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La fabbrica delle cattedre, le risposte dei professori

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Come si potrà notare le motivazioni contro i rettori a vita sono economiche, non etiche.
Occorre concentrare l'attenzione sulla pseudo-riforma della governance che molti rettori hanno intrapreso oggi in modo autonomo, sperando così di rifarsi una facciata di modernità ed aumentare il loro potere autoreferenziale con ulteriori mandati. […]
Va inoltre segnalato il problema di fondo che il sistema universitario nazionale non si è adeguato al Bologna Process, processo di formazione dell'Higher educational area dei Paesi Ue. […]
Prof. Mauro Moresi, presidente Sistal (Società Italiana di Scienze e Tecnologie Alimentari), Dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari, Università della Tuscia


INUTILI 53 ESAMI IN TRE ANNI
Ho apprezzato l'articolo che ha confermato ciò che penso della situazione delle università italiane.
Approfitto per portarle la mia testimonianza di studente lavoratore ultra quarantenne che per motivi di piacere personale ha deciso nel 2004 di iscriversi al corso di laurea triennale di sociologia presso l'Università Bicocca di Milano.
Sorvolando su tutta la problematica del rapporto allievi docenti (uno su tutti: pochi professori rispondono alle e mail) vorrei testimoniare l'assurdità di un corso di laurea triennale che prevede 53 esami da 3 crediti l'uno, oltre a tre test di inglese, tre test di informatica, i laboratori e la tesina finale da 4 crediti.
Fare 53 esami significa andare 53 volte in facoltà, per poi tornare 53 volte a registrare il voto (negli orari e giorni graditi ai professori).
L'impressione che gli argomenti siano stati "allungati" per distribuire cattedre è evidente, un caso su tutti: usando come testo di esame il medesimo libro di circa 450 pagine, un docente ha fatto tre esami da 3 crediti l'uno (totale quindi 9 crediti) per complessive 200 pagine da studiare, mentre un altro ha fatto un unico esame da 3 crediti per le restanti 250 pagine circa.
Inoltre in 4 anni è stato un vortice di cambi di docenti sui medesimi moduli, con relativo cambio di testi (perchè ognuno ha i suoi preferiti). Che dire di più?
Luca Bugatti


MIGRAZIONI DISCIPLINARI FACILI
Sono Luisa Zanoncelli, professore ordinario (storia della musica) all'Università di Torino. Ho vissuto tutta l'evoluzione-involuzione dell'università negli ultimi 20 anni. Tra i dati riportati nell'interessante articolo bisognerebbe inserire la spiegazione che il raddoppiamento dei corsi è stato imposto dalla riforma Berlinguer, che ha trasformato i vecchi corsi quadriennali in 1+1 corsi (triennale e biennale).
I docenti hanno accettato, per attuare la riforma, per spirito di servizio il raddoppiamento delle ore di lezione (da 60 a 120/150 l'anno) a costo zero. Non mi sono noti pagamenti extra, se non in qualche ateneo all'inizio, per i soli ricercatori, il cui contratto ne prevedeva 40, mentre ora ne fanno quasi dappertutto 90.
I professori hanno responsabilità, ma anche meriti facilmente verificabili. C'è un punto sfuggito al ministro, che vorrei fosse messo all'ordine del giorno: la possibilità di passare da un settore disciplinare all'altro con semplice richiesta della facoltà e benestare del Cun, organismo nel quale non tutti i settori sono adeguatamente rappresentati. Docenti di teatro
passano a cinema, docenti di latino e italiano a musica o a teatro, senza che la loro produzione sia sottoposta a esperti del settore. Mi chiedo se mai un otorinolaringoiatra sia potuto passare a ginecologia. Non ci dovrebbero essere settori di serie A e di serie B, e con le affinità bisognerebbe andare molto cauti.
Prof.ssa Luisa Zaoncelli, Università di Torino


COMMISSIONI E CONSOCIATIVISMO
Il nodo cruciale per un chiaro cambiamento dell'università sono i concorsi; se torniamo alle votazioni per le commissioni d'esame siamo fritti. Ne parlo con il senno dell'esperienza,
Sento puzza di consociativismo in un lento mollare del Governo in commissioni allargate perché poi non cambi nulla se non a colpi di demagogia. L'Università è un mondo maledettamente "mafioso" nel metodo e largamente trasversale; dalla destra alla sinistra ci si mette sempre
d'accordo. In sostanza molte soluzioni sono state prospettate in questi giorni nella stampa nazionale.
In sostanza occorre cominciare:
1) Concorsi con sorteggio cieco dei commissari e verifica esterna, meglio straniera!
2) Tagli drastici alle universita "non virtuose" e alle sedi che non hanno consistenza scientifica (impact factors, citation index, per esempio)
  CONTINUA ...»

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