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La riscossa di Amd passa da «Shanghai»

di Gianni Rusconi

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14 novembre 2008

Poco più di un anno dopo l'annuncio del primo microprocessore nativo a quattro cervelli, "Barcelona", Amd torna a fare la voce grossa nell'ambito delle Cpu per i server togliendo i veli a "Shangai", nome in codice dell'ultima generazione di chip basati su architettura x86. Dopo il poco fortunato esordio della serie Opteron Quad Core a 65 nanometri, oggi sono caduti ufficialmente i veli al primo chip a quattro core realizzato (nella fabbrica di Dresda) con tecnologia di processo a 45 nanometri, e cioè su una superficie di silicio più piccola (un wafer da 300 millimetri) in cui sono stati integrati oltre 300 milioni di transistor. L'annuncio, dato ieri in anteprima dai vertici del costruttore californiano a una folta rappresentanza della stampa europea, è importante per almeno tre motivi. È il primo di una certa rilevanza dopo lo spin off delle attività di produzione e la simultanea costituzione (con i capitali del fondo di investimento di Dubai Atic) di Foundry Company, società cui faranno capo gli asset industriali di Amd. È la risposta, di sostanza, che il produttore rivolge al mercato – clienti, hardware vendor, partner - dopo i vari problemi tecnici che hanno ritardato di mesi l'effettivo rilascio di Barcelona, di cui Shanghai è l'evoluzione. È, questo il terzo punto, il nuovo guanto di sfida che la società lancia in direzione di Intel, anche se nessuno degli executive Amd si è espresso in tal senso. Il gigante di Santa Clara produce e vende da fine 2007 i suoi processori a 45 nanometri e ha sottratto altri cinque punti percentuali di share nei server alla rivale nel terzo trimestre di quest'anno, rafforzando la sua indiscussa leadership di mercato nei microprocessori per computer: per la società di Sunnyvale, che oggi presenterà agli analisti finanziari la road map aggiornata dei prossimi mesi, non c'è quindi più tempo per altri passi falsi.

Il valore aggiunto: maggiore efficienza energetica
Se Barcelona, come ha ammesso anche Emilio Ghilardi, neo Senior Vice President e General Manager di Amd a livello Emea, è stato "un duro colpo per la società, sia sotto il profilo finanziario che per quanto riguarda l'impatto sul mercato", Shanghai si presenta con tutte le carte a posto per ridare smalto all'immagine di "tech company" all'avanguardia della società. Innanzitutto perchè, come hanno enfatizzato sia Ghilardi che gli altri manager presenti all'evento di Berlino, la nuova Cpu arriverà sul mercato in volumi qualche settimana in anticipo rispetto alle previsioni. Poi le prestazioni, di circa il 30% superiori a quelle del processore precedente (la velocità di clock è stata potenziata e si arriva ai 2,7 GHz e il supporto per la tecnologia HyperTransport 3 garantito), e quindi i consumi, ridotti del 35% rispetto alla precedente generazione di processori Opteron Quad Core. Infine il vantaggio legato alla migrazione da Barcelona: il cosiddetto "socket" di Shanghai (il cuore architetturale del processore) è lo stesso e questo garantisce un passaggio indolore (per costi e tempi) dall'attuale Cpu. – che Ghilardi sottolinea essere stata accolta comunque con soddisfazione dai clienti per via delle sue prestazioni elevate sul fronte della virtualizzazione – alla nuova. Con tutti i vantaggi del caso nel mettere più capacità nei server (che necessitano di fatto solo di un un aggiornamento del Bios) su cui girano le applicazioni "mission critical". In definitiva Amd cerca di spazzare via le nubi del recentissimo passato lanciando in contrapposizione alla famiglia Xeon multicore di Intel un prodotto che fa dell'efficienza energetica, delle prestazioni per Watt, il suo sostanziale valore aggiunto.

La sfida con Intel sui server
A distanza di cinque anni dal debutto del primo processore a 64 bit per server, Shanghai è la scommessa che Amd vuole vincere per ridare innanzitutto piena credibilità al suo ruolo di alternativa a Intel (tornare a fare utili è un obiettivo obbligato, a valle della ristrutturazione societaria) e giocare un ruolo di primo piano nell'ambito delle soluzioni di computing – virtualizzazione e server consolidation in primis – alla base dell'evoluzione dei grandi data center aziendali. Se la nuova Cpu rispetterà le premesse, per la società si materializzerebbe la possibilità di tornare a dare seriamente fastidio a Intel, la cui nuova architettura a 45 nanometri "Nehalem" non offre a detta di alcuni analisti funzionalità aggiuntive rispetto a quelle quad core (Barcelona e Shanghai) di Amd. La risposta del mercato non dovrebbe tardare troppo: entro la fine del 2008 saranno in vendita ben 25 modelli fra server, sistemi blade e supercomputer – prodotti da Ibm, Sun, Hewlett Packard, Dell, Fujitsu Siemens e Cray - equipaggiati con la versione da 75 Watt. Quelle da 55 e 105 Watt arriveranno nel primo trimestre del 2009) del nuovo chip Quad Core e faranno da prologo all'arrivo di "Istanbul", nome in codice del processore a 45 nanometri per server a sei cervelli che completerà la gamma di prodotto basata sull'attuale piattaforma architetturale. Dal 2009 inizierà infatti l'era dei socket di terza generazione, Fiorano e Maranello, che ospiteranno le nuove versioni delle famiglie "Shanghai" e "Istanbul" e le Cpu ancora da venire "Magny-Cours" e "San Paolo". Amd vuole andare di corsa. E non solo per i nomi dei processori ispirati ai circuiti della Formula 1.

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