazione d'urgenza del Consiglio di amministrazione di viale Mazzini. Era stato il Cda infatti a decidere la sospensione dei talk show in applicazione delle regole della Vigilanza. Il consiglio dovrebbe essere convocato dal presidente Paolo Garimberti per lunedì. (N.Co.)
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