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Per gli insegnanti arrivano tirocinio e numero chiuso

di Emilio Bonicelli

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29 Agosto 2009

Basta Siss e corsi di specializzazione. Arrivano il numero chiuso e il tirocinio. Al Meeting di Rimini il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini annuncia i contenuti del nuovo Regolamento per chi vuol diventare insegnante. L'entrata in vigore è prevista entro pochi mesi, appena ottenuti i pareri delle Commissioni parlamentari competenti e della Conferenza Stato Regioni e dopo il via libera del Consiglio dei ministri. Sarà una «selezione severa e doverosa per chi avrà in mano il futuro dell'Italia».
La svolta viene definita «radicale» e dovrebbe portare alla fine dell'annoso problema del precariato. Per accedere a ogni tipo di scuola, anche a quella dell'infanzia, servirà una laurea quinquennale e un'esperienza di tirocinio. Previsti laboratori per la lingua inglese e le nuove tecnologie. L'accesso ai corsi universitari sarà a numero chiuso, deciso cioè in base all'effettivo fabbisogno di nuovi docenti. Questo dovrebbe consentire ai laureati, quando il nuovo sistema sarà a regime, «l'accesso immediato in ruolo».
Intanto però bisogna gestire la delicata fase transitoria anche perché, spiega il ministro dell'Istruzione, sinora «si è continuato a sfornare precari» dal momento che le Siss erano «un sistema di formazione obsoleto e nozionistico». Per l'anno scolastico 2009/2010 sono stati immessi in ruolo 8.000 docenti e 647 dirigenti scolastici, mentre per gli ex diplomati e i precari non abilitati sono previsti percorsi che consentano di conseguire l'abilitazione.
Centrale nel nuovo sistema sarà l'attività di tirocinio, progettato insieme tra scuola e Università, per conciliare «il sapere con il saper fare, la teoria con la pratica». A fianco dell'aspirante insegnante vi sarà un docente esperto «che possa accompagnarlo». Per chi si prepara a entrare nella scuola dell'infanzia e primaria il tirocinio avverrà, a partire dal secondo anno di studi, durante il percorso di laurea. Per la secondaria di primo e secondo grado vi sarà invece un anno di tirocinio che si aggiungerà ai tre della laurea generalista e ai due di quella specialistica.
Al Meeting di Rimini, in un salone che non riesce a contenere tutti coloro che vorrebbero entrare, il ministro dell'Istruzione viene accolta con il coro del "Tubighi", il saluto più caloroso che i giovani di Comunione e liberazione riservano ai veri amici. È l'occasione per presentare al ministro il nuovo manifesto sulla scuola, messo a punto dalla Cdo, dal titolo "Una scuola che parla al futuro", con richieste che vanno dalla libertà di scelta educativa delle famiglie alla parità scolastica; dall'autonomia degli istituti all'abolizione del valore legale del titolo di studio; dall'identità professionale dei docenti alla valutazione esterna delle scuole. Al pubblico che applaude Mariastella Gelmini promette risposte concrete e una legislatura tutta piena di novità.
Entro il prossimo anno entrerà in vigore la riforma, «storica e necessaria» della scuola secondaria superiore. Una svolta che darà piena dignità anche all'istruzione tecnica e professionale. «C'e ancora spazio per qualche ritocco, ma dal 2010 si parte».
In programma poi la definizione di percorsi di carriera per gli insegnanti, per premiare la capacità e il merito, e nuove forme di reclutamento che valorizzeranno l'autonomia delle singole scuole. Prenderà anche il via un sistema di valutazione del lavoro svolto dalle scuole, statali e paritarie, «perché è iniquo pensare che risultati buoni o cattivi non incidano sulla erogazione delle risorse».
Poi il tema della scuola paritaria a partire dall'augurio che «in Finanziaria non ci siano gli stessi problemi dello scorso anno» per i finanziamenti e con l'annuncio dell'istituzione di appositi uffici regionali per snellire gli adempimenti burocratici. Da ultimo l'ipotesi di estendere gli ammortizzatori sociali, come già sperimentato in Sicilia e Sardegna, per dare un'indennità ai precari che quest'anno non avranno la possibilità di insegnare. Quanto al pressing della Lega sul dialetto, il ministro dice: «Non mi soffermerei troppo su questo tema ma credo che sia importante la difesa dell'identità fatta anche di tradizioni locali».
Il nuovo percorso per la formazione iniziale degli insegnanti viene bocciato come «una vergogna» dal senatore Pd Costantino Garraffa, mentre è ritenuto «condivisibile» dal segretario della Uil Scuola, Massimo Di Mennea. Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, chiede infine di fare più chiarezza sul periodo transitorio e sul destino di chi sta frequentando i corsi di specializzazione.

29 Agosto 2009
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