NEW YORK - Steve Jobs ha un indirizzo email abbastanza pubblico fra gli addetti ai lavori. Non risponde quasi mai direttamente, ma capita anche che lo faccia. A volte manda una riga. Altre volte usa le email per dare delle notizie, anche tecniche. Ma nella notte fra venerdì e sabato è successo un fatto alquanto straordinario. Jobs si è lanciato in uno scambio di email con Ryan Tate, un giornalista di Gwaker che lo attaccava per una pubblicità della Apple che definiva l'Ipad una rivoluzione. «Se Dylan avesse 20 anni oggi definirebbe l'Ipad una rivoluzione... rivoluzione vuol dire liberta?». Jobs risponde: «Esatto, libertà da programmi che rubano i tuoi dati privati, libertà da programmi che uccidono le tue batterie, libertà dalla pornografia. Esatto, libertà». «"The times are changing", i tempi stanno cambiando e certi tradizionali utilizzatori di pc vedono il loro mondo scivolare via».
Jobs profeta di una nuova epoca dunque. E decisamente contro la pornografia, spiega che non è bello e che forse chi ha bambini lo capisce meglio... (per lo scambio vedere qui). Nel dialogo vince comunque Jobs. Ryan, che lavora per il sito che entrò in possesso del nuovo iPhone ed ebbe poi non pochi problemi con Apple, è volgare, inutilmente aggressivo, determinato a sfoggiare le sue conoscenze tecniche. All'inizio non rivela la sua identità. Ma c'è da sospettare che Jobs lo conosca almeno per firma, visto che Ryan usa sia il suo email privato ma anche il suo nome per esteso. Jobs lo fredda con risposte brevi senza mai raccogliere le provocazioni. Alla fine, alle 2.30 del mattino di sabato, Jobs chiude chiedendo a Ryan che cosa mai ha costruito nella vita: «Ti limiti forse a criticare gli altri per diminuire le loro motiviazioni?».
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