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Domande e risposte / Non è l'anidride l'unica strada per curare il clima

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13 agosto 2009

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Secondo lei come si può fare per lavorare insieme ai Paesi in via di sviluppo, dicendo, ad esempio: «Guardate, noi abbiamo commesso un grosso errore non costruendo (per fare un esempio) più ferrovie o migliori sistemi di trasporto pubblico. Progredendo, voi potrete raggiungere il nostro stile di vita, ma non diventate ESATTAMENTE come noi». E dunque aiutarli a sviluppare uno stile di vita e un sistema di infrastrutture validi e sostenibili?
utzangrilli
BL: Una cosa che secondo me è molto importante è non dimenticarsi che i combustibili fossili in questo momento stanno aiutando miliardi di persone – in particolare in India e in Cina – a raggiungere un tenore di vita che era inimmaginabile per i loro genitori. L'industria, che fa affidamento prevalentemente sui poco costosi combustibili fossili, sta facendo uscire miliardi di persone dalla povertà.
Io ritengo, nell'ottica di individuare una risposta sostenibile al riscaldamento globale, che sia necessario riconoscere questo aspetto prima di ragionare sul modo migliore per affrancarci, a livello globale, dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili. Non riusciremo mai a convincere queste persone che sono appena uscite dalla povertà a pagare molto di più per rinunciare ai combustibili fossili. Dobbiamo invece fare in modo che le tecnologie «verdi» diventino tanto economiche che tutti saranno disposti a comprarle

Perché, secondo lei, nessuno mette seriamente in discussione la politica americana sulla tassazione della benzina? Se gli americani pagassero di più la loro benzina sarebbero costretti a usare le loro risorse petrolifere in modo più efficiente. Gli europei se la cavano abbastanza bene con una benzina che costa più di 1 euro al litro. Non capisco perché Obama non ha parlato di aumentare le tasse sulla benzina come opzione per l'economia Usa
Eric Toogood, Norvegia (via e-mail)
BL: Questo dimostra quanto sia difficile e impopolare concentrarsi unicamente sulla mitigazione delle emissioni. Pensi a quanto aveva premuto Al Gore, quando era vicepresidente, per introdurre la «Btu tax», una tassa sull'energia che avrebbe fatto crescere il costo della benzina di 7,5 centesimi al gallone; ma alla fine fu lui a dare il voto decisivo per un incremento della tassa federale sulla benzina di appena 4,3 centesimi al gallone

Stiamo vedendo crescere le riserve di gas naturale dell'America del Nord grazie all'impiego di tecniche «anticonvenzionali» per lo sfruttamento delle sabbie bituminose, e in certi casi prende addirittura il posto del carbone come prezzo. La terza generazione del gas, dopo il gas di città e il gas convenzionale, potrà fornire quel combustibile-ponte che qualcuno propone?
Nicholas Grealy (via e-mail)
BL: Questi progressi tecnologici sono ovviamente molto importanti. Ma per rovesciare la sua domanda: se stiamo usando questo gas come «combustibile-ponte», che cosa c'è all'altro capo del ponte? Se vogliamo abbandonare la nostra dipendenza dalle fonti energetiche basate sul carbonio, dobbiamo fare in modo che le alternative diventino economiche, efficienti e competitive. È qui che secondo me dev'essere dato maggiore spazio a un approccio improntato al progresso tecnologico

Sono curioso di conoscere il suo parere su quale sarà l'esito delle discussioni sul brevetto internazionale nell'ambito dei negoziati sui cambiamenti climatici. Pensa che sia necessaria una nuova istituzione? I costi di un patent pool o di un fondo fiduciario per i brevetti come unico meccanismo per affrontare i problemi del brevetto internazionale sarebbero proibitivi. Quali sono secondo lei altri meccanismi che Copenaghen può adottare per agevolare la diffusione delle tecnologie brevettate?
Govinda Avasarala (via e-mail)
BL: È un aspetto che mette in risalto la necessità della spesa pubblica nella ricerca (come avviene nel settore della medicina) per garantire i necessari progressi tecnologici. Perché un altro problema, oltre a quello che lei mette in evidenza, è che molti progressi tecnologici difficilmente potranno produrre benefici per gli investitori privati, dato che le prime versioni di molte innovazioni di fatto producono pochi introiti: sono le versioni di sviluppo finali che producono reddito

Sono interessato al suo parere sul rapporto fra le economie emergenti e quelle consolidate riguardo alla lotta contro i cambiamenti climatici. Mi sembra che anche se ci fosse la volontà di farlo alcune grandi economie emergenti potrebbero incontrare difficoltà in tal senso a causa delle crescenti pressioni esercitate dalle carenze di cibo e dai disordini sociali. Questo significa che per arrivare a un accordo globale serve procedere a una ridistribuzione significativa della ricchezza dalle economie consolidate a quelle emergenti, per compensare la minor creazione di ricchezza? In assenza di una soluzione del genere, quanto ritiene probabile un conflitto armato per regolare gli interessi sul lungo termine?
  CONTINUA ...»

13 agosto 2009
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