«... PAGINA PRECEDENTE
Il divario tra crescita del numero di studenti e numero di docenti si verificava per il mancato adeguamento del Fondo di finanziamento ordinario alla mutata realtà dell'ateneo. Nell'a.a. 2000/01 il rapporto studenti/docenti era pari a 90, rapporto che non aveva riscontro in nessun altro ateneo, non solo del nostro Paese. E' appena il caso di ricordare che questo rapporto, che faceva registrare un costo per laureato bassissimo, consentiva di raggiungere soddisfacenti performance di qualità del laureato considerando che dai dati Istat risulta che il 55% dei laureati della Parthenope trova occupazione entro un anno dal conseguimento del titolo di studio.
A partire dal 2000, allorché il Fondo di finanziamento ordinario si è, anche se non del tutto, adeguato al numero degli studenti ed in corrispondenza di una progressiva stabilizzazione, è stato possibile attuare una politica di reclutamento attraverso concorsi trasferimenti di docenti da altre università e assunzioni di idonei non strutturati fruendo delle relative agevolazioni per queste due ultime tipologie di assunzioni.
Il risultato cui è pervenuta l'Università Parthenope […] è il seguente. L'attuale rapporto studenti/docenti, che peraltro è dato rilevare dalla tabella pubblicata nell'articolo citato, è sceso a 29, mentre quello studenti/professori ordinari è pari a 96, dati ancora di gran lunga inferiori alle medie nazionali;
il costo per studente iscritto è di 4.670,84 euro, che colloca l'Università Parthenope al penultimo posto della relativa graduatoria nazionale;
il rapporto costo personale/Ffo è inferiore al 90%, limite posto dal Miur per effettuare ulteriori reclutamenti di personale, essendo considerati tra gli atenei virtuosi;
il numero di ricercatori è cresciuto, nel periodo di riferimento, del 379,3 %. Ciò consente un fisiologico rapporto tra personale ordinario, associato e ricercatore.
Prof. Gennaro Ferrara, rettore Università Parthenope
Docente di Economia Aziendale
CONSIDERAZIONI
Sono un professore ordinario (dal 1999), associato dal 1992, considerato giovane (anche se mio trovo sulla soglia dei 50 anni).
Al di là di ogni polemica sui tagli alla spesa pubblica, credo che tutte le parti in causa (come si dice anche gli attori) siano assolutamente d'accordo nel ritenere necessaria e urgente la riforma dell'Università.
Ma sia chiaro, deve essere una riforma che riguarda l'intero sistema e non singole parti.
Il momento è favorevole; la maggioranza è forte, deve andare avanti.
Ciò premesso, mi permetto di sottoporle alcune proposte che ho avanzato in più sedi all'interno dei vari atenei nei quali ho lavorato a partire dal 1985.
Abolizione del valore legale del titolo;
Aumento sostanziale delle tasse di iscrizione del primo anno;
Incentivi monetari (anche la restituzione della rilevante tassa di iscrizione al primo anno) se lo studente supera una certa soglia di media agli esami;
Investire significativamente su 10 - 15 atenei al massimo per raggiungere livelli di eccellenza e di competitività internazionale nella laurea specialistica;
Diversificare gli atenei contigui territorialmente e accentramento delle funzioni di staff;
Prepensionamento massiccio dei professori ordinari anziani;
Da meditare, infine, in un sistema del genere, se abolire i concorsi universitari per il reclutamento del personale di ricerca e di docenza.
Prof. Tiziano Onesti
