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G-20, Merkel e Sarkozy:
«Finanza: subito nuove regole»

dall'inviato Alessandro Merli

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1 aprile 2009

LONDRA - L'asse franco-tedesco di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel fa irruzione con toni aggressivi sula scena del vertice del G-20 di Londra. «Ci sono dei punti irrinunciabili», ha detto il presidente francese, che alla vigilia aveva fatto trapelare di esser disposto ad andarsene sbattendo la porta se non si fosse trovato un accordo sulle nuove regole della finanza globale, il punto che sta più a cuore agli europei.

Questi punti, secondo Sarkozy, cui ha dato pieno appoggio il cancelliere tedesco Merkel in un'affollata conferenza stampa all'Hotel Berkeley e che ha fatto da contrasto con i toni assai più concilianti e di appello all'unità della conferenza in mattinata del premier britannico Gordon Brown e del presidente Usa Barack Obama, sono: la pubblicazione di una lista nera dei paradisi fiscali, quelle giurisdizioni cioè che «si rifiutano di cooperare»; la registrazione e la regolamentazione degli hedge fund; il controllo sulle agenzie di rating, «uno scandalo di mancanza di trasparenza», a detta del capo di Stato francese; limiti alla remunerazione dei banchieri e dei trader.

Molti di questi punti sono già contenuti nella bozza di comunicato circolata nei giorni scorsi, ma i leader di Francia e Germania hanno insistito che ci sono ancora aspetti da negoziare, Un punto acora irrisolto, è parso di capire dalle parole di Sarkozy, è se la pubblicazione della "lista nera" dei paradisi fiscali debba essere immediata, alla fine del summit di Londra, o fra qualche tempo, dopo aver consentito qualche tempo per una risposta da parte di questi Paesi.

A Washington, nel vertice del novembre scorso, abbiamo annunciato le cose da fare, ha ricordato il cancelliere Merkel, oggi dobbiamo annunciare la loro messa in atto. Per questo quello di Londra è uno degli incontri «più importanti per la storia del pianeta. E non è un'esagerazione». Germania e Francia vedono nelle riforme sulle regole dei mercati un'opportunità storica e nel summit l'occasione per aiutare i Paesi che non possono farcela da soli ad affrontare la crisi, hanno detto i due leader.

Intanto le proteste di piazza hanno fatto una prima vittima. Uno dei manifestanti infatti è morto per arresto cardiaco.

1 aprile 2009
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