27 aprile 2004 |
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Salvato dal nemico |
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La Resistenza, la guerra partigiana, l’Italia divisa dall’odio: ognuno di noi, in modo più o meno diretto, ne conserva ricordi personali, mediati dai racconti dei nonni e dei genitori. Ricordi spesso diversi da quelli della memoria collettiva, che identifica il vissuto di chi la guerra l’ha combattuta, ma fatica a rappresentare i sentimenti di chi l’ha semplicemente subita.
Riccardo Chiaberge, autore del romanzo «Salvato dal nemico», punta proprio sui ricordi personali prendendo lo spunto da un fatto realmente accaduto e nel quale la sua famiglia fu coinvolta nel periodo seguito all’8 settembre del 1943. Nomi e luoghi sono quasi tutti immaginari, ma il clima che respira ricorda il sapore dei racconti dei nostri nonni: quando da bambini, nei dopocena che allora si passavano intorno al tavolo e non davanti alla televisione, li sentivamo parlare della guerra, dei tedeschi. La storia che racconta Chiaberge è così: spontanea, senza retorica, immediata.
L’inizio del romanzo è solo un espediente per introdurre l’argomento: Ennio Monticone, giornalista di un grande quotidiano, incontra Brigitte. Entrambi sono inviati a Kyoto, nel 1997, per la conferenza mondiale sul clima. A lei confessa:
«Sai, prima ti ho mentito».
«Prima quando?»
«Quando eravamo al tempio, e ho fatto l’esempio della strage, e dell’unico uomo che viene risparmiato»
Sì, ricordo. E allora?»
«Non era un esempio casuale. E’ la storia di mio padre».
«Di tuo padre?»
«Sì, durante la guerra era stato catturato dai nazisti in un rastrellamento. Doveva essere fucilato insieme ad altri cinquantuno, e invece all’ultimo momento un ufficiale tedesco lo salvò. Lo stesso ufficiale che aveva ordinato le esecuzioni. Se sono venuto al mondo lo devo a quell’uomo, a quel criminale. Ma forse questa storia non ti interessa».
«Altro che, se mi interessa. Per favore, racconta».
Da qui in poi, un coinvolgente viaggio nell’Italia della guerra civile e nelle emozioni di chi assisteva, senza poter intervenire, a uno scontro fratricida. Persone che erano contrarie alla guerra e a chi l’aveva voluta, ma che al tempo stesso faticavano a schierarsi apertamente con gli antifascisti.
Chiaberge restituisce voce e dignità a tutte queste persone, e ci ricorda che l’unica memoria vera è quella individuale. Capace di rispettare i morti di ogni colore, e di essere al tempo stesso riconoscente verso chi, come i partigiani, ci ha consegnato un Paese libero.
Riccardo Chiaberge
Salvato dal nemico
1944: una strage nazista nell’Italia divisa dall’odio
Longanesi, 298 pagine, euro 16,50
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