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Auto, Londra vara piano di salvataggio per le industrie

dal nostro corrispondente Marco Niada

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13 dicembre 2008

LONDRA - Dopo un lungo negoziato dietro le quinte, il Governo britannico e i rappresentanti dell'industria dell'auto sarebbero giunti a un accordo per adottare un pacchetto di salvataggio sulla falsa riga di quello americano. Secondo il Times l'intesa sarebbe stata raggiunta nella notte di venerdì e prevede tra le altre cose l'erogazione di prestiti-ponte per le società in crisi che godranno di maggiori garanzie. Lord Mandelson, ministro per le Imprese e Alistair Darling, il cancelliere dello Scacchiere , da giorni avrebbero intavolato discussioni per giungere al massimo coordinamento tra i dipartimenti governativi.


L'industria dell'auto britannica non è più controllata da capitali inglesi ma tra giapponesi (Nissan, Honda e Toyota) americani (Ford e Vauxhall), tedeschi (Volkswagen e Bmw) e ora indiani, da quando la Tata ha acquistato Jaguar e Land Rover, dà lavoro, tra produzione di autoveicoli e componenti e rete commerciale di distribuzione a oltre 850mila persone. Evidente dunque che il Governo in un momento di profonda crisi economica non possa permettersi il lusso di un'emorragia di posti di lavoro. Le due società che si trovano in peggiori condizioni sono ovviamente Gm, che in Gran Bretagna opera con il marchio Vauxhall, e Ford che sono state colpite al cuore dalla crisi in casa propria.

Tra l'altro, Vauxhall ha già offerto ai 4.500 dipendenti che operano nell'impianto di Ellesmere Port, nel Cheshire, un periodo "sabbatico" di 9 mesi durante il quale il personale verrà pagato al 30% del salario regolare. I consumi di auto sono peraltro crollati e varie società hanno ridotto i turni o sospeso la produzione per periodi più o meno lunghi. Nel 2007 le industrie automobilistiche che operano sul territorio britannico hanno prodotto oltre 1,7 milioni di unità.
Londra-Cosmopoli, il blog di Marco Niada


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