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Generazione 1000 euro

di Boris Sollazzo

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24 aprile 2009

Generazione di fenomeni, cantavano gli Stadio. Forse pensavano proprio alla Generazione 1000 euro "celebrata" nel libro omonimo di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa, fenomeno web che prese in prestito un titolo del giornale iberico "El pais" per definire i precari perenni della nostra penisola. Una generazione massacrata col sorriso, proprio e altrui, cresciuta nel benessere e divenuta adulta nella crisi. Ragazzi pieni di talenti, possibilità e belle speranze caduti nel buco nero della presunta flessibilità. Il film di Massimo Venier racconta una commedia sentimentale a sfondo lavorativo, costruendo un triangolo belloccio-mora-bionda condizionato da emozioni anch'esse precarie. La sofisticata e manageriale Crescentini vive in aereo, va dove la porta la sua multinazionale, la genuina e idealista Lodovini sogna solo di "insegnare greco ai brufolosi", il giovane non giovane Tiberi, matematico che fa marketing, vive una vita non sua, il suo amico, coinquilino e spalla Mandelli (divertentissimo) è un proiezionista cinefilo e un po' nerd. Un poker di 30enni, giovani, carini e male occupati, schiacciati da una vita a tempo determinato come lo è la multinazionale di Angelica e Matteo (Crescentini e Tiberi), che a termine lo è perché si fonda su contratti a progetto e perché cerca di sfangarla con i suoi manager furbastri fino alla prossima fusione, annessione, inglobamento. Una storia di straordinaria normalità che racconta un paese gerontofilo e mai meritocratico, che usa il genere giovanilistico riesumato da Fausto Brizzi (Notte prima degli esami è figlio di American Graffiti come di Sapore di Mare e padre di troppe sbiadite imitazioni negli ultimi anni) per raccontare i presunti "bamboccioni". Un esercito di lavoratori flessibili, contorsionisti nella vita e nella carriera per esigenze di mercato e avidità delle corporations, dovevano essere rappresentati anche al cinema. Almeno sei milioni di persone che sul grande schermo sono stati fantasmi per almeno un decennio, finora. Nell'ultimo biennio però la tendenza si è invertita drasticamente: Paolo Virzì si è prodotto in una commedia neo(sur)realista ai tempi del call center (Tutta la vita davanti), Ascanio Celestini in un documentario di resistenza civile raccontato come i suoi piccoli grandi drammi teatrali sulla guerra (Parole sante), Federico Rizzo, solo una settimana fa, ha visto uscire in sala il suo tragicomico Fuga dal call center (buona la parte surreale di finzione e gli inserti documentari), Guido Chiesa ha messo insieme meteorologia e politica, intermittenti e nuvole in un documentario molto originale (Le pere di Adamo), persino Silvio Soldini non si è sottratto a questa fotografia dolorosa di lavoro negato, mostrando il precariato di mezz'età (Giorni e nuvole). Infine, la pellicola finora più bella, Cover boy di Carmine Amoroso, ci ha fatto capire come il precariato ormai sia uno stato esistenziale oltre che professionale, e molti giovani si commuovono ancora alla splendida battuta di Luca Lionello nel film: "si è extracomunitari anche nel proprio paese, se si è precari". Venier ha la furbizia di non cercare il capolavoro del genere e l'intelligenza di parlare di cose serie senza prendersi sul serio. Si mette a disposizione con un'abile regia di servizio- e con autoironia dà a Mandelli una battuta che giustifica alcune banalità del film-, si avvale di un cast ben amalgamato e capacissimo (Mandelli e Lodovini su tutti), e anche le professionalità tecniche sono tutte al posto giusto. E nella nouvelle vague precaria questo film si presenta come un divertissement romantico ai tempi del co.co.pro., leggero, commerciale ma decisamente puntuale, nel senso più ampio del termine. Da antologia, infine, alcune battute: "Sono Matteo Moretti, e sono un luogo comune", "Questa è la prima generazione dove qualcuno torna in Molise", "la nostalgia è il primo segnale della crisi: c'è gente che ha così paura del futuro da scoppiare a piangere quando vede un Big Jim". Da far vedere a manager e studenti. Riso amaro.


Generazione 1000 euro
Regia: Massimo Venier; Sceneggiatura: Massimo Venier, Federica Pontremoli; Fotografia: Italo Petriccione; Montaggio: Carlotta Cristiani; Scenografia: Valentina Ferroni; Costumi: Bettina Pontiggia; Musica: Giuliano Taviani, Carmelo Travia; Produzione: Rai Cinema, Andrea Leone Films; Distribuzione: 01 distribution; Interpreti: Alessandro Tiberi, Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Francesco Mandelli, Francesco Brandi, Francesca Inaudi, Paolo Villaggio; Origine: Italia; Anno: 2008; Durata: 101'

24 aprile 2009
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